Bad Influence racconta il lato peggiore dei minori sui social

Bad Influence è il nuovo documentario di Netflix che racconta una storia agghiacciante di abusi e sfruttamento su minori.
Sarà capitato a tutti di vedere qualche video in cui compaiono dei bambini, magari scrollando dei reel su Instagram o scegliendo un video su Youtube.
Nessuno di noi, però, si è mai chiesto se i diritti di tali bambini siano stati rispettati. Questo poiché non esiste una vera e propria legislazione sui minori sui social network (almeno per ora) e questo può generare non pochi problemi. Un esempio eclatante di ciò ci viene proposto da un nuovo ed interessante documentario di Netflix: “Bad influence”.
Nella prima puntata di Bad Influence ci viene presentata Piper, una bambina che è diventata, in pochissimo tempo, una delle maggiori influencer americane. Sin da piccolissima è stata spinta da sua madre a partecipare a concorsi di bellezza e sfilate, sacrificando addirittura la sua educazione scolastica. Proprio sua madre Tiffany è stata la vera artefice del suo successo, fiutando il suo talento e decidendo di caricare i video della figlia su Musical.ly (l’antenato di TikTok). La spontaneità e la freschezza di Piper le hanno ben presto aperto le porte del successo, generando moltissime visualizzazioni ed interazioni.
Il desiderio di notorietà di Tiffany, tuttavia, non si è di certo acquietato così. Dopo aver partecipato ad un programma tv, Piper è sbarcata infatti su Youtube a soli nove anni, caricando video in cui raccontava la sua vita quotidiana. Successivamente, però, Tiffany comprese la necessità di coinvolgere altri bambini nel canale della figlia, trasferendosi a Los Angeles e creando una vera e propria “squad”. Tra video divertenti, challenge e scherzi di vario tipo, questo progetto raggiunse risultati incredibili.
I ragazzini coinvolti crearono veri e propri legami d’amicizia, mentre i guadagni (grazie alla monetizzazione dei canali e alle varie sponsorizzazioni) volarono alle stelle. Quello che all’apparenza sembrava un progetto vincente e sfavillante, tuttavia, nasconde moltissimi scheletri nell’armadio. I bambini della squad erano a tutti gli effetti sfruttati, poiché venivano girati fino a 15 video al giorno. Le riprese si prolungavano spesso fino a notte fonda e i ragazzini erano letteralmente stremati. Tiffany, poi, aveva il completo controllo e si mostrava molto esigente, sgridando e punendo ogni sbaglio durante le registrazioni.
D’altra parte, il pubblico iniziò a notare un progressivo cambiamento nei contenuti pubblicati. Per far diventare i contenuti virali, infatti, Tiffany decise di girare video sempre più estremi ed inappropriati per dei ragazzini di quell’età. Ad alcuni bambini venne chiesto di creare finte relazioni sentimentali, creando delle vere e proprie “ship” che potevano creare empatia nel pubblico. Il culmine si raggiunse quando Tiffany indicò alla costumista di procurare alle bambine vestiti più provocanti, mentre un grafico doveva modificare i loro corpi, per renderli più attraenti. Anche gli scherzi proposti erano via via più estremi. In un’occasione in particolare Piper finse di essersi rotta una gamba e venne portata via da una finta ambulanza.
Mentre davanti alle telecamere cercava di mantenere il controllo, al di fuori di esse Tiffany degenerò. Iniziò infatti ad avere atteggiamenti inappropriati nei confronti di diversi ragazzini, facendo battute volgari e domande invadenti. Queste molestie verbali culminarono una sera, durante una diretta online, quando Tiffany arrivò a baciare davanti a tutti, senza consenso, un ragazzo di 17 anni.
Tutti questi gravi comportamenti fuori luogo portarono molti membri della squad a decidere di allontanarsi. Tuttavia, chiunque decideva di abbandonare il progetto doveva vedersela con l’ira di Tiffany, che arrivava a mandare messaggi con insulti e minacce. Inoltre, i ragazzini che uscivano dal gruppo venivano emarginati da tutti e nei loro confronti veniva organizzata una vera e propria campagna d’odio. Sistematicamente, infatti, i loro canali iniziarono a calare drasticamente in termini di visualizzazioni ed interazioni. Ciò poiché Tiffany e i suoi collaboratori utilizzavano account falsi per segnalare in massa i canali che volevano sabotare.
Questo diabolico sistema funzionò senza intoppi fino al 2022, quando alcuni genitori intentarono una causa contro Tiffany. Questa denuncia ha portato alla luce un quadro ancora più agghiacciante e terrificante. Sono infatti emersi veri e propri abusi fisici e diverse molestie sessuali, soprattutto nei confronti delle ragazzine che hanno frequentato per più tempo la casa di Tiffany.
In seguito alla denuncia del 2022, Youtube ha deciso di demonetizzare l’account di Piper, che non può più guadagnare soldi tramite questa piattaforma. A prova del fatto che è ancora vittima della madre, tuttavia, si è iscritta ad altri siti in cui vende contenuti esclusivi a pagamento, tra cui video e foto in atteggiamenti provocanti ed inappropriati per la sua età.
Questa tremenda storia è solo la punta dell’iceberg di un sistema tossico e pericolosissimo, che va avanti da decenni ormai. I minori non hanno alcun tipo di tutela legale sui social network, negli USA come nel resto del mondo. Solo di recente si stanno sviluppando specifiche leggi a riguardo, che tuttavia non potranno mai impedire del tutto che l’immagine di bambini e ragazzini venga sfruttata.
I cosiddetti “baby influencer” dovrebbero ricevere un compenso per quello che è a tutti gli effetti un lavoro. Inoltre, i bambini non sono consapevoli dei rischi a cui possono andare incontro pubblicando la propria immagine su internet e, proprio per questo, i genitori hanno l’assoluto dovere di tutelarli. Ciò soprattutto poiché i contenuti potrebbero finire sotto le grinfie di malintenzionati. La soluzione migliore consiste nell’aspettare che i bambini raggiungano l’età giusta per comprendere tutti i rischi del caso, decidendo autonomamente come gestire la propria immagine online.
Stefania Berdei
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