Italo Calvino, un eremita a Parigi, un’autobiografia inedita

Nel 1923 nasceva Italo Calvino, uno degli scrittori italiani più amati di sempre. Nel libro autobiografico Eremita a Parigi racconta la sua infanzia in una famiglia laica, cosmopolita e progressista.
“Sono nato nel segno della Bilancia: perciò nel mio carattere equilibrio e squilibrio correggono a vicenda i loro eccessi. Sono nato mentre i miei genitori stavano per tornare in patria dopo anni passati nei Caraibi: da ciò l’instabilità geografica che mi fa continuamente desiderare un altrove. Il sapere dei miei genitori convergeva sul regno vegetale, le sue meraviglie e virtù. Io, attratto da un’altra vegetazione, quella delle frasi scritte, voltai le spalle a quanto essi m’avrebbero potuto insegnare; ma la sapienza dell’umano mi restò ugualmente estranea”.
Sono le parole che Italo Calvino usa per definire se stesso e anche il libro autobiografico che scrive.
Un eremita a Parigi fu pubblicato per la prima volta nell’ottobre del 1994 in una collezione Mondadori dedicata ai libri di Calvino, raccoglie numerosi scritti autobiografici e non solo. L’opera, dal carattere composito, definisce un autoritratto dello scrittore, citando gli spostamenti da Cuba a Sanremo, da Torino a Roma ed infine a Parigi.
Il rapporto di Italo Calvino con la cultura francese è una di quelle di lunghissima durata, cominciata ben prima del periodo di residenza dello scrittore a Parigi, compreso tra la seconda metà degli anni 60 e l’avvio degli 80.
Il legame con la cultura francese, sono il punto cruciale degli studi dell’autore, sia prima del trasferimento definitivo a Square de Châtillon, avvenuto nel 1967, sia dopo. Il soggiorno a Parigi è definito da molti critici, “eremitaggio” e fa riferimento agli anni in cui si colloca l’osservazione dell’autore della cultura francese.
Un eremita a Parigi si suddivide in dodici scritti, editi e inediti, raccolti dalla moglie Esther dopo la sua morte. Pagine autobiografiche. Curioso, quasi paradossale, che questi scritti siano interviste, stralci di taccuino, pagine autobiografiche corredate perfino di un curriculum vitae.
L’opera non è una semplice successione cronologica di eventi precisi e date, ma si tratta di momenti isolati, sprazzi di vita da interpretare per tornare alle origini, all’esplorazione del venire alla luce, come chi, tuffandosi in acqua, riemerge per riprendere aria.
Calvino, svela, grazie a quella che si configura come un’opera postuma, ciò che spesso passa inosservato ma che inevitabilmente merita una menzione.
La Francia e la sua cultura si impongono costantemente come cartina di tornasole della riflessione e del percorso letterario di Calvino, come punto indissolubile del pensiero dell’autore.
Vita, opere, amori, delusioni, ripensamenti di uno scrittore, partigiano, editore, militante, è quanto raccolto in un’unica opera, Un eremita a Parigi, appunto, un libro da leggere tutto d’un fiato, lasciandosi trasportare dall’aplomb e dalla semplicità ricca di spessore ed intensità che pervadono ogni parola, ogni pagina, ogni aspetto dell’opera.
Un’autobiografia proposta come qualcosa di spontaneo, anche se Italo Calvino non pensava alla pubblicazione dell’opera, che rendono Un eremita a Parigi un libro inedito, grazie alla presenza delle note inserite dall’autore e in riferimento alla sincera riflessione sui fatti più significativi della sua vita.
Gerardina Di Massa
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