Il Mostro su Netflix: verità, ossessioni e dolore. Il lato oscuro dell’Italia

Da oggi, 22 Ottobre 2025, Netflix ci riporta nel cuore di uno dei casi più inquietanti della cronaca nera italiana. “Il mostro” è la miniserie composta da 4 episodi firmata Stefano Sollima e Leonardo Fasoli, che riapre le ferite di una storia vera fatta di ossesioni, paure e silenzi.
Gli anni del terrore
Siamo nel 1982, precisamente il 19 Giugno. Nei pressi di Firenze vengono ritrovati i corpi senza vita di una giovane coppia: Paolo Mainardi e Antonella Minervini. Siamo di fronte al terzo omicidio del cosiddetto Mostro di Firenze, e l’Italia, per oltre un decennio, rimarrà con il fiato sospeso.
La serie diretta da Stefano Sollima e scritta con Leonardo Fasoli ci riporta nell’epoca in cui l’orrore si nascondeva dietro la normalità. Scendeva la notte, e l’incubo prendeva vita.
A indagare è la procuratrice Silvia Della Monica (Interpretata da Liliana Bottone), una donna determinata a dare un volto a chi ha seminato morte tra le colline toscane.
Non si sa chi sia l’assassinio, ma una cosa è certa: l’odio verso il genere femminile è la sua firma. I corpi delle donne vengono mutilati con ferocia, seno e pube colpiti maggiormente, segno dunque di un disprezzo profondo, radicato in una cultura maschilista e patriarcale.
Il mostro non colpiva solo i corpi ma un’intera società che stava in silenzio di fronte al cambiamento
La vera storia dietro la serie
Sollima non cambia la reale storia, ne porta rispetto. Vediamo così Stefano Mele, accusato del primo delitto. Nega, poi confessa e dopo ancora la versione cambia del tutto. A portarlo a compiere tutto ciò -dice – sarebbero stati i fratelli Vinci, Francesco e Salvatore.
La serie segue quindi la pista sarda, una delle teorie più discusse dell’intera inchiesta.
Attraverso questa lente, Il sistema patriarcale, freddo e spietato – dove l’onore e la vergogna contano più della verità, e dove la voce delle donne viene spesso soffocata – è il fulcro principale.
“Il Mostro” non si limita a raccontare la cronaca: ci porta nell’ intimo dell’animo umano, pieno di colpe negate, paure taciute e un’Italia rurale in cui l’apparenza vale più della giustizia, più della difesa della donna, pedina dei giochi di potere degli uomini.
Solima e Fasoli: un racconto di carne e ombre
Solima e Fasoli non cercano il colpevole ma il perché. Non scelgono di fare sensazionalismo, ma esplorano le radici del male. Il loro è un racconto fatto di carne, di ombre e di silenzi.
Raccontano di un sistema malato, figlio del suo tempo — e, forse, non così lontano dal nostro.
Perché a volte sembra che certi mostri non appartengano solo al passato.
Ed è forse questo il vero cuore de Il mostro? non si tratta dei delitti in sè, per quanto siano tremendi, ma del contesto che li genera.
Una società che crea e protegge i suoi mostri. Si preferisce non vedere. Il vero orrore , allora, non è tanto il sangue ma l’assenza di empatia! Ed è forse lì che la serie colpisce forte.
Il cast
- Valentino Mannias è Salvatore Vinci, magnetico, imprevedibile e tormentato.
- Marco Bullitta interpreta Stefano Mele, diviso tra colpa e paura.
- Francesca Olia è Barbara, simbolo del dolore femminile, della libertà negata e della dignità che resiste anche nella vergogna.
Tutti offrono interpretazioni intense, mai eccessive, restituendo allo spettatore l’umanità dietro l’orrore.
Un true crime che non cerca risposte, ma ferite
Gli amanti del true crime ameranno sicuramente la serie, ma ciò che più conta è che Il mostro non vuole dare una verità: raccontare il fallimento di una società che nasconde.
Il male non è sempre un volto nell’ombra ma certe volte e ciò che scegliamo di non vedere
Arianna D’Angelo
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