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Comunità incel: l’odio come arma di difesa

Violenze e abusi sulle donne sono ormai all’ordine del giorno.

Non mancano, infatti, femminicidi quasi quotidianamente.

Tutti ricordiamo la piccola Martina, massacrata dal suo ex fidanzato. Ma anche Sara, Ilaria, Giulia e le tante giovani vite spezzate per la mania del possesso che, nell’era del patriarcato, si fa sempre più forte.

Eppure, scorrendo i commenti riguardo queste notizie, non si può fare a meno di notarne alcuni contro le vittime.

Poteva non andare all’ultimo appuntamento”, “Chissà cosa avrà fatto per meritare questo”, “Lo avrà provocato sicuramente”.

Queste non sono semplici frasi che esprimono la libertà di parola e di pensiero, ma è un’ideologia legata alla violenza.

Oggi parliamo delle comunità incel, una subcultura online in cui gli individui, autodefiniti “celibi involontari”, sono promotori di risentimento, misoginia e disprezzo verso le donne.

Questo termine risale agli anni ‘90, quando iniziano ad essere utilizzati maggiormente i forum. Fu proprio una donna, detta Alana, che creò un sito di “celibi involontari”.

Ma chi sono?

I gruppi incel sono generalmente frequentati da uomini bianchi etero. In queste comunità prevale un’ideologia razzista e misogina, nata dal fatto che, tali persone, non hanno una relazione, poiché si definiscono poco attraenti.

L’odio in questi gruppi aumenta a tal punto da promuivere la cultura dello stupro e le violenze sessuali, quasi come una vendetta personale.

L’episodio emblematico con cui gli incel hanno avuto “successo” è il massacro di Isla Vista, nel 2014, quando Elliot Rodger, un uomo di 22 anni, uccise 6 persone e si suicidò. Prima di questo gesto lasciò una lettera online in cui raccontava la sua rabbia e repressione nei confronti del mondo e delle donne, derivati dal problema di non aver mai avuto una relazione.

La strage di Toronto, risalente al 23 aprile del 2018, è un altro evento drammatico che si riferisce alla comunità incel. Alek Minassian, un canadese di 25 anni, si lanciò con un furgone in mezzo alla folla e uccise 11 persone. Faceva parte del gruppo e, poco prima di commettere la strage, scrisse un post su Facebook in cui inneggiava la ribellione degli incel e il gesto di Elliot.

Cosa genera questo atteggiamento?

Gli incel sono accomunati da una grande frustrazione sentimentale, legata ad un senso di solitudine per incapacità di costruire una relazione. Questo porta ad odiare le donne considerandole la causa del loro dolore.

I membri, inoltre, criticano la società contemporanea, accusandola di manipolare le persone e hanno una visione accentratrice dell’uomo, per ottenere rispetto e ammirazione.

Questo problema ha radici molto profonde. Il vittimismo, la rabbia, il desiderio di controllo e l’ostilità verso il mondo femminile derivano da una mancanza profonda di autostima e assenza totale del controllo di emozioni ed empatia.

Questa estremizzazione è una strategia di difesa che porta questi uomini ad odiare la “causa” del loro male, invece che affrontare i propri demoni interiori.

Insomma, ancora una volta notiamo quanto sia importante la gestione delle emozioni, sottovalutata e snobbata. Se comunità del genere esistono e perché non si pone attenzione alla consapevolezza di un problema, al rispetto per le relazioni e all’educazione emozionale.

La prevenzione, come in ogni ambito, aiuterebbe ad evitare casi del genere e migliorare la nostra società.

Martina Maiorano

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Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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