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Napoli, denunce per alcuni attivisti: cronaca e contestazioni tra solidarietà e polemiche

A Napoli alcuni attivisti – 9 gli avvisi di apertura d’indagine – sono stati denunciati in seguito a iniziative di protesta per le giornate del 15, del 26 e del 27 maggio: avvisi per diverse ipotesi di reato.

“Da tempo denunciamo le tendenze autoritarie che si stanno consumando nel nostro paese: ne sono una prova le apertura d’ indagini che stanno arrivando da martedì, ne è una prova l’irrespirabile clima da stato di polizia favorito dal governo Meloni”, così afferma Davide Dioguardi della Rete a Pieno regime Napoli.

Ma cosa è successo a Napoli in queste giornate?

Il 15 maggio scorso in occasione del 70º anniversario della Nakba un corteo ha sfilato nella città partenopea, partendo da Piazza Garibaldi, con bandiere e striscioni per manifestare solidarietà al popolo palestinese e chiedere il cessate del fuoco nella Striscia di Gaza; nella stessa giornata durante la tappa napoletana del Giro d’Italia, due attivisti Pro Palestina, mentre stava passando la squadra israeliana Israel – Premier Tech, hanno invaso il percorso sportivo, così rischiando di mettere in pericolo gli atleti e gli spettatori.

Il 27 maggio in concomitanza con il vertice NATO sulla sicurezza nel Mediterraneo che si è svolto a Napoli, c’è stato un corteo per dimostrare solidarietà alla Palestina: partito da Piazza del Gesù e diretto a Piazza del Plebiscito, dove ha sede la prefettura; il corteo è stato caratterizzato da lanci di vernici e fumogeni contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni e manganelli.

napoli
Dal profilo social di Mezzocannone Occupato

“Cosa è successo a Napoli il 15 ed il 27 maggio scorso? Una cosa molto semplice: Napoli – che è città di pace ma tutt’altro che pacificata – non ha permesso né alla squadra israeliana, partecipante al giro d’Italia, né ai lord della guerra dell’alleanza atlantica di fare la propria passerella indisturbati. Vogliamo stare dalla parte giusta della storia: contro la guerra ed il genocidio del popolo palestinese”, ha spiegato Marta di Giacomo, attivista del Laboratorio Insurgencia.

La vicenda delle denunce agli attivisti a Napoli, legata alle manifestazioni del 15 e del 27 maggio, ha messo nuovamente in luce la tensione crescente tra diritto alla protesta e gestione dell’ordine pubblico; resta aperto il dibattito su come far conciliare la libertà di espressione con la tutela della collettività in una città che si conferma laboratorio politico e sociale e una voce di solidarietà per la Palestina.

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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