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Dove i sogni trovano casa: un anno di Copperfield

Dal coraggio di lasciare la sicurezza di un posto fisso alla luce di una lanterna tra i libri: la storia di Laura, che ha trasformato un sogno in una libreria indipendente nel cuore di Battipaglia. 

C’è un momento in cui la vita, anche se perfetta agli occhi di tutti, smette di rispecchiare ciò che siamo. Laura lo ha capito dopo dieci anni di lavoro tra Bologna e Parma, quando la sicurezza di un contratto a tempo indeterminato non bastava più a zittire un desiderio rimasto in sospeso: quello di aprire una libreria tutta sua. 

Così è tornata al Sud, nella sua terra, e ha dato vita a Copperfield, una libreria indipendente che oggi festeggia il suo primo anno di attività. Un piccolo universo di storie e magia, dove i sogni trovano casa e la gentilezza, come nelle pagine di Dickens, continua a brillare. 

L’abbiamo intervistata per scoprire cosa c’è dietro una scelta così coraggiosa: le difficoltà, le soddisfazioni e la forza di credere ancora nella luce delle proprie passioni. 

  1. Raccontaci chi sei e qual è stato il tuo percorso prima di aprire Copperfield: c’è stato un momento preciso in cui hai capito che volevi cambiare vita?

Sono Laura, ho una laurea in giurisprudenza e per una decina di anni ho lavorato nel campo delle risorse umane tra Bologna e Parma. Conducevo una vita tranquilla e sicura. Avevo il mio tempo indeterminato, vivevo in una città che era tra le prime per qualità della vita, avevo i miei amici, raggiungevo il lavoro in bici e abitavo vicino a un parco nel quale andavo a passeggio con il cane e a fare jogging. Tutto sembrava andare per il verso giusto: i miei obiettivi professionali erano stati raggiunti ma avevo un senso di irrequietezza di fondo. La routine mi stava assorbendo e sempre più presente era quel desiderio o ricordo appassito di aprire qualcosa di mio, di creare un posto mio, un mondo di altri tempi: una libreria indipendente.

  1. Cosa ti ha spinto a tornare nella tua terra e non cercare altrove? 

Sono tornata al Sud perché amo le sfide. I numeri parlano di una percentuale di lettori molto più bassa rispetto al Centro e al Nord. Ma perché arrendersi a questi dati? Perché continuare con la solita retorica che non si fa mai niente, che i giovani sono o disinteressati o partono per porti più propizi? Ho voluto tentare e contribuire a spezzare il sistema e sono felice di sentire altre storie, simili alle mie, di persone che provano a restare o tornare per impegnarsi a fare qualcosa per questa terra malconcia.

  1. Quali difficoltà hai incontrato nel costruire qualcosa di tuo qui, in un contesto che spesso sembra offrire meno opportunità? E cosa ti ha spinto a non mollare?

Le difficoltà maggiori le ho avute con me stessa, non con il contesto. Probabilmente non avevo la precisa percezione di quello che stavo creando e di quanto questo progetto avrebbe attecchito negli animi di molti. Rapidamente mi sono caricata della responsabilità di questo luogo che ben presto è diventato uno spazio di condivisione ma anche di speranza. A distanza di un anno ancora leggo negli occhi dei lettori quella luce di incredulità e ancora mi dicono: “non pensavo che a Battipaglia potesse esserci un luogo così”. E quindi la battaglia più grande è solo mia, per cercare di non deludere le aspettative, di non sbagliare, di non cedere al mercato, di rimanere fedele a me stessa.

  1. Perché hai scelto il nome Copperfield? Ha un significato simbolico o affettivo?

Copperfield è stato uno dei miei romanzi di formazione. David ha subito le peggiori cattiverie: siamo in piena rivoluzione industriale e i bambini venivano sfruttati senza riserve. Lui, per tutto il suo percorso, è stato maltrattato, derubato, denigrato, privato dei migliori affetti ma non ha mai spento la sua luce. Non ha mai ceduto alla crudeltà ed è rimasto gentile e buono. La lanterna che è presente nel logo rappresenta quella luce che non bisogna mai spegnere.

  1. Come immaginavi la tua libreria prima di aprirla, e rispecchia il risultato finale?

Avevo un’idea più o meno precisa di libreria. Doveva avere quel tocco inglese con anima retrò.

  1. Quali sono le più grandi sfide quotidiane e quali, invece, le soddisfazioni che ti ripagano di tutto? Hai notato un interesse crescente da parte dei giovani o della comunità locale?

Far quadrare i conti è la sfida più grossa; trascorro molto tempo fuori casa e alle volte vengo totalmente assorbita dal mio lavoro. Ma vengo ripagata quando le persone entrano e trovano un titolo che non si aspettavano o quando riesco a trovare il libro di cui non sapevano avessero bisogno.

  1. Guardandoti indietro, pensi di aver fatto la scelta giusta?

Penso di aver fatto la scelta giusta perché in un anno ho vissuto emozioni molto forti, sensazioni che non avevo mai provato con i miei lavori precedenti. In quei casi si parlava di soddisfazione quando si giungeva ad un risultato. Adesso, invece, il lavoro ha assunto una rilevanza e un valore totalmente diverso.

  1. Cosa diresti a un ragazzo o una ragazza che sogna di cambiare vita ma ha paura di farlo? E riusciresti a racchiudere la tua esperienza in una frase o citazione?

Direi che deve essere in grado di valutare ogni aspetto perché non è facile. Abbandonare la comfort zone non è cosa semplice. Di essere in grado di valutare non solo l’aspetto emotivo ma anche quello economico e quanto si è disposti a rinunciare pur di cambiare vita. I salti non devono essere fatti nel vuoto. Occorre, ad ogni modo, una buona dose di coraggio. A me hanno aiutato i libri e una citazione di Melville: La vita è tempesta. E tempesta sia!

Ascoltando Laura, si capisce che Copperfield non è soltanto una libreria, ma un atto di fede: nel potere delle storie, nella forza dei sogni e nella possibilità di cambiare direzione senza paura. 

La sua sfida non è contro le statistiche, ma contro l’idea che sognare non serva a nulla.

La vita è tempesta. E tempesta sia!, dice citando Melville. Forse il segreto è tutto qui: accettare il mare mosso, le incognite, i giorni in cui è più difficile far quadrare i conti. Ma anche riconoscere che ci sono tempeste che servono a riportarci a riva, verso ciò che davvero amiamo. 

E a un anno di distanza, la lanterna di Copperfield continua a brillare. Non solo come insegna di una libreria, ma come segno tangibile che credere nei propri sogni, anche quando sembra impossibile, è ancora la scelta più rivoluzionaria di tutte. 

Articolo e copertina di Maddalena D’Angelo

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Maddalena D'Angelo

Un po' troppo timida, particolarmente sensibile, esageratamente romantica, mi definirei così. Sono Maddalena D’Angelo, classe ’99 e laureata in Filologia Moderna. Amo vivere d'arte: la cerco, la ammiro, la creo. Come? In tanti modi e tra questi con la penna in mano. Perciò fai attenzione, se leggi tra le righe scopri ciò che sono.
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