Relazioni usa e getta: l’era dell’amore a scadenza

C’era una volta il “per sempre”, che oggi dura il tempo di uno swipe. Le relazioni, sempre più usa e getta, assomigliano ai prodotti che troviamo sugli scaffali dei supermercati: con una data di scadenza.
C’era un tempo in cui le relazioni avevano la solidità dei mobili della nonna: massicci, funzionali ed eterni. Oggi i rapporti di coppia sembrano più simili a quei piatti di carta che usiamo per le feste: pratici, disponibili in mille fantasie, ma destinati al cestino dopo l’uso. L’amore sembra avere una data di scadenza più breve di uno yogurt biologico, e il ghosting è diventato una forma d’arte riconosciuta. Ma facciamo un po’ d’ordine.
IL SUPERMERCATO DELL’AMORE
Le app di dating hanno trasformato la ricerca dell’anima gemella in un’esperienza che ricorda pericolosamente lo shopping online. Swipe a destra se ti piace, a sinistra se non ti convince. È un po’ come scegliere i pomodori al supermercato, solo che qui parliamo di esseri umani con sentimenti, sogni, desideri ed emozioni. Insomma, non prodotti da scaffale, ma persone con un cuore pulsante.
In questa logica di mercato relazionale, il principio è chiaro: perché accontentarsi, quando il prossimo profilo potrebbe essere ancora meglio?
È la sindrome del “c’è sempre qualcosa di più interessante dietro l’angolo”, o meglio, a uno swipe di distanza. Il risultato: relazioni che assomigliano più a test di compatibilità che a veri legami affettivi.
LA PSICOLOGIA INCONTRA TINDER
Abbiamo vissuto, negli ultimi anni, ad un vero e proprio cambio di paradigma. Le relazioni si costruiscono all’interno di sistemi (come la famiglia, la società e la cultura in cui siamo immersi) che forniscono regole, significati e aspettative verso l’altro. Ma il nostro sistema attuale ci dice che tutto è sostituibile, che l’impegno è opzionale (proprio come gli optional di un’auto), e che se una relazione richiede troppo sforzo, beh, ci sono altri tre milioni di single nel raggio di 10 chilometri.
I social hanno poi aggiunto un ulteriore livello di complessità. Non basta più gestire la relazione con il partner: bisogna gestire anche la sua rappresentazione pubblica. La coppia diventa un brand da curare, con tanto di fotografie strategicamente filtrate e caption studiate a tavolino.
“Se non pubblichiamo foto insieme, esistiamo davvero come coppia?”
sembra essere la domanda esistenziale del nostro tempo.
L’ALGORITMO NON FA MIRACOLI (MA CI PROVA)
Le app di dating promettono di trovare la compatibilità perfetta attraverso algoritmi sofisticati. Rispondi a domande sulla tua vita, i tuoi gusti musicali e se preferisci i gatti ai cani, et voilà: ecco il tuo match ideale. Peccato che l’amore sia leggermente più complicato di un quiz a risposta multipla.
La verità è che questi algoritmi tendono a creare quello che noi psicologi chiamiamo “l’illusione di scelta infinita”. Più opzioni abbiamo, più diventa difficile impegnarsi davvero con qualcuno. È il paradosso della scelta applicato ai sentimenti: troppa abbondanza genera paralisi decisionale e, ironicamente, insoddisfazione cronica.
IL GHOSTING COME NUOVO LINGUAGGIO RELAZIONALE
E poi c’è lui, il fenomeno del ghosting, quella pratica raffinata di sparire nel nulla senza spiegazioni, come un ninja particolarmente codardo. Una volta, per chiudere una relazione, serviva almeno una conversazione, magari imbarazzante, ma pur sempre una conversazione. Oggi basta non rispondere più ai messaggi e aspettare che l’altro capisca da solo. Codardia? Forse. Analfabetismo affettivo? Sicuramente.
Il ghosting rappresenta un’interruzione traumatica dei pattern comunicativi: non c’è una vera e propria chiusura, non c’è elaborazione, solo un vuoto che l’altro deve riempire con le proprie fantasie e insicurezze. È come interrompere un film a metà: tecnicamente puoi farlo, ma lasci lo spettatore con molte domande… e una certa frustrazione.
ISTANTANEITÀ VS PROFONDITÀ
La nostra è l’era dell’istantaneità. Ordiniamo cibo e arriva in venti minuti, guardiamo serie TV in modalità binge-watching, comunichiamo con emoticon perché scrivere frasi complete richiede troppo tempo… E le relazioni? Dovrebbero seguire lo stesso ritmo frenetico?
Il problema è che costruire intimità emotiva, fiducia e complicità richiede tempo. Non esiste il “fast love” come esiste il fast food (e anche quello, a dirla tutta, non è che faccia poi così bene…). Le relazioni significative si nutrono di pazienza, conflitti, vulnerabilità condivisa e paure. Elementi che difficilmente si condensano in una storia Instagram da 24 ore.
LA PAURA DELL’IMPEGNO MASCHERATA DA LIBERTÀ
“Non sono pronto per qualcosa di serio”. “È complicato…”. “Non so cosa voglio” …
Sono i mantra della nostra generazione e, forse, lo saranno di quella successiva. Sotto queste affermazioni, spesso si nasconde una paura profonda: quella di scegliere davvero, di impegnarsi, di essere vulnerabili.
In un mondo che ci dice che possiamo avere tutto e subito, l’idea di scegliere una sola persona “per sempre” sembra quasi un fallimento. E la verità è che ogni scelta implica una rinuncia, ma va bene così. Non possiamo esplorare tutte le infinite possibilità della nostra vita senza viverne davvero nessuna fino in fondo.
IL RITORNO AL REALE (FORSE)
Eppure, tra tanta digitalizzazione delle emozioni, emerge anche una contro-narrazione. Sempre più persone parlano di “app fatigue”, di stanchezza verso questa modalità di incontro con l’altro in modo superficiale. Alcuni cercano di recuperare modalità più tradizionali: eventi dal vivo, hobby condivisi, presentazioni tramite amici (sì, quelle cose che facevano i nostri genitori).
È possibile che stiamo vivendo una fase di assestamento, dove la tecnologia e l’umanità stanno cercando un nuovo equilibrio. Le app di dating non sono il male assoluto, e hanno permesso a molte persone di incontrarsi e costruire relazioni genuine. Il problema sorge quando diventano l’unico modello, quando la logica del consumo pervade ogni aspetto della nostra vita emotiva.
VERSO UNA NUOVA ECOLOGIA RELAZIONALE
Come uscire da questo labirinto di swipe e notifiche? Le relazioni usa e getta non sono solo una scelta individuale, ma il prodotto di un sistema sociale che valorizza la performance e la novità costante.
La vera sfida non è demonizzare la tecnologia ma usarla con maggiore consapevolezza: riconoscere che dietro ogni profilo c’è una persona complessa, non un prodotto da valutare; accettare che la noia occasionale in una relazione non è un segnale per scappare, ma parte normale del costruire qualcosa di duraturo… e capire che l’impegno non è una prigione, ma la condizione per sperimentare forme più profonde di intimità e connessione emotiva.
EPILOGO (NON USA E GETTA)
Le relazioni da sempre attraversano trasformazioni. Ogni epoca ha avuto i suoi modelli, le sue crisi e le sue ansie. Forse tra cent’anni qualcuno guarderà ai nostri tempi e sorriderà pensando a come cercavamo l’amore con app che ci facevano scorrere profili come fossero carte da gioco.
Nel frattempo, possiamo provare a rallentare. A dare una possibilità a quello che non ci convince al primo swipe. A coltivare la capacità di stare nel conflitto e nella difficoltà invece di fuggire al primo ostacolo. E magari, solo magari, scoprire che alcune cose possono davvero durare.
Elisabetta Carbone
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