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Castelli di rabbia: un libro, tante emozioni diverse

Castelli di rabbia è un libro di Alessandro Baricco, suo romanzo d’esordio.

Viene lanciato da Rizzoli e si aggiudica il premio Selezione Campiello e il premio Massarosa per la letteratura, suscitando un discreto interesse sin da subito.

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Breve sinossi 

Il libro è una collezione di storie umane ai confini della realtà e della fantasia, come ad esempio i sogni del protagonista Dann Rail, oppure le vicende assurde, grottesche e drammatiche dell’uomo che uccide per stanchezza o di quello che perì a causa di uno stato di meraviglia. Ma nello stesso tempo è anche un libro di storia, di fatti, di eventi, di aneddoti, riguardanti varie tematiche, comprese quelle tecnicoscientifiche.

Castelli di rabbia, tra incanto ed illusioni 

Il romanzo scorre tra fotogrammi che richiamano la struttura cinematografica, formando una vera e propria colonna sonora delicata e al tempo stesso originale per culminare nell’incontro di due bande musicali che intersecano le loro melodie nel centro della città.

Sicuramente i libri di Alessandro Baricco, per quanto l’autore possa piacere o no, sono ricchi di invenzioni linguistiche e si contraddistinguono per l’uso di una fantasia fuori dal comune. L’abilità tecnica e narrativa di Alessandro Baricco, dà origine a situazioni stuzzicanti ed avvincenti, proprio come quella narrata in Castelli di rabbia, romanzo ambientato nel diciannovesimo secolo in un luogo immaginario, dove si succedono situazioni strane e bizzarre. 

Baricco riesce a far parlare di sé e resta uno degli autori italiani più noti sia in Italia che all’estero. 

In Castelli di rabbia tutto prende vita a Quinnipak, dove si entrerà in contatto con una locomotiva, Elizabeth, proprietà del Signor Rail. A Quinnipak si suona l’umanofono, strumento del signor Pekish. Il luogo dove si svolge la vicenda è molto particolare, di quelli che è difficile trovare sulle carte geografiche. 

L’universo che Baricco ricostruisce in Castelli di rabbia potrebbe appartenere a chiunque, ed è talmente dettagliato e strano al tempo stesso da sembrare surreale. I personaggi si stagliano prepotenti sulla sfondo di una città immaginaria, lentamente emergono pieni di sè, ognuno dei quali con qualcosa da raccontare che è indimenticabile.

Si tratta di un libro insolito, dallo stile aulico ricco di metafore e giochi retorici con una trama particolarmente intrecciata. Inizialmente appare tutto chiaro si parla di Jun e del signor Rail e del loro rapporto molto particolare. 

La locomotiva, l’umanofono, la giacca da dover riempire per andare incontro al proprio destino, il palazzo di cristallo posso affermare che sono trovate a cavallo tra reale e immaginario che sicuramente restano in mente e caratterizzano tutti i personaggi di questo ordito letterario.

Un pò come accade in tutti i suoi libri, Alessandro Baricco, con la sua visione unica e il suo stile inconfondibile “americanizzato”, sa catturare l’essenza delle trasformazioni della società contemporanea. Leggendo i libri di Baricco significa intraprendere un vero e proprio viaggio intellettuale oltre che emotivo, qualcosa che conquista sin da subito e del quale non si può fare a meno. 

Nella narrazione di Castelli di rabbia, tutto si incastra alla perfezione: senso e non senso, lucidità e follia, vita e morte, Baricco crea, anche grazie all’uso di aforismi e citazioni,  una storia unica nel suo genere, che lascerà senza parole.

Alcune frasi riportate nel libro, sembrano entrare nell’anima del lettore e si appiccicano sulla pelle, fino a quando un giorno grazie ad un’emozione o una qualsiasi esperienza, torneranno in mente, lucide e precise più che mai.

Quinnipak, dove si svolge la storia, è un rifugio fantastico per i momenti che ti stritolano, per i momenti “quando hai lo schifo addosso”. A Quinnipak ci si va per salvarsi, un po’, per ora.

Sicuramente Castelli di rabbia è definibile un’eruzione di invenzioni e di personaggi che mai più riuscirà ad eguagliare in un libro solo. Questo libro o si ama o si odia, le pagine bianche si possono interpretare sia come una sorpresa, sia come un tocco di classe. Tutti i personaggi sono deliziosamente surreali, ma in ognuno di loro c’è una piccola parte di ognuno di noi ed è emozionante e talvolta commovente leggere tra le pagine piccole rifrazioni della propria vita. 

Gerardina Di Massa

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Gerardina Di Massa

Gerardina Di Massa, sono nata ad Ischia e studio lettere e filosofia. Sono da sempre appassionata alla scrittura e anche alla lettura. Giornalista pubblicista, appassionata di politica e letteratura, “divoratrice di libri”, amo leggerne sempre di nuovi, senza stancarmi mai. Mi piace la scrittura in tutti gli ambiti, che si tratti di cultura o di arte, di argomenti letterari o di storia. Ogni cosa, ogni argomento può e deve insegnare qualcosa.
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