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Dal libro alla Disney al libro: il vero significato di BAMBI

Conosciamo tutt* Bambi, il tenero cerbiatto protagonista del film d’animazione Disney del 1942. Bambi ed i suoi amici della foresta sono comparsi (e forse continuano ancora oggi) sugli schermi di tutt* l* bambin*, mostrando la vita meravigliosa e feroce della giungla tra molte avventure e qualche lacrima (forse molte lacrime, e sappiamo tutt* a quale scena mi riferisco…).

Quello che forse non molt* sanno, però, è che il cartone si ispira al libro dello scrittore ungherese Felix Salten : Bambi, la vita di un capriolo

Postilla linguistica: il titolo in lingua originale (tedesco) è Bambi, Eine Lebensgeschichte aus dem Walde, che si traduce letteralmente in “Bambi, una vita nei boschi”.

Nel romanzo Bambi non è un cervo ma un capriolo, di cui viene narrata la vita dalla nascita alla vita adulta; l’infanzia e l’adolescenza sono segnate dalla perdita della madre e le lezioni fondamentali del padre, dall’incontro della compagna Faline e l’esperienza ravvicinata con i pericolosi cacciatori che si aggirano nei boschi. Leggiamo anche dell’inizio della vita adulta con le relative responsabilità e paure, il confronto con gli altri “principi”, cioè i caprioli maschi adulti e un viaggio verso la scoperta e l’affermazione di Bambi come membro adulto della gerarchia, sempre tra la magia e le minacce della giungla.

Fonte: BAMBI de SALTEN, FELIX: Very Good Hardcover (1931) | Norrois

L’Uomo è l’animale più pericoloso

Gli animali usano la parola Lui per indicare l’Uomo, per loro spaventosissimo e pericoloso, proprio come le armi da fuoco che egli usa terrorizzando tutti gli animali della foresta.

Difatti, la vita nella foresta ha dure leggi da rispettare e pericoli da cui guardarsi, di cui l’Uomo è il più pericoloso, ma è anche un luogo ricco di opportunità e meraviglie.

La minaccia dell’uomo è costante e disturba l’equilibrio creato dagli animali per vivere pacificamente e serenamente nella foresta. La fiaba, famosa per essere tra le prime fiabe di ambientazione, riesce a trasmettere perfettamente il senso di ansia e terrore che permea la scena, assenti invece nel cartone eccetto per pochissimi momenti. 

Il legame con l’antinazismo 

Sebbene la favola possa apparire come un semplice racconto della vita degli animali nel bosco, in realtà ha un legame profondo con la lotta antinazista e in generale contiene una critica allegoricamente velata ma molto pungente contro ogni tipo di forza oppressiva. Per l’autore, infatti, gli animali della foresta rappresentano una comunità la cui identità e libertà viene costantemente minacciata dall’Uomo, il quale invece è il simbolo dell’oppressione ideologica e culturale e della repressione di ogni forma di resistenza.

Contestualizzando la favola nel suo periodo di appartenenza, possiamo facilmente notare che la comunità perseguitata è quella ebraica, e l’Uomo è Adolf Hitler con i suoi scagnozzi militari al seguito. 

La foresta diventa una metafora della società e del mondo: un luogo in cui orrore e bellezza coesistono dall’inizio dei tempi, dove la vita è sempre messa alla prova da pericoli nascosti ma anche illuminata dalla meraviglia per chi la sa cogliere.

Il libro è stato bandito durante il nazismo per ordine di Hitler, che lo aveva etichettato come mera propaganda ebraica; infatti al tempo ne sono anche state bruciate le pagine in circolazione.

Jack Zipes e la nuova edizione di Bambi

Jack Zipes, professore emerito di letteratura tedesca e comparata all’Università del Minnesota e specializzato nello studio dell’impatto culturale delle fiabe, ha affermato:

“Il lato oscuro di Bambi c’è sempre stato, ma quello che accade a Bambi alla fine del romanzo è stato in parte nascosto dalla Disney, che si è impadronita della storia e l’ha resa un patetico film su un principe e una famiglia borghese, che secondo me è ai limiti dell’idiozia”.

È per questo motivo che Zipes ha deciso di provare a riportare Bambi al suo significato originario attraverso una nuova traduzione. È riuscito ad illuminare le pagine della favola di una nuova luce, evidenziando tutte le sfumature politiche, ideologiche, sociali e culturali dell’opera, che la Disney invece aveva trasformato solo in una semplice narrazione di vita selvaggia e avventure forestali, eliminando del tutto la critica politica. Zipes tenta di riconnettere l’opera all’autore, Salten, che attraverso la favola stava esprimendo anche le sue ansie per l’antisemitismo crescente del periodo nazista. Salten è stato costretto a fuggire dall’Austria, ed è morto in Svizzera nel 1945 senza aver mai ricevuto neanche un centesimo dall’adattamento cinematografico della Disney, poiché aveva precedentemente venduto i diritti cinematografici ad un regista americano per soli 1000 dollari. Zipes cerca di catturare l’essenza originale non solo dell’opera, preservandone i complessi strati allegorici, ma anche dell’autore, che ha offerto al panorama letterario una preziosa narrazione sulla condizione umana, l’ingiustizia della persecuzione e il potere della resistenza.

Fonte: Bambi-Zipes-2023 – The Scholarly Kitchen

Conclusioni

Il lavoro di Jack Zipes e dell’autore Salten su Bambi è un invito alla riflessione critica delle dinamiche di potere in ogni epoca. Il testo risulta ancora profondamente attuale e applicabile ai giorni nostri; è una lettura che ci conduce verso l’analisi delle molteplici forme di violenza, discriminazione e oppressione che ancora persistono nella società contemporanea. La violenza può avere volti diversi, ma la matrice alla base è sempre la stessa, così come le dinamiche che mette in atto. Fortunatamente, come c’era la resistenza ai tempi di Salten, c’è anche ora. E ci sarà per sempre.

I POPOLI IN LOTTA SCRIVONO LA STORIA

Marcella Cacciapuoti

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Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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