Il Blues: un focus sulla musica del diavolo

Immagina, stai tornando a casa, magari dopo una lunga giornata e cerchi qualcosa che corrisponda al tuo umore tra le miriadi di playlist disponibili online. Niente pop, il rock non si
addice, poi il tuo sguardo cade su una copertina in particolare:
un uomo con una chitarra.
Ma sì, proviamo. Premi play e in un attimo vieni travolto da una sensazione strana da definire: già le prime note ti colpiscono come un pugno allo stomaco.
Congratulazioni, hai appena fatto capolino nel suggestivo mondo del blues, uno dei pochi generi capaci di rispecchiare l’animo umano. In questo articolo parleremo proprio della nascita del blues e del perché quei suoni continuano a
emozionarci così profondamente ancora oggi.
Come nasce il blues
L’etimologia del nome affonda le radici probabilmente nell’espressione inglese “to have the blue devils” (avere malinconia, tristezza).
Nell’America post-secessione qualcosa stava nascendo dalle ceneri della schiavitù. Non si trattava più semplicemente del canto collettivo che per tanto tempo aveva accompagnato i lavori nei
campi, ma qualcosa di più intimo e disperatamente umano.
I Field Hollers (canti da lavoro) e gli Spirituals mutarono forma, le note divennero più lunghe, ripiegate su sé stesse. Stava nascendo il blues così come lo conosciamo oggi.
Caratteristiche musicali
Il blues tradizionalmente segue la scala progressiva I-IV-V, organizzata in dodici battute. Questa struttura melodica dona il classico tocco malinconico che caratterizza questo genere. Il ritmo del blues è generalmente in 4/4, con un accento sui tempi dispari (primo e terzo). Una particolarità è il shuffle rhythm, un ritmo terzinato che conferisce al blues il suo particolare swing. I testi solitamente affrontano temi universali, quali amore sofferto, povertà e ingiustizia sociale.
L’evoluzione: dal Delta Blues al Chicago Blues
Il Delta Blues è uno dei primi stili di blues, nato negli anni venti nel Delta del Mississippi. Il blues del Delta rappresenta infatti un’espressione musicale popolare e genuina, caratterizzata da sonorità a volte scure e cariche di malinconia.
In questo stile musicale risuona ancora l’eredità dei canti degli schiavi afroamericani, che si
trasforma in un linguaggio sonoro distintivo, caratterizzato principalmente dalla chitarra acustica e dall’armonica a bocca.
Con la successiva Grande Migrazione degli anni quaranta qualcosa cambia.
Il Blues rurale arriva nelle grandi città industriali del Nord dando vita al Chicago Blues. Il Blues viene trasformato radicalmente dall’introduzione di chitarre elettriche, armoniche amplificate e
sezioni ritmiche complete.
Dal Blues rurale alla musica moderna
Ritornando a noi, ti sei mai chiesto da dove sia nata la musica così come la conosciamo oggi? Da dove siano partiti tutti i generi musicali che vediamo divisi in categorie su Spotify e simili?
Bene, sappi che è dal Blues che tutto ha avuto inizio. Il Rhythm and Blues, il Soul e persino l’Heavy Metal devono la vita alla struttura armonica del Blues. Ogni accordo, ogni riff, ogni lamento di armonica porta con sé l’eco di quelle piantagioni dove tutto ebbe inizio, trasformando il dolore in bellezza e la marginalità in universalità.
Il Blues moderno: tra tradizione e innovazione
Artisti contemporanei come Joe Bonamassa, Gary Clark Jr. e Samantha Fish sono riusciti a unire perfettamente l’eredità dei propri predecessori con sonorità più moderne e innovative. Il
Blues resta vivo, parlando alla moltitudine di argomenti universali capaci di sconfinare aree geografiche e parlare a qualsivoglia generazione. In conclusione, nessun altro genere riesce a toccare le corde
dell’anima come il blues.
In ogni suono, in ogni nota, resta viva la forza di un popolo che è riuscito a mutare la propria sofferenza in arte, donandoci uno dei lasciti musicali più preziosi della storia.
Ilenia Carratù
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