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Tecnologie “green” in mostra: inventori e startup ecologiche da tenere d’occhio

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di sostenibilità. La vediamo nei piccoli gesti quotidiani – dagli apparecchi che riducono il consumo d’acqua alla scelta di prodotti biologici – ma anche in abitudini come spostarsi a piedi o in bici, limitare gli sprechi o differenziare correttamente i rifiuti.

Accanto ai comportamenti individuali, però, c’è un mondo in rapido fermento: quello delle startup “green”, nate con l’obiettivo di sviluppare tecnologie che riducano l’impatto ambientale e propongano soluzioni concrete ai problemi del presente. Oggi tratteremo di alcune realtà italiane da tenere d’occhio.

1) CarpeCarbon: la CO₂ catturata dall’aria

Partiamo da CarpeCarbon, una startup torinese che sta lavorando su uno dei temi più urgenti: la riduzione della CO₂ in atmosfera. È la prima in Italia ad aver sviluppato un sistema DAC (Direct Air Capture), un impianto che funziona come un vero e proprio depuratore d’aria.

L’aria viene fatta passare attraverso filtri speciali che catturano selettivamente l’anidride carbonica; una volta saturi, i filtri vengono rigenerati e la CO₂ raccolta viene immagazzinata in appositi serbatoi. Una tecnologia ancora, ma con un potenziale enorme.

2) Planet Farms: l’agricoltura verticale che riduce sprechi e pesticidi

Per quanto riguarda il settore dell’agritech spicca Planet Farms, fondata a Milano nel 2017 da Luca Travaglini e Daniele Benatoff. L’idea è semplice ma rivoluzionaria: creare verdure fresche, nutrienti e dal sapore autentico, coltivate interamente in verticale e in ambiente controllato.

Il risultato? Oltre il 95% di acqua risparmiata, zero pesticidi e consumi di suolo minimi. Una soluzione che punta a rendere le città più autosufficienti dal punto di vista alimentare.

3) Wiseair: sensori intelligenti per monitorare l’aria che respiriamo

Un’altra realtà interessante è sicuramente Wiseair, che ha sviluppato piccoli sensori capaci di misurare in tempo reale la qualità dell’aria. Sono pensati per essere installati nei quartieri, vicino alle scuole o nelle zone trafficate delle città.

Il loro punto di forza è la semplicità: i dati sono accessibili tramite app e permettono ai cittadini di sapere se l’aria che respirano è pulita o meno. Un modo per aumentare la consapevolezza e spingere le amministrazioni locali a intervenire.

4) Krill Design: oggetti sostenibili stampati in 3D

Passiamo al design con Krill Design, una startup milanese in grado di trasformare gli scarti alimentari come bucce d’arancia, caffè o gusci di frutta secca in un materiale biodegradabile da usare con la stampa 3D. Da questi residui nascono lampade, accessori e piccoli oggetti d’arredo completamente circolari.

La sua idea riguarda un nuovo modo di vedere il materiale: tecnico, materiale e autentico.

È un esempio concreto di come l’economia circolare possa diventare creativa e generare valore partendo da ciò che normalmente finirebbe nei rifiuti.

5) Babaco Market: la frutta “imperfetta” che combatte gli sprechi

E per finire, un progetto che riguarda direttamente i consumi: Babaco Market. È un servizio di delivery che recupera frutta e verdura “imperfette”, cioè quei prodotti che non rientrano negli standard estetici della grande distribuzione ma sono perfettamente buoni.

Questi prodotti al posto di venire scartati, vengono consegnati a casa degli utenti in box settimanali. Una soluzione semplice, efficace e alla portata di tutti contro lo spreco alimentare.

Il futuro è già qui

Dalle tecnologie che catturano la CO₂ agli orti verticali, passando per il design circolare e i progetti anti-spreco, queste startup dimostrano che innovazione e sostenibilità possono andare di pari passo. Non si tratta solo di idee futuristiche, ma di soluzioni concrete con l’obiettivo di generare un impatto positivo sull’ambiente e sulla società in cui viviamo. Un promemoria che anche piccoli gesti, uniti a scelte consapevoli, possono contribuire a costruire un futuro più verde per tutti noi.

Giulia Marton

Immagine generata con AI

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Giulia Marton

Classe 2003. In cerca della propria voce tra le mille sfumature della comunicazione. Studio Scienze della Comunicazione, ma vivo anche di musica, montagna e sogni che fanno rumore. Mi chiamo Giulia e sono un work in progress: introversa ma ma curiosa, riflessiva ma affamata di esperienze. Raccolgo passioni come pezzi di un puzzle, cercando quella che mi somigli davvero.
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