Madamato: usanza o barbarie?

Immagina di avere 12 anni e, mentre giochi tranquillamente a casa tua, un bel giorno vieni ceduta ad un uomo molto più grande di te.
Smetti di essere bambina e diventi moglie e madre.
No, purtroppo non è la trama di un film di fantascienza, ma di una pratica che colpì circa 515 donne nella prima metà del ‘900.
Di cosa sto parlando? Del madamato.
Questo fenomeno barbaro era molto diffuso tra le colonie italiane, in Somalia, Eritrea ed Etiopia. In pratica, si trattava di una convivenza temporanea tra uomini bianchi italiani e donne africane.
Veniva ceduta una somma di denaro alla famiglia della giovane che, era prima data all’uomo e poi restituita indietro.
Le ragazze erano giovanissime, molte avevano solo 12 anni, e dovevano intrattenere gli uomini in un rapporto quasi di convivenza, senza matrimonio ufficiale.
Queste donne venivano chiamate appunto “madame” e il rapporto con i loro padroni era asimmetrico, gestito da un dislivello di potere, dettato proprio dalla povertà e necessità di sostegno economico.
Le madame erano considerate inferiori dagli uomini che le affittavano, costrette a vivere nel terrore e nella violenza senza potersi opporre. Abusate fin da bambine, subivano sofferenze atroci, sia fisiche che mentali.
Dal 1937, però, il madamato fu proibito dal regime fascista, perché ritenuto pericoloso e dannoso per la purezza della razza, dato che spesso capitavano gravidanze. In realtà continuò per anni, anche in maniera illegale.
Purtroppo, ad oggi, non possiamo dare un volto e un nome a quelle donne, ma il loro dolore è possibile percepirlo solo attraverso la voce di quegli uomini che hanno approfittato di questa situazione.
Una delle testimonianze più recenti che abbiamo di questa pratica barbara è quella di Indro Montanelli, uno dei più noti giornalisti italiani del ‘900.
Partecipò come volontario alla guerra in Etiopia, con molta tranquillità, dichiarò di aver affittato una giovane etiope di 12 anni, affermando pubblicamente che fosse una pratica comune in quelle zone.
Tantissime furono le indignazioni rispetto a questa vicenda, come la giornalista e scrittrice italiana Elvira Banotti, che tenne testa a Montanelli spiegando che si trattava di una vera e propria violenza, indipendentemente dal fatto che fu effettuata in Europa o in Africa.
Il giornalista si è sempre giustificato sulla questione, affermando che in Etiopia era una pratica normale sposarsi a 12 anni, e non ha mai mostrato il minimo pentimento per l’accaduto.
Si può minimizzare su questa questione?
No, non è possibile. Essere bambini è un diritto universale, indipendentemente dalle leggi e dalle pratiche in uso nei paesi. Il madamato è stato un momento buio italiano, fatto di abusi e potere perpetrato in modi terrificanti.
Saper distinguere il bene dal male e ciò che ci rende razionali e, come affermava Kant, ognuno dovrebbe seguire la propria “legge morale”.
Martina Maiorano
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