Chi era Mulâtresse Solitude? La donna che sfidò Napoleone per la libertà

Nonostante la sua storia sia avvolta da un alone di leggenda e mistero, la Mulâtresse Solitude è stata la voce della libertà nelle Antille Francesi, a Guadalupa. La sua figura emblematica rappresenta il coraggio e la determinazione di tutte le donne e gli uomini che hanno lottato contro il colonialismo.
Nata intorno al 1772 a Guadalupa, Solitude era figlia di una donna africana ridotta in schiavitù e di un uomo bianco, a dire della vox populi un marinaio francese. Nata con la pelle e gli occhi chiari – nonostante nella stragrande maggioranza delle rappresentazioni sia rappresentata come afro – venne destinata ai lavori domestici, una condizione meno gravosa rispetto ai lavori nei campi. A seguito del decesso della madre, si unì a una comunità di schiavi fuggitivi, ai più conosciuti come i “marroni”: uomini e donne, sfuggiti alla schiavitù, che si rifugiavano sulle colline, così chiamati per ribadire la discendenza africana.
Solitude da sempre con un forte spirito guerriero, nel 1802 – dopo un periodo di stasi per l’abolizione dell’oppressione schiavista conquistata nel 1794 con la Convenzione nazionale durante la Rivoluzione Francese – si oppose a Napoleone Bonaparte che volle reintrodurre la schiavitù. La scelta politica suscitò non poche rivolte e nella città di Guadalupa insorse una vera e propria resistenza – alla quale la stessa Solitude partecipò nonostante fosse incinta di tre mesi – con a capo figure di spicco come Louis Delgrès e Joseph Ignace. In quello stesso anno il 28 maggio 1802, durante la battaglia di Matouba, alcuni combattenti della resistenza, tra cui Solitude, si trovarono circondati dalle truppe francesi. Molti di loro si suicidarono, facendo esplodere il deposito di polvere da sparo, per sfuggire alla cattura: Solitude sopravvisse, ma fu catturata e imprigionata; venne impiccata il 29 novembre 1802, il giorno dopo aver dato alla luce suo figlio. La figura della Mulâtresse Solitude è diventata un simbolo della lotta contro la schiavitù e della resistenza femminile. Nel 1999 a Les Abymes, a Guadalupa è stata eretta una statua in suo onore e nel 2020, a Parigi è stato inaugurato il “Jardin Solitude”: rappresenta il primo spazio pubblico dedicato a una donna nera nella capitale francese. Nel 2022, le poste francesi sulla strada percorsa a partire dal 2020 hanno emesso un francobollo commemorativo in suo onore.

“Elle était la beauté enchaînée, la maternité suppliciée, l’espoir immolé.”
(“Era la bellezza incatenata, la maternità torturata, la speranza immolata.”)
Da La Mulâtresse Solitude di André Schwarz-Bart (1972)
La storia di Solitude non è solo quella di una donna che ha rifiutato la schiavitù: è la testimonianza di una figlia e di una madre che scelse di alzarsi contro l’ingiustizia; quando tutto invitava al silenzio Mulâtresse Solitude ha deciso di affermare con fermezza e fierezza la sua esistenza, la sua libertà e la sua dignità.
Antonietta Della Femina
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