Dalle bucce al lusso: Vérabuccia® è promotrice di un’innovazione sostenibile

Attraverso un processo brevettato, Vérabuccia® da nuova vita alle bucce non commestibili: trasforma gli scarti vegetali in materiali, a oggi, destinati alla moda e al design.
Da un errore commesso nel 2017, parte l’idea di Vérabuccia®: “In prossimità della conclusione del mio percorso di studi universitari all’Accademia Costume e Moda di Roma e alle prese con la sperimentazione di nuove tecniche di lavorazione su alcuni materiali, sono arrivata al pensiero di riutilizzare la buccia della frutta come nuovo e innovativo materiale”, ci spiega Francesca Nori, designer, Creator e Co-Founder di Vérabuccia® insieme a Fabrizio Moiani, Co-Founder & Product Development.
Figlia d’arte, Francesca è nata a Bracciano, in provincia di Roma ed è cresciuta nella sartoria Cine-teatrale di famiglia: “Fin da piccola ho avuto l’opportunità di essere circondata da un contesto artigianale importante: sono cresciuta nella sartoria di famiglia con la verve artigianale nel sangue, dalla lavorazione del ferro fino alla sartoria”, ma il vero cambiamento è arrivato quando ha volutamente scelto di intraprendere un percorso formativo specifico presso l’Accademia Costume e Moda di Roma, dove Francesca ha preso consapevolezza che “la maestria italiana non è fatta solo di manifattura, ma anche di pensiero, anzi soprattutto di questo”.
Da un’idea, da un errore, e grazie all’aiuto di un’azienda chimica italiana del settore è riuscita in seguito ad arrivare ad unire innovazione e circolarità.
Come nasce Vérabuccia®
Il processo legato alla nascita di Vérabuccia® è stato lento e perpetuo nel tempo: il marchio registrato è frutto della nascita di Ananasse™, il primo materiale bio- based di lusso esotico vegetale. Il materiale è ottenuto dal “reimpiego di un prezioso elemento della natura, la buccia vegetale, inutilizzata e tradizionalmente scartata nei processi post produttivi”. Ciò che rende unico questo progetto è la scelta di non imitare l’estetica della pelle di animali, come avviene oggi con le eco-pelli, pelli vegani, simil pelli o altri materiali bio-based compositi, spesso trattate con plastiche o suoi derivati.
“La peculiarità di Ananasse™ è proprio nella sua estetica: essa riesce per la sua nuova tecnologia a mantenere intatto nel tempo l’aspetto estetico di una buccia di ananas fresca in un nuovo materiale, valorizzando l’origine della materia prima e dando origine a effetti cromatici, particolari e innovativi.
Questa è la chiave per aiutare la società a sposare i valori di un’economia circolare a bassa emissione di carbonio, contribuendo al progresso e sdoganando definitivamente la convenzionalità abituale di nuovi materiali che debbano essere necessariamente copia di quelli già esistenti, al fine di essere accettati nel sistema e utilizzate stabilmente”. “I nuovi materiali spesso influenzano nuovi modi di progettare, produrre, e persino di vivere, generando un grande impatto sulla società”. (Drazin & Küchler, 2015)




Vérabuccia, non solo etica, ma anche moda e design
Ciò che nasce come innovazione si è trasformato negli anni non solo in un gesto di responsabilità ambientale, ma anche in una risorsa preziosa per stilisti e designer: “L’ innovativo processo produttivo coperto da brevetto in Italia e a livello internazionale da Patent Cooperation Treaty, permette a un rifiuto agroalimentare non edibile, come la buccia di ananas, di diventare nuova materia prima per un altro settore in un contesto di circolarità e totale assenza di uso di sostanze plastiche e derivati”.
Vérabuccia® dimostra che sostenibilità ed estetica non sono mondi separati, bensì possono convivere in perfetta armonia; la scelta di recuperare scarti vegetali non risponde soltanto a un’esigenza etica per la riduzione degli sprechi, ma apre nuove possibilità creative per il settore della moda e del design: “Il processo produttivo è attuato scegliendo di agire sulla materialità del prodotto, riconversione e durabilità del ciclo di vita con il minimo utilizzo di nuove risorse, dall’approvvigionamento della buccia alla sua riconversione per arrivare dalla produzione del materiale al prodotto finito”.
Continua Francesca, designer, creator e co-founder di Vérabuccia®, “É innegabile che come per i materiali sul mercato presenti da decenni, continua tuttora lo studio e la ricerca per portare il materiale sempre a uno scalino più alto delle prerogative attuali come quello per l’introduzione in altri ambiti applicativi”.
Bio-based
I prodotti bio-based sono letteralmente materiali o manufatti realizzati a partire da materie prime di origine biologica, cioè derivati da risorse rinnovabili, quali alghe, scarti organici o piante. Ciò che particolarizza un prodotto di origine biologica è la sua origine completamente rinnovabile – no alle risorse fossili, come petrolio o carbone -. “La matrice della buccia di tipo vegetale rispetto a quella prettamente animale presente nel pellame animale rende evidente che i due materiali non possono essere comparabili o uguagliabili, semplicemente perché di natura differente; questo ha reso e rende molto complesso sicuramente far certificare un materiale la cui categoria materica bio-based non è ancora stato ufficialmente disciplinata da normative UNI/ISO”.
Ciò che particolarizza i prodotti di Vérabuccia® e in particolar modo il materiale Ananasse™ è la concentrazione pari al 100% di materiale di scarto organico: “L’assenza di crudeltà, già consolidata dall’ottenimento dell’etichetta di Animal free fashion label dell’Anti-vivisection league e la totale assenza di uso di plastiche del materiale, sta facendo valutare l’idea di acquisire le certificazioni di Plastic Free Certification e People for the Ethical Treatment of Animals”, ha dichiarato Francesca Nori.
Negli ultimi anni la richiesta di tali materiali è cresciuta in maniera significativa e i fattori che alimentano la domanda sono la sempre maggiore consapevolezza ambientale dei consumatori, la regolamentazione da parte delle politiche pubbliche, il desiderio da parte delle singole aziende di una sempre maggiore innovazione tecnologica e la differenziazione del marchio.
Sebbene in Italia, ma in generale in Europa non vi sia ancora completa chiarezza su cosa significhi effettivamente bio-based (“i materiali bio-based si compongono di ulteriori sottocategorie e non tutti necessariamente hanno la stessa composizione di scarto in percentuale, ma comunque rientrano nello stesso nome”) ci sono prove convincenti che la richiesta dei materiali bio-based sia crescendo, in vari settori e in diverse aree geografiche, così come possiamo leggere in un articolo della The Business Research Company.
Il futuro di Vérabuccia®
L’azienda, nata dall’intuizione di trasformare le bucce vegetali in materiali innovativi, si trova oggi al centro di una rivoluzione: Vérabuccia® ha l’opportunità di diventare un punto di riferimento internazionale.
“Le reazioni al nostro progetto, sono state differenti: nel corso degli anni le preoccupazioni ambientali come il surriscaldamento globale, il cambiamento climatico e l’esaurimento delle risorse naturali, hanno portato necessariamente alla nascita di un nuovo consumatore più attento e consapevole sempre alla ricerca di garanzie maggiori nella qualità dei materiali, tracciabilità della filiera come più sensibili al benessere animale”, continua Francesca, “I giovani della generazione Z, attori chiave nella lotta al cambiamento climatico, chiedono la sostituzione dei prodotti di origine animale con prodotti di origine vegetale e sono sempre più orientati su quei brand che hanno un impatto positivo sull’ambiente e sulla società”.
Guardare al futuro di Vérabuccia® significa guardare oltre tutto, oltre anche il concetto di sostenibilità: “Il nostro augurio è quello di lanciare una nuova direzione di progettazione, come la nuova categoria di materiale che abbiamo iniziato a introdurre nella fascia di nicchia del mercato alla quale ci stiamo rivolgendo e di cui Ananasse™ è il primo portavoce. Ci rivolgiamo all’incoraggiamento della diversità e della creatività come motori per resilienza e innovazione. La nostra direzione? Oso auspicare a quella fatta da Coco Chanel nella moda del XX secolo”.
I riconoscimenti di Vérabuccia®
I riconoscimenti degni di nota che hanno premiato l’impegno sociale ed innovativo di Vérabuccia® sono iniziati nel 2021, dalla menzione speciale ricevuta a seguito del concorso di design “RE-FOOD dell’edizione 2021” del Dipartimento di Agraria della Reggia di Portici, alla prima vittoria, arrivata con il contest “Sustainable Innovative Start-up” 2022 della Monte-Carlo Fashion Week, al “Performance Fashion Award ” 2022 del Techtextil della Messe Frankfurt, al riconoscimento “Maestro dell’Innovazione d’Eccellenza”, con la vincita della prima Edizione del Premio Maestri d’Eccellenza nel 2023 di LVMH in collaborazione con Maison Fendi, Confartigianato Imprese e Camera Nazionale della Moda Italiana, al premio per i giovani a servizio dell’Italia, organizzato da Giovani per Roma e Clutech, “Premio Italia Giovane 2023”.
Sono poi seguite: la vittoria al “MIT Design X Venice”, programma dedicato all’innovazione e imprenditorialità del SerenDPT Benefit Company insieme a Fondazione di Venezia e i docenti del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, seguito dalla vincita della seconda edizione del premio start-up “Giovanni Bertagna” 2024 a cura dell’ Associazione Lionello Bonfanti con il patrocinio del comune di Figline e Incisa in Val D’Arno ed il ricevimento per la candidatura al Premio Innovazione Impresapiens, di “Impact 4 Circularity” attribuito dall’Università degli Studi di Roma, “La Sapienza”, il Centro di ricerca e l’Advisory Board del Business Innovation Hub, per la capacità del progetto di generare un impatto tangibile sulla società.




Antonietta Della Femina
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