La casa è un diritto: 50.000 volte sì

Da martedì 11 marzo 2025 e per cinque mesi è possibile firmare a sostegno di una Proposta di legge Costituzionale di iniziativa popolare: il diritto all’abitare.
Perché avere un tetto sopra la testa deve essere un diritto, non un lusso.
Ma quale casa?
La proposta è partita dal comitato nazionale Ma quale casa? un gruppo di giovani provenienti da diverse località italiane che hanno avuto la possibilità di confrontarsi anche sulla base di esperienze dirette, esperienze che portano alla luce realtà dure, ma che troppo spesso sembrano essere dimenticate. La proposta chiede la modifica di tre articoli della Costituzione: 44, 47 e 117
Nel dettaglio, si chiede la modifica dei seguenti articoli:
Articolo 44, ponendo a carico della Repubblica il diritto di garantire l’accesso all’abitazione quale bene primario e mezzo necessario per assicurare alla persona una vita dignitosa e libera.
Articolo 47, estendendo la tutela dei risparmiatori all’accesso anche al godimento dell’abitazione.
Articolo 117, mirando a rafforzare il potere dello Stato aggiungendo tra le materie di competenza esclusiva la definizione delle ‘’norme generali in materia di politiche abitative’’ e alla competenza corrente quella in materia di ‘’programmi di edilizia residenziale pubblica.’’
Durante l’emergenza sanitaria Covid19, la casa è stata l’unico punto fermo, l’unico rifugio davanti ad un mondo che sembrava roteare nel silenzio di infiniti punti interrogativi, e ha assunto diverse forme, diventando una palestra, un ufficio, una scuola, un cinema, ha fatto da sfondo a esperimenti culinari (che probabilmente non abbiamo più riprodotto) ed è da sempre, anche nei cartoni animati per bambini, il simbolo di stabilità e sicurezza: ciò che oggi manca. Una casa per molti è una speranza, un obiettivo che però sembra essere sempre più lontano.
Un’altalena di affitti
Così come un’altalena, i costi da sostenere per avere un tetto sulla testa ‘’volano sempre più in alto’’, aumentando sempre di più e togliendo di conseguenza la possibilità di una serena stabilità. In Italia circa un milione di famiglie vive in condizioni di grande povertà senza un aiuto concreto da parte delle istituzioni, molti vivono nelle case popolari che troppo spesso non consentono una vita dignitosa e molte sono le persone costrette a lasciare la propria casa a causa del costante aumento degli affitti. Oggi, l’Italia ha il numero più alto di persone senza fissa dimora nella sua storia.
Quello dell’abitazione si pone come un problema reale anche e soprattutto nei confronti dei giovani, che a causa degli stipendi bassi, del lavoro precario e della difficoltà di fittare o acquistare una casa, lasciano il cosiddetto nido familiare sempre più tardi e ciò spesso porta a conseguenze psicologiche ed emotive molto importanti: i giovani si sentono sfiduciati, in tanti casi si sentono un fallimento, quando in realtà sembra essere lo Stato a fallire nei loro confronti, non attuando politiche concrete a sostegno del popolo, come in questo caso.
Anche il diritto allo studio è reso più difficile dalla mancanza di residenze universitarie pubbliche, molti sono gli studenti che hanno provato a far sentire la propria voce attraverso manifestazioni, e molti sono coloro i quali hanno occupato gli spazi esterni degli atenei con tende da campeggio, proprio allo scopo di ricevere un aiuto da parte dei ‘’piani alti’’ che però non sembra arrivare.
Portavoce della Proposta è Mattia Santarelli, presidente del comitato Ma quale casa? che si è più volte espresso sottolineando la reale necessità dell’intervento dello stato nella questione abitativa, e lui con tutti i suoi compagni di viaggio, lancia un messaggio chiaro: avere un tetto sopra la testa è giusto. È un diritto. Santarelli afferma:
‘’Garantire una casa sicura, dignitosa e accessibile è il primo passo per garantire il pieno benessere della persona. Senza una casa non possiamo immaginare una vita. La modifica proposta agli articoli 44, 47, 117 della Costituzione in materia di riconoscimento e garanzia del diritto all’abitazione, mira proprio a completare quel disegno costituzionale immaginato dai padri e dalle madri costituenti, che faceva dei diritti sociali un pilastro inscindibile della democrazia.’’
È fissato a 50.000 il numero di firme da raggiungere entro l’11 settembre 2025 e puoi aggiungere la tua qui accedendo comodamente con il tuo SPID
Maggiori informazioni direttamente sul sito del comitato!
Avere un tetto sulla testa è un diritto, non un lusso.
Marianna Russo
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