Il 22 Settembre che ferma tutto. Lo sciopero tra piazze reali e silenzi digitali

Lunedì 22 settembre 2025 l’Italia vivrà una mobilitazione generale.
Usb, Cub, Sgb e altre sigle di base hanno proclamato uno sciopero nazionale di 24 ore che riguarda l’intero settore pubblico e privato. Coinvolti trasporti, scuola, servizi locali, logistica. I motivi richiamano istanze nazionali e internazionali: solidarietà con la popolazione palestinese, protesta contro la guerra e l’aumento delle spese militari, richiesta di tutele verso il lavoro insicuro e i diritti sospesi.
- In Campania, Busitalia ha annunciato che il trasporto pubblico locale sarà fermo per tutta la giornata, ma servizi essenziali garantiti nelle fasce orarie 6:30-9:00 e 13:00-16:30.
- A Napoli, ANM (autobus, tram, filobus, metropolitana, funicolari) subirà forti riduzioni. Il servizio autobus e superficie sarà garantito dalle 5:30 alle 8:30 e dalle 17:00 alle 20:00; fuori da queste finestre, le corse potrebbero essere sospese o ridotte.
- Per le Linee Vesuviane / EAV, le fasce garantite sono 5:30-8:30 al mattino e 16:30-19:30 al pomeriggio.
- Per il trasporto regionale (Trenitalia / Gruppo FS) sono previste cancellazioni, ritardi, con alcune corse garantite nelle ore di punta mattutine e serali.
Oltre i dati, il significato di Lunedì 22 Settembre 2025
Lo sciopero del 22 settembre non sarà solo una giornata di disagi nei trasporti o nelle scuole. È anche un segnale simbolico, un momento in cui il Paese prova a fermarsi per dire che qualcosa non funziona più.
Non riguarda solo i giovani studenti o i lavoratori precari: ci riguarda tutte e tutti.
Il 22 diventa così più di una data, è un atto politico di presenza collettiva, un richiamo alla responsabilità condivisa. Non possiamo più restare spettatori passivi mentre un sistema ingiusto soffoca i nostri sogni e spegne le speranze. La forza non è nelle mani di pochi, ma sta nell’unione di voci e di corpi che scelgono di stare insieme.
Anche i social raccontano questa mobilitazione, hashtag, video e testimonianze hanno già trasformato le piattaforme digitali in uno spazio di piazza allargata. Ma non mancano i timori di chi denuncia tentativi di silenziare i contenuti più scomodi o di ridurne la visibilità. C’è però anche chi sceglie il silenzio volontario, domani molti profili resteranno muti, un gesto simbolico per ricordare che la protesta vive anche nell’assenza, nella decisione di non alimentare il flusso costante dei social. Segno che la battaglia per i diritti oggi passa non solo dagli algoritmi e dalla libertà di parola online, ma anche dalla capacità di fermarsi, sottrarsi al rumore e farsi sentire proprio attraverso il silenzio.
In questa dimensione che lo sciopero acquista un significato fortemente emotivo, non come semplice protesta, ma come gesto comunitario, come volontà di dire che il cambiamento nasce dal basso, e che la solidarietà può e deve ancora essere un motore politico.
Emma Goldman lo ricordava con lucidità:
“Non aspetto nulla dal futuro se non quello che riusciremo a conquistare con le nostre mani.”
Serena Parascandolo
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