Devo impegnarmi di più? No! Sono solo dislessico

Quante volte, in classe, ci siamo sentiti stupidi e incapaci? A volte sembrava impossibile leggere un’intera pagina di antologia o risolvere semplici esercizi di matematica.
Spoiler: non dipendeva da noi! Ma tranquilli, mi spiego meglio.
Ci sono alcune difficoltà degli alunni che vengono attribuite alla mancata propensione per una materia o, semplicemente, alla svogliatezza. Esistono, però, i DSA, ovvero i disturbi specifici di apprendimento.
Questi riguardano l’area neurobiologica e vanno trattati nella maniera giusta, per evitare che i ragazzi si sentano incapaci di svolgere compiti semplici per gli altri.
I DSA riguardano la dislessia (difficoltà della lettura), disgrafia (scrittura), disortografia (l’ortografia) e discalculia (per i calcoli matematici).
Questi disturbi, anche se se non compromettono le capacità mentali, possono ostacolare lo studente, poiché non gli permettono di svolgere azioni in classe che per altri risultano immediate.
Beh, se ai vecchi tempi l’insegnante continuava a ripetere “È intelligente, ma non si impegna”, probabilmente c’era uno di questi disturbi che non veniva minimamente considerato.
Come aiutare questi alunni?
La legge 170 del 2010 riconosce e regola i DSA, includendoli dell’ICD, purtroppo in maniera molto flessibile, senza valutare i singoli casi e livelli del disturbo.
In aula è possibile attuare strumenti compensativi e misure dispensative per sostenere lo sviluppo dell’alunno. I primi aiutano a compensare le difficoltà portando lo studente al raggiungimento dello stesso obiettivo dei compagni. Tra gli strumenti più frequenti troviamo le sintesi vocali, il registratore, la calcolatrice, mappe concettuali e tabelle alfabetiche.
Le misure dispensative sono delle esenzioni ad alcune attività fatte in classe. Ad esempio, l’alunno con dislessia sarà dispensato dalla lettura ad alta voce. Tra le misure, però, rientrano anche i tempi aggiuntivi per le verifiche e la riduzione dei compiti a casa.
Come si capisce se ci sono alunni con DSA per applicare le misure adatte e utilizzare gli strumenti?
Semplice, ci pensa la scuola.
Quest’ultima, infatti, attiva il piano didattico personalizzato (PDP), nel quale viene indicato il disturbo e come agire. Ovviamente, nella redazione del PDP c’è anche la famiglia e gli specialisti che diagnosticano la difficoltà.
Beh, se ti è capitato di sentirti inadeguato in classe o hai visto tuoi compagni in questa situazione, sappi che non c’è nessun problema. I DSA sono disturbi che possono essere facilmente superabili a scuola, in un clima inclusivo e accogliente che abbia come scopo il benessere dello studente.
Martina Maiorano
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