Il misterioso caso dell’uomo di Somerton

1° dicembre 1948, Somerton.
Sembrava tutto tranquillo lì, sul sobborgo di Adelaide, nel sud dell’Australia. Poi il ritrovamento alle ore 6:30 del corpo, morto, di un uomo ben vestito disteso sulla sabbia, con la testa adagiata sull’argine e i piedi incrociati, rivolti verso il mare.
Ed è così che inizia il mistero dell’uomo di Somerton, vicenda conosciuta anche con il nome di caso Tamam (o Taman) Shud, per via di un pezzetto strappato di una pagina delle poesie persiane Rub ‘ayyat di ‘Umar Khayyam, rinvenuto da una tasca nascosta dei pantaloni dell’uomo, con scritto Tamam Shud, che in persiano significa “finito”, “concluso”.
Si tratta di uno dei più profondi misteri dell’Australia, seguito in tutto il mondo, oggetto di numerose supposizioni sull’identità della vittima. L’interesse pubblico è rilevante soprattutto perché il corpo venne scoperto in un periodo tesissimo, cioè quando era in atto la Guerra fredda.
Difatti, sembrava essere un codice segreto il biglietto trovato nella tasca dell’uomo, quest’ultimo trovato dalla polizia con una sigaretta fumata a metà poggiata sul colletto della camicia e un’altra intera dietro l’orecchio.
Oltre al biglietto, in tasca aveva dei biglietti dell’autobus e del treno, una gomma da masticare, alcuni fiammiferi e due pettini, ma era privo di portafogli, contanti e carta d’identità.
Sebbene sia stato trovato alle 6:30, dall’autopsia si pensò che l’orario della morte fosse intorno alle 2 di mattina del 1° dicembre.
Gli esaminatori forensi sospettarono fosse stato avvelenato, mentre le teorie esclusero la probabilità che fosse una spia. Ma non si sapeva chi quell’uomo fosse. Un’incognita che nessuno poteva risolvere.
Le impronte digitali dell’uomo di Somerton vennero spedite in tutto il mondo, ma non si riusciva a risalire alla sua identità. Venne poi sepolto nel cimitero di Adelaide nel 1949 con una lapida sulla quale si legge: “Qui giace l’uomo sconosciuto che è stato trovato sulla spiaggia di Somerton”.
Ma poi la svolta: dopo più di 70 anni, un ricercatore, Derek Abbot, ha affermato di aver risolto il mistero: l’uomo di Somerton era Carl “Charles” Webb, un ingegnere elettronico nato a Melbourne nel 1905.
Il ricercatore, professore dell’Università di Adelaide, tramite indagini di genealogia genetica, ha trovato corrispondenze per i discendenti di due lontani cugini di Webb, sia da parte paterna che da parte materna.
Abbott è stato in grado di analizzare il DNA dell’uomo usando i capelli conservati che erano stati trovati nel modello in gesso del suo viso che le autorità avevano realizzato.
Ma non finisce qui: il professore ha collaborato con un’esperta forense, Colleen Fitzpatrick, per costruire un albero genealogico esteso utilizzando il DNA. In questo modo, da quattromila nomi, sono riusciti a ricondurre la ricerca ad uno solo: Carl Webb. Hanno poi rintracciato i parenti viventi dell’uomo, usando il loro DNA per confermare l’identità.
Secondo Abbott, Carl Webb era il più giovane di sei fratelli e sposò Dorothy Robertson, conosciuta come Doff Webb. Il professore ha poi dichiarato all’ABC (Australian Broadcasting Corporation):
“Abbiamo prove che si fosse separato dalla moglie e che lei si fosse trasferita nell’Australia Meridionale. Quindi forse era venuto a rintracciarla”.
Irene Ippolito
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