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Come fare digital detox in vacanza: 10 consigli utili

Le vacanze estive, con la loro promessa di benessere e distacco dallo stress quotidiano, sono il periodo perfetto per concedersi una bella sessione di digital detox.

Qui vedremo insieme alcuni consigli utili per allontanarci dagli schermi digitali e godere davvero dei momenti di riposo.

Attendiamo le vacanze per un anno intero. Ci pensiamo mentre siamo a lavoro, mentre studiamo, mentre siamo arrabbiati e stressati per tutti gli impegni che non ci permettono mai di prenderci un momento per noi. Mettiamo in valigia un sacco di aspettative e promesse di staccare finalmente la spina, questa volta per davvero.

Quante volte però, ci capita di tornare a casa con il rimorso di non essere riusciti a rilassarci, di non aver goduto dei momenti, dei panorami, dei tramonti. Forse non avremmo dovuto rispondere a quel messaggio di lavoro, non avremmo dovuto pensare a tutte le cose da fare una volta rientrati o perdere così tanto tempo a mostrarci sui profili Social invece di essere semplicemente presenti. Poi, quando ci chiedono come sono andate le vacanze, rispondiamo che ci siamo presi un po’ di meritato riposo, anche se non è così. Perché bisogna essere reperibili giorno e notte, rispettare tutta la lista dei task del giorno e stare al pc 24/7 per un anno intero, ma ehi, se poi non riesci a schiacciare il tasto reset prima di partire per le vacanze, che razza di workaholic sei?

I dispositivi digitali, diciamocelo chiaramente, non posso essere sempre il nostro capro espiatorio. I motivi per cui non ci godiamo le vacanze sono molteplici. Il confronto costante con i corpi altrui, le aspettative irrealistiche che vorrebbero cancellare le emozioni spiacevoli per 7 giorni all’anno, la difficoltà della nostra generazione nel vivere il presente… ma è anche vero che spesso sono proprio loro il collegamento invisibile con ciò che abbiamo lasciato a casa e il più immediato mezzo di paragone con le vite (e le vacanze) altrui. Come fare, quindi, per allontanarci un po’ dagli schermi?

Travel Puzzles, il digital detox che comincia mentre sei in viaggio

Il tempo del viaggio – che sia di andata o di ritorno, in treno o in aereo – è il tempo dell’attesa. Un’attesa che può essere carica di idee e di speranze, se ci avviciniamo alla meta delle nostre vacanze, o ricca di ricordi, se ci avviciniamo a casa. Per tutti noi però, abituati alla velocità, agli stimoli costanti, all’iperattività, diventa semplicemente un tempo morto, un insopportabile momento di stasi (e tutti sappiamo quanto i momenti di stasi, in questa società, possano metterci in crisi). Svuotato della sua bellezza, il tempo dell’attesa diventa il tempo della noia, da rifuggire a tutti i costi. Sono proprio questi i momenti in cui siamo più inclini a cedere alla distrazione assicurata ed anestetizzante regalataci dai nostri cellulari.

Per questo motivo, il brand Travel Puzzles è arrivato in nostro soccorso con dei puzzles da viaggio: puzzles tascabili che possono essere tenuti comodamente in borsa, pronti per l’uso e pensati proprio per favorire momenti di disconnessione dagli schermi. I puzzles di alta qualità hanno una dimensione di 21 x 14,8 cm e si adattano perfettamente al tavolino del treno o dell’aereo. I colori sgargianti, i disegni di luoghi incantati e la cura minuziosa dei dettagli ci terranno per un po’ piacevolmente lontani dagli schermi.

Il brand Travel Puzzles collabora anche con le iniziative del The Offline Club.

The Offline Club e gli offline hangout

In un precedente articolo di questo magazine vi ho già parlato del The Offline Club. Si tratta di eventi offline pensati nei minimi dettagli, dalla location alle atmosfere, alle attività, per rilassarsi, allontanarsi dagli schermi (i cellulari vengono ritirati all’arrivo di ciascun partecipante e tenuti al sicuro sotto chiave) e incontrare altre persone che hanno bisogno di disconnettersi. Dagli offline reading party agli offline picnic, ai ritiri di più giorni nella campagna francese, fino alle giornate in villa con piscina e musica dal vivo a Barcellona, il The Offline Club ci offre numerose opportunità per staccare veramente la spina.

Si organizzano eventi ad Amsterdam, Londra, Berlino, Parigi, Barcellona, Copenhagen e Milano. Se trascorrerete le vacanze estive in una di queste località, perché non verificare se c’è qualche evento offline in programma?

Lascia spazio in valigia per un buon libro!

Consiglio scontato ma sempre necessario: lascia spazio in valigia per un buon libro! Quante volte in spiaggia ci capita di guardarci intorno e vedere tutti al cellulare, intenti in qualche telefonata o banalmente a controllare i Social Network. Tutti andiamo in spiaggia nella speranza di rilassarci, ma la verità è che spesso non siamo abituati ad accogliere una mente più calma. Stesi sul lettino a pancia in su, non abbiamo nient’altro da fare che contemplare il cielo o il mare, ma siamo abituati ad avere molti più stimoli di così. Ecco che ritorna la tentazione di tuffarsi in una sessione di binge watching su TikTok.

Se quest’anno hai deciso di disintossicarti dal digitale, è proprio quando senti quell’impulso che devi tuffarti, piuttosto, in un buon libro. Fa un respiro profondo e comincia la tua lettura accompagnata dal rumore delle onde. In quanto al libro giusto da portare in vacanza, sul nostro magazine troverai numerosi contenuti che ti aiuteranno a scegliere!

Porta con te un piccolo taccuino, ti spiego perché

Se avete mai sentito parlare della mindfulness saprete sicuramente che fare meditazione regolarmente (no, non è una cosa da santoni in ritiro spirituale) è uno dei modi migliori per imparare ad avere consapevolezza del momento presente. Se siete soliti meditare almeno dieci minuti al giorno sarà sicuramente più semplice per voi godere dei momenti trascorsi in vacanza e vivere il presente per quello che è, l’unico momento che siamo davvero sicuri di vivere. Se non l’avete mai fatto prima, iniziare una routine in vacanza può essere complicato. Tuttavia, possiamo rimediare con un semplice esercizio di scrittura: prendete un taccuino e scrivete semplicemente ciò che riuscite a percepire con i vostri sensi. Cosa vedete davanti a voi, quali odori percepite, la sensazione dei piedi nella sabbia, la risata che vi arriva all’orecchio. Cercate di descrivere tutto in maniera dettagliata, così da ancorarvi nel posto e nel momento che state vivendo.

Non c’è bisogno di essere abili scrittori, né di dedicargli molto tempo. L’obiettivo è imparare ad osservare davvero ciò che vi circonda, così, anche mentre passeggiate e non avete con voi il taccuino, potrete esercitarvi a catturare i colori delle case, la posizione degli alberi su quella via, il minuscolo panificio sulla strada che porta al mare.

Niente cellulare appena svegli

Il risveglio è il momento in cui il cortisolo, comunemente chiamato “ormone dello stress”, ha un picco di concentrazione nel nostro sangue, per poi diminuire nel corso della giornata. Il motivo è molto semplice e assolutamente funzionale: prepararci al risveglio e allo svolgimento delle attività quotidiane. Quando si affronta un momento di maggiore ansia o stress, tuttavia, i livelli di cortisolo al mattino (e durante il giorno) possono essere più elevati, e può capitare di avvertirne i sintomi appena svegli, come il ritmo cardiaco accelerato. In tutta risposta, la prima cosa che facciamo appena apriamo gli occhi è prendere il cellulare ed esporci alla roulette di notizie quotidiane. Qualche mattina siamo abbastanza fortunati da imbatterci nei video dei cagnolini che scodinzolano sull’erba, qualcun’altra ci esponiamo a notizie di cronaca nera che ci fanno cominciare la giornata con un peso sul petto. Insomma, che provare emozioni spiacevoli sia naturale è certo, ma questo non vuol dire che non possiamo regolare il tempo di esposizione a notizie tragiche o dolorose. 

Approfittando che siamo in vacanza, possiamo concederci delle mattinate più lente. Restare tra le lenzuola più a lungo e semplicemente ascoltare i suoni del mattino, gli uccellini che cinguettano o, per i più fortunati che alloggiano in una casa in riva al mare, l’infrangersi delle onde e la salsedine che pizzica il naso.

Nascondi le applicazioni social

Sapete che siamo profondamente pigri quando utilizziamo il cellulare? Ci scoccia leggere un testo sullo schermo a meno che non sia diviso in paragrafi (così da individuare subito le parti che ci interessano), non sopportiamo quando un caricamento impiega più di 2 secondi e se non troviamo subito la call to action per acquistare un prodotto chiudiamo tutto e andiamo via. Il motivo è che il digitale è per noi l’universo dell’immediatezza, e se non la troviamo, il gioco non vale più la candela. Per una volta però, la nostra pigrizia può tornarci utile. Spostate le applicazioni social nella schermata home in una posizione diversa da quella solita, o inseritele in una cartella. Siamo abituati a compiere dei gesti meccanici quando utilizziamo il cellulare, e conosciamo a memoria la posizione di tutte le nostre applicazioni: anche solo impiegare qualche secondo in più per trovare ciò che cerchiamo potrebbe farci perdere interesse.

Altri metodi per rendere il cellulare meno “attraente” sono i filtri colore dello schermo (li trovate nella sezione “accessibilità” delle impostazioni). Selezionando per esempio “scala di grigi”, lo schermo è decisamente meno invitante.

Nascondi il cellulare. Lontano dagli occhi lontano dal cuore!

Avere il cellulare sempre a vista ci spinge ad usarlo ogni due per tre, anche se non dobbiamo farci nulla o peggio, anche se siamo impegnati a fare altro. Se resistere alle tentazioni è così difficile, beh come si dice, a mali estremi, estremi rimedi: nascondete il cellulare! Infilatelo sul fondo dello zaino, in una pochette, sotto la pila di teli mare. L’importante è che sia lontano dagli occhi, e che il pensiero di scavare per raggiungerlo ci faccia passare la voglia di farlo.

Niente e-mail o call di lavoro

Lo so, per alcuni sembra un’impresa avere delle e-mail o delle chiamate di lavoro ed ignorarle, anche se si è in vacanza. Molto spesso abbiamo ben chiara l’intenzione di non cedere, e i motivi per cui è giusto non farlo, ma le pressioni sociali che ci spingono ad essere sempre disponibili e prestanti possono farci percepire un senso di colpa o di urgenza (anche se il nostro lavoro non prevede salvare vite). Il punto però, è che abbiamo il diritto di non essere reperibili se siamo in ferie, e che se non rispettiamo il nostro tempo e i nostri bisogni, nessuno lo farà per noi – specialmente quando si tratta di lavoro – perché l’importanza del riposo è estremamente sottovalutata.

Non combattere la noia

Le famose “tante cose da fare” di cui ci riempiamo la bocca – quasi fieri – durante tutto l’anno, non possiamo portarle con noi in vacanza (e per fortuna). Per alcuni però, passare dall’avere giornate molto piene ad avere più tempo libero può essere snervante, e ci si può trovare a dover stringere la mano ad un amico che si vede solitamente molto poco: la noia. Vale la pena imparare a conoscere meglio questo sentimento “di vuoto” – senza il bisogno di riempirlo a tutti i costi – da cui possono nascere riflessioni e consapevolezze. Almeno in vacanza, proviamo a non scacciare i momenti di noia (distraendoci con dispositivi elettronici, per esempio), viviamoli e basta.

Il riposo non va meritato

Il “meritato riposo”, in realtà, non va meritato affatto.

Desideravo chiudere questa lista non con un consiglio, ma con un piccolo reminder per tutti noi. Spesso, quando parliamo delle vacanze e della nostra inattività, sentiamo quasi il bisogno di giustificarci – con gli altri e con noi stessi – dicendo che ci meritiamo un po’ di riposo dopo un anno così ricco di esperienze e di fatiche. La verità è che dovremmo smettere di raccontarcela in questi termini, e che il riposo è necessario anche se durante l’anno abbiamo passato più tempo ad attendere che ad agire, se abbiamo cercato più di quanto abbiamo trovato.

Il riposo non è il premio che ci attende dopo una giornata intensa, è una necessità biologica a cui abbiamo voluto attribuire un senso. Sbagliato, per altro.

Simona Settembrini

Leggi anche: The Offline Club: disconnettersi per connettersi sul serio

Credits foto profilo Instagram di Travel Puzzles

In copertina illustrazione di Mariele Imputato

Simona Settembrini

Simona Settembrini, classe 2001, laureata in “Culture Digitali e della Comunicazione”. Per descrivermi al meglio, direi che l’amore, in qualunque sua forma, è sempre al primo posto nella mia vita. Scrivo perché mi aiuta a rendere il mondo meno confuso e per mettere nero su bianco le mie emozioni e quelle degli altri, perché in fondo sono tutte uguali.
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