Intelligenza e cooperazione: come cacciano le orche?

“L’orca assassina”, celebre film del 1977 che ha decretato questo animale come uno dei più pericolosi dell’oceano, soprattutto per l’uomo.
Del resto, gli inglesi la chiamano killer whale, letteralmente “balena assassina”. Ma perché questi nomi?
E, soprattutto, l’orca è davvero pericolosa?
Le orche sono tra i predatori più intelligenti del mare, mammiferi appartenenti alla famiglia dei delfini, e godono di una fama davvero crudele, quella di essere assassini spietati. In realtà, questo deriva dall’unione tra intelligenza, cooperazione e adattamento all’ambiente.
Innanzitutto, le orche non hanno nemici naturali, a parte l’uomo, quindi, nel corso del tempo, si sono adattate ad abitare in diversi ecosistemi marini. Ciò che però distingue i vari gruppi di orche è lo stile di caccia. Ogni team, infatti, ha delle strategie diverse in base all’ambiente ed alle risorse.
Questi fantastici animali cacciano in gruppo e ogni membro ha un ruolo essenziale nella caccia. Una delle tecniche migliori, ma anche rischiose, è il beaching, che consiste nello spiaggiarsi e prendere foche o leoni marini direttamente dalla riva. La pratica ha bisogno di anni di esperienza, poiché basterebbe un passo falso per restare sulla spiaggia e non poter più nuotare verso il mare aperto. In Antartide la situazione si complica e, non essendoci rive, le foche si rilassano comodamente su pezzi di ghiaccio giganti.
Come fare? Grazie al lavoro di squadra, le orche si coordinano e creano onde che colpiscono il pezzo facendolo spaccare e lasciando cadere la povera preda in acqua.
Altri animali ambiti da alcuni tipi di orche sono quelli più grandi, come balene e persino squali. Gli astuti cetacei cercano di comunicare pochissimo con l’ecolocalizzatore e attaccano le prede silenziosamente.
Ciò che caratterizza le orche è proprio l’imitazione. I cuccioli seguono i movimenti della madre o degli altri membri del gruppo per repricarli. Addirittura, in alcune zone, è stata notata un’alleanza tra gruppi “rivali” che, coalizzandosi, riescono a cacciare prede più grandi.
E l’essere umano? Come abbiamo detto all’inizio del nostro articolo, l’uomo è l’unico nemico naturale delle orche, le quali non lo considerano una preda.
Non sono mai stati registrati attacchi mortali in natura, poiché questi sono animali estremamente intelligenti e riescono a distinguere l’essere umano da foche o pinguini, ma è sempre meglio non rischiare e restare a debita distanza, qualora ci si trovi in mare aperto davanti ad un gruppo di orche.
Insomma, l’orca è uno dei mammiferi più svegli e coordinati degli oceani. Con strategie spettacoli, questi animali riescono a coalizzarsi e ragionare su come cacciare al meglio, insegnando ai più piccoli e facendo un vero e proprio lavoro di squadra.
Martina Maiorano
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