Smorfupazzi: la web seria napoletana che da voce ai più-pazzi ribelli

Un vampiro, un fricchettone e una diva: non è l’inizio di una barzelletta, ma sono i protagonisti dei Smorfupazzi, una web serie indipendente creata da tre giovani studenti di cinema campani.
Realizzati interamente a mano, i Smorfupazzi raccontano con personalità viva e (auto)ironia, i sogni e le contraddizioni di un’intera generazione.
Una progettazione completamente artigianale, un ritorno all’utilizzo di strumenti antichi – i pupazzi, una vittoria allo Z-Pitch contest (promosso da NABA e Fondazione Cinema per Roma), una crescita
costante tramite i social e il sostegno del pubblico, un originale esempio di comicità e sperimentazione made in Napoli.
L’origine della serie web Smorfupazzi
Tutto è cominciato in un bar l’anno scorso; dalla voglia di esporsi senza però metterci la faccia è nata l’idea degli Smorfupazzi:
“Quello cheinizialmente era un gioco, ben presto è diventato un vero e proprio bisogno. Il progetto nasce dalla necessità di volersi esporre sul web, con il terrore di mostrare la propria faccia. Noi però abbiamo sicuramente una voce e così nascono tre pupazzi a cui questa può essere data, unendo scarti di gommapiuma, pannolenci, vestiti secondhand riadattati e fili di lana, sono nati Smorfupazzi, questi tre pupazzi artigianali, creature nate da “un collage di saperi provenienti da blog, video tutorial su YouTube e community dedicate”.
I tre personaggi rappresentano tre stereotipi diversi: Diego è un pupazzo arancione con lunghi capelli biondi – è un personaggio che usa spesso il dialetto napoletano e ricopre lo stereotipo del fricchettone;
Olimpia, un pupazzo rosa, ha dei lunghi capelli azzurri e ricopre lo stereotipo della diva, sebbene la sua sia solo apparenza; Vimpo invece è un pupazzo di colore viola ed è il più piccolo del trio – è estremamente vivace e presenta due canini finti che gli fanno costantemente avere una “S”
moscia quando parla.






Il legame con la tradizione napoletana e la smorfia
“Il legame con la tradizione napoletana è assolutamente presente a partire dal prefisso “Smorf” che richiama non solo l’omonimo trio, ma anche quello che è la smorfia e il viaggiare tra numeri e significati. Nella smorfia napoletana “o’ pazz” è identificato nel numero 22 a cui noi facciamo spesso riferimento, come se fosse un numero magico”.
Continuando, ci spiegano i Smorfupazzi, “Per noi il legame con la tradizione non è solo citazioni, ma anche la nostra piccola forma di resistenza, con un progetto che guarda un pubblico abbastanza vario,
ma che vuole essere sì italiano, ma soprattutto napoletano e campano.
Qualcosa che si riflette perfettamente nell’utilizzo del ‘dialetto’ per il lessico dei protagonisti”.
Una scelta ben oculata: il desiderio di portare su uno schermo la lingua napoletana miscelata alla lingua italiana nasconde un desiderio di rivalsa e la stessa scelta fa sì che vengano affrontate tematiche apparentemente leggere senza risultare pesanti (discriminazioni, razzismo, colonialismo e riscaldamento globale).
Scrittura e sfide quotidiane
La serie web nasce per dimostrare come l’uso dei Puppets non debba essere limitato alla dimensione dell’infanzia: “La serie è adatta agli adolescenti e ai giovani adulti, e nonostante il linguaggio spesso scurrile, tutto viene censurato, rendendola potenzialmente adatta anche ai bambini”.
Gli episodi dei Smorfupazzi, di circa 20 minuti l’uno, seguono una calendarizzazione a seconda delle festività e dei grandi eventi, da Sanremo agli Oscar (attualmente è disponibile una prima stagione): “Ogni episodio si apre con una situazione surreale da cui scaturisce l’intera puntata, la quale si risolve nel loro studio con l’invito anche di ospiti esterni”.
Fin dall’inizio, a ogni passo compiuto, le difficoltà sono state e continuano
a essere tante:
“Sfide importanti sono quotidiane a partire dalla necessità di dare una forma a questo progetto, ma con un budget ridotto, sino alla promozione, cercando di far conoscere quanto più possibile la nostra storia, passando dalla ricerca di materiali di scarto e luoghi che ci permettono di costruire materialmente il necessario per il nostro esordio. Al momento il set non è ancora stato costruito, però abbiamo un progetto e una raccolta fondi dove chi vuole può aiutarci nella costruzione, anche solo condividendo il link ad amici e conoscenti”.
Il pubblico dei Smorfupazzi
Fin dai primi sketch condivisi sui social, i Smorfupazzi hanno attirato l’attenzione e l’entusiasmo degli spettatori. Ogni post e ogni battuta dei pupazzi ha generato commenti, condivisioni e una richiesta sempre più insistente, quella di veder la storia prendere forma. “Il pubblico sta reagendo straordinariamente bene, ci sono persone che quando vedono i video che postiamo sui social, per promuovere la serie, ci dicono che non vedono l’ora di avere un progetto del genere in Italia e che lo aspettano con ansia. Avendo partecipato allo Z-Pitch Contest le proposte arrivate sono state diverse. Vorremmo però rimanere indipendenti e trovare una casa di produzione conforme ai nostri ideali. Per ora le porte sulla distribuzione sono più che aperte e nel frattempo grazie alla Fondazione Cinema per
Roma saremo al Festival del Cinema di Roma”.
I Smorfupazzi non sanno ancora bene cosa il futuro riserverà loro… nel frattempo seguiamo e sosteniamo con forza ed entusiasmo questi pazzi e buffi pupazzi napoletani.
I loro canali social: Instagram, TikTok, Youtube.
Antonietta Della Femina
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