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Manoscritto Voynich, il libro più misterioso del mondo

Sono tanti i manoscritti che nei secoli sono stati scoperti e decifrati, che hanno affascinato gli studiosi e non solo tanto per il contenuto quanto per la forma: il Codice di Archimede, Beowulf, el Cantar de mio Cid…ma ce ne sono alcuni che hanno, si, visto la luce ma il cui contenuto è ancora un mistero.

Il manoscritto Voynich fa parte di quest’ultimo gruppo: difatti, è un codice del XV secolo, risalente tra il 1404 e il 1438, scritto con un sistema di scrittura che non è stato ancora decifrato

All’interno ha anche immagini di piante non identificabili con alcun vegetale noto e l’idioma usato nel testo non fa parte di nessun sistema alfabetico/linguistico conosciuto. 

Definito come “il libro più misterioso del mondo”, è attualmente conservato presso la Biblioteca Beinecke di manoscritti e libri rari dell’Università di Yale.

Wilfrid Voynich è colui a cui è dovuto il nome del manoscritto, ed è un mercante di libri rari di origini polacche, naturalizzato britannico, che acquistò il codice dal collegio gesuita di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, un comune situato nella città di Roma, nel 1912.

Padre Giuseppe Strickland, religioso gesuita, fu il contatto tra Voynich e i gesuiti. Il suo Ordine aveva bisogno di fondi per restaurare la villa, per cui vendette a Voynich trenta volumi della biblioteca, formata anche da una raccolta di trenta volumi del Collegio Romano.

Ed è proprio tra questi libri che c’è il misterioso manoscritto, di cui non si conosce l’origine.

All’interno del libro vi era una lettera di Jan Marek Marci, rettore dell’Università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia, insieme alla quale egli inviava il libro a Roma tramite l’amico poligrafo Athanasius Kircher affinché lo decifrasse.

Voynich affermò che all’interno del manoscritto vi erano annotazioni in greco antico e datò il volume come originario del XIII secolo.

Marci affermava nella lettera, con intestazione “Praga, 19 agosto 1665” (o 1666), che aveva ereditato il manoscritto medievale da un amico – che ricerche successive lo avevano identificato come un non meglio noto alchimista chiamato Georg Baresch.

Inoltre, il suo precedente proprietario, l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, lo aveva acquistato per una cifra molto elevata (600 ducati), credendolo opera di Ruggero Bacone, religioso, filosofo, scienziato, teologo e alchimista britannico.

Da Voynich, il proprietario divenne il commerciante ed esperto di libri antichi Hans P. Kraus, che lo regalò all’Università di Yale, che lo conserva nella Beinecke Rare Book Manuscript Library, archiviato con il numero d’inventario “MS 408”.

Irene Ippolito

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Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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