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Arriva il secondo incontro del bookclub Archetipe narrazioni ribelli: dai “dolori dell’utero” ai tabù del sesso

Il secondo incontro del bookclub Archetipe narrazioni ribelli si terrà giovedì 17 luglio alle ore 18:00, nella Feltrinelli di Napoli in Piazza dei Martiri.

Parleremo di endometriosi, vaginismo, vulvodinia, mestruazioni, dismenorrea e tabù sessuali.

 “Sdoganiamo il tabù del sesso, interrompiamo il circolo e l’idea di purezza femminile e cerchiamo di capire insieme quali sono i dolori che patiamo solo noi. Quando il ciclo ci perseguita e il sesso non è più un rapporto di piacere”

Sono le parole di Benedetta De Nicola, creatrice del primo gruppo di lettura partenopeo transfemminista, nato dal desiderio di avere finalmente uno spazio di scambio. Uno spazio sicuro per esprimere le proprie opinioni in libertà. Non opinioni, esigenze.

Il ciclo spiegato ai maschi” (Marotta&Cafiero) di Maggie Borrelli è stata la nostra prima narrazione ribelle: il 13 giugno, Benedetta De Nicola ha dialogato insieme all’autrice e alla libraia Miryan Gison. Ci hanno raccontato la storia di Marco, che una mattina si sveglia e si ritrova nel corpo di una donna, Martina. Marco rabbrividisce al solo pensiero del ciclo, ma la straordinaria penna di Maggie lo costringerà a fare i conti con i crampi, i dolori e gli sbalzi d’umore; ed anche con i pregiudizi, gli sguardi inopportuni e le battute arroganti con cui Martina ha a che fare ben più di 5 giorni al mese.

Siamo partite dal romanzo per svelare i taboo sulle mestruazioni, innominabili e misteriose come se non fossero le nostre compagne di lunga data. Ad Archetipe le abbiamo nominate a gran voce, imparando a fare amicizia con questa parola, cacofonica, quasi brutta, ma necessaria.

Imparato, sì, perché le donne sono nate e cresciute in una cultura maschilista e patriarcale che inevitabilmente hanno finito per fare propria. L’hanno combattuta perché l’hanno conosciuta bene, sulla pelle e anche dentro al cuore. Nella vergogna di mostrare l’assorbente in pubblico o nel senso di colpa di lasciare i figli per andare a lavoro. Per questo Archetipe è una rivoluzione dall’interno: uno spazio di decostruzione in cui tutte e tutti, insieme, proviamo a scovare le credenze sbagliate, i comportamenti e i sentimenti che affondano le radici nella cultura patriarcale, per riconoscerli e spezzarli. Mettiamo in discussione gli elementi culturali che abbiamo interiorizzato e che le donne hanno tradotto in vergogna, incertezza, paura, colpa.

Decostruirci è un dovere senza genere, che deve avvicinare gli uomini e le donne. Del resto, l’intento del romanzo di Maggie Borrelli era proprio questo: non ridicolizzare gli uomini, ma avvicinarli all’universo femminile attraverso l’empatia, la sola che può abbattere le barriere. Nel secondo incontro ripartiremo proprio da “Il ciclo spiegato ai maschi”, prima di passare ad altri due testi che affrontano i temi del vaginismo e dell’endometriosi: impareremo a nominare altre due parole, così temute da ostacolare persino la diagnosi medica.

I due testi protagonisti del secondo incontro di Archetipe Narrazioni Ribelli

Impenetrabile”, di Alix Garin – fumettista belga, classe 1997 – è un graphic novel edito da Bao Publishing, disponibile all’acquisto in sede il 17 luglio.

“Impenetrabile è una testimonianza di insolita sincerità. Alix Garin (già autrice di Non mi dimenticare) racconta senza farsi sconti la riconquista del proprio corpo e del proprio desiderio dopo aver sofferto per due anni di vaginismo, una condizione che rende impossibile la penetrazione. Per guarire ha dovuto sfidare le imposizioni, le norme, il passato. Lasciarsi alle spalle il senso di colpa e la solitudine imposte da una società in cui non fare l’amore è impensabile, e parlarne è impossibile. Al di là del corpo, Alix mette in dubbio la nostra relazione con il desiderio, con il concetto di coppia e con il mondo stesso, portandoci in una scoperta di noi che invita a non lasciarci abbattere mai. Audace e ottimista, questa storia di guarigione che promette di aiutare a guarire.”

Per Benedetta De Nicola, questo testo è stata la rivelazione degli ultimi mesi di letture. Lo definisce “un marasma di sentimenti, ricordi e rapporti non convenzionali”. La sua promessa di autenticità, il racconto del dolore senza compromessi e la visione del sesso come un obbligo da nascondere, lo rendono perfetto per il secondo incontro di Archetipe.

Il secondo testo si intitola “È solo endometriosi”. È una raccolta di storie a fumetti di Fanny Robin & MaY Fait Des Gribouillis, edito da Becco Giallo.

“Tra il vagare da un medico all’altro e la difficoltà di mantenere una vita sociale, l’endometriosi può diventare un calvario, ma malgrado i dolori e l’assurdità di certe situazioni è sempre possibile trovare un po’ di speranza. Fanny Robin e MaY Fait Des Gribouillis hanno deciso di raccontare la loro esperienza con questa malattia attraverso un fumetto dissacrante, per rivendicare, con una buona dose di ironia, la necessità di una maggiore attenzione e umanità verso i disturbi provocati dall’endometriosi” 

beccogiallo.it

Leggerli insieme ci aiuterà ad ampliare le nostre prospettive, alla continua ricerca dei tentacoli invisibili del patriarcato. Ma non lo faremo da sole!

Gli ospiti del secondo incontro: Elisabetta Carbone e il suo assistente a quattro zampe, Teo

Ospite del secondo incontro di Archetipe sarà Elisabetta Carbone, psicologa sistemico-relazionale, sessuologa clinica e consulente di coppia – che ha aperto da poco uno studio tutto suo – e non per ultimo, redattrice di questo magazine! Insieme a lei parleremo della sessualità femminile e dei vari “dolori dell’utero”, come ama definirli Benedetta: endometriosi, vaginismo, vulvodinia, mestruazioni e molto altro, con un occhio esperto ma rassicurante.

Recentemente, Elisabetta si è raccontata in una meravigliosa intervista proprio su questo magazine. Ci ha spiegato come è nata la sua passione per la psicologia: tra i banchi della facoltà di lettere. Inizia a lavorare come docente, un ruolo che ricopre con tanta passione, ma la curiosità per la mente umana cresce sempre più. Decide così di iscriversi contemporaneamente alla facoltà di psicologia e si appassiona soprattutto alle diramazioni della sessuo-affettività e delle relazioni. Da qui, la spinta a frequentare un master in Sessuologia clinica e consulenza di coppia, per poi iscriversi alla scuola di specializzazione in Psicoterapia sistemico-relazionale con approccio transculturale.

Ci ha parlato anche dell’importanza della terapia nella società contemporanea e di Teo, il suo imprescindibile assistente a 4 zampe, che sarà con noi il 17 luglio.

Parlare con Elisabetta delle funzioni e soprattutto delle disfunzioni del corpo femminile – e farlo nella Feltrinelli di Napoli – è un atto rivoluzionario: per anni il corpo delle donne è rimasto impronunciabile, tranne quando bisognava sessualizzarlo e descriverlo come una macchina perfetta, disponibile e sempre pronta.

Questa impronunciabilità ci ha rese inconsapevoli della nostra stessa anatomia, ma è solo dalla conoscenza e dalla consapevolezza che può partire la rivoluzione. Nel primo articolo della sua nuova rubrica Sex Talk, Elisabetta ci ha parlato proprio di questo, del modo in cui la cultura patriarcale vuole rendere fantastica la (nostra) biologia. Ci ha parlato del ciclo mestruale e delle sue quattro fasi, che noi donne in primis ignoriamo.

“Il ciclo mestruale, con i suoi tabù millenari e la sua capacità di essere contemporaneamente universale e personalissimo, è forse il terreno più fertile per una rivoluzione silenziosa”

Elisabetta Carbone

Sex Talk, con le sue interessantissime spiegazioni sulle disfunzioni e la sessualità del corpo femminile, continuerà fino al giorno dell’incontro, il 17 luglio (piccolo spoiler per voi, il secondo articolo uscirà sul nostro magazine proprio domani e parlerà di vaginismo e vulvodinia): non perdetevele! Per tutte le donne all’ascolto, è il momento di essere viste e riconosciute – anche e soprattutto – nel dolore, e finalmente raccontate, nell’informazione giornalistica e nel romanzo.

Il dolore delle protagoniste di “Impenetrabile” e di “È solo endometriosi” ci aiuterà a rompere il ghiaccio per parlare del nostro dolore: nei profili social di Archetipe infatti, Benedetta De Nicola ha invitato chiunque se la sentisse a raccontare la propria storia in vista dell’incontro: difficoltà dal punto di vista sessuale, disagi, sofferenze. Potete scrivere ad archetipenarrazioniribelli@gmail.com, nei direct del profilo Instagram oppure, per superare le inibizioni, anche attraverso la piattaforma anonima di Tellonym (qui). Siete ancora in tempo per mandarci le vostre testimonianze e potete farlo in qualsiasi modo: in forma scritta ma anche attraverso video, foto, disegni. Potrete esporvi come, se e quanto lo desiderate: se vi va, contattando Benedetta potrete anche concordare un intervento per il 17 luglio, così da avere il giusto spazio durante l’incontro.

Se siete stanche di essere silenziate quando esprimete i vostri disagi, ad Archetipe non vi interromperà nessuno.

Simona Settembrini

Leggi anche: Archetipe Narrazioni Ribelli: il primo incontro del bookblub transfemminista di Benedetta De Nicola

Simona Settembrini

Simona Settembrini, classe 2001, laureata in “Culture Digitali e della Comunicazione”. Per descrivermi al meglio, direi che l’amore, in qualunque sua forma, è sempre al primo posto nella mia vita. Scrivo perché mi aiuta a rendere il mondo meno confuso e per mettere nero su bianco le mie emozioni e quelle degli altri, perché in fondo sono tutte uguali.
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