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Cinque anime a tema mare: un oceano di relax, mistero e dramma

Immaginate: il sole che scintilla sull’acqua, il suono ovattato delle onde, il blu che si stende a perdita d’occhio e un drink nella mano destra. Da sempre, gli anime ambientati in località di mare ci regalano scenari da sogno, legami fugaci, ma anche del sano trash!

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Il respiro incessante dell’oceano ci ricorda che ogni onda porta con sé storie: di viaggi, di misteri, d’amore, di leggende. Ce lo hanno insegnato One Piece e Conan – il ragazzo del futuro, lo ricordano Aria – the animation e Summer Wars, ma noi puntiamo tutto su altri titoli, alcuni conclusi, molti ancora in corso.

Pertanto, in questo articolo ci tufferemo – senza riserve – in alcuni dei migliori anime a tema marino, per scoprire cosa si cela tra le profondità cristalline dell’oceano e i bagliori della superficie che tanto piace agli animatori nipponici!

Grand Blue, un drink in riva al mare


Scavando nella nostra memoria, c’è un’estate che non dimenticheremo mai. Ha il sapore della libertà, l’odore salmastro delle onde, il rumore delle risate sotto le stelle. E Grand Blue è tutto questo: un’esplosione di vita giovanile, un delirio colorato che unisce l’ebbrezza dell’alcol alla maestosità dell’oceano. Iori Kitahara arriva a Izu con sogni tranquilli e progetti ordinati. Tuttavia, gli impegni universitari sono un miraggio che si infrange contro la realtà più sfrenata: un club di sub – il Grand Blue – che adora le immersioni tanto quanto le serate alcoliche. Tra feste assurde, amicizie e la travolgente scoperta delle meraviglie del mare, Grand Blue dipinge un’estate indimenticabile.

L’acqua è una cornice cristallina che accoglie momenti esilaranti e piccoli attimi di introspezione. Tant’è che le immersioni, sospese nel silenzio sottomarino, rappresentano un’oasi di pace tra un delirio e l’altro. Come una nuotata notturna dopo una lunga giornata, Grand Blue è una commedia che disseta l’anima del protagonista e dello spettatore.

Free!, Energia pura

Free! è una storia di rivalità e amicizie salvifiche, racchiusa in quell’attimo sospeso prima di un tuffo. In mare, Haru-kun si sente davvero libero. L’ho recuperato tutto in un’estate, col fresco del ventilatore che asciugava il sudore e il tramonto che si trasformava in alba. Haruka Nanase vive per nuotare. Non per vincere, non per dimostrare qualcosa, perché solo nell’acqua si sente davvero vivo. Intorno a lui, un gruppo di amici appassionati di nuoto – Makoto, Nagisa, Rei – e il rivale Rin, loro vecchio amico. Le storie dei protagonisti si intrecciano tra allenamenti e ricordi d’infanzia, in un crescendo emotivo che parla allo spettatore di crescita, dolore e speranza.

Ed è tutta qui la bellezza di Free!, : la sua capacità di trasformare le gare di nuoto tra adolescenti in un qualcosa in più. Di trascinare lo spettatore in questo viaggio nei sentimenti, tanto da spingerlo a divorare le stagioni che compongono la serie in meno di un mese.

Ride Your Wave, può l’amore andare oltre?

Ride Your Wave è una storia commovente vestita da commedia romantica. Eppure, lentamente, istilla nello spettatore domande esistenziali, stimolandoci a profonde riflessioni in merito a momenti sinceramente toccanti. Hinako è una giovane surfista trasferitasi a Chiba per studiare e vivere vicino all’oceano, dove si sente davvero sé stessa. La sua vita cambia quando viene salvata dal pompiere Minato durante un incendio. I due si innamorano e vivono un’intensa relazione, uniti anche dal surf e dalla meraviglia del mare. Tuttavia, un terribile avvenimento cambia le carte in tavola…

Solo cantando una canzone e osservando una fonte d’acqua, il dolore può essere alleviato. Ride Your Wave è un film d’animazione che intreccia romanticismo, realismo magico e lutto, con la forza simbolica del mare come sfondo emotivo e narrativo. Il film esplora e analizza con minuzia il dolore della perdita, ma anche la difficoltà di lasciar andare e il coraggio di andare avanti, spingendo lo spettatore a riflettere sul significato del termine “eroe”.

Ponyo sulla Scogliera, la fiaba dell’innocenza

Ponyo sulla scogliera è una favola liquida, delicata come la spuma delle onde, ma potente come una tempesta: un piccolo assaggio di magia Ghibli in un film da 101 minuti. Sosuke è un bambino di cinque anni che salva una strana pesciolina intrappolata in un barattolo. Ma Ponyo non è un pesce qualsiasi: è la figlia del Mare e di uno stregone decaduto, è un ibrido, una creatura sospesa tra due mondi, che desidera diventare umana per giocare con chi l’ha salvata. E sarà proprio questo desiderio a sconvolgere l’equilibrio del mondo naturale. Grazie alla maestria di Miyazaki, il mare prende vita: onde che si trasformano in creature vive, abissi pieni di luce e mistero, che fanno da sfondo al legame puro che s’instaura tra Ponyo e Sosuke. Ponyo è un film che incanta gli occhi e accarezza il cuore dello spettatore, dal più giovane al più anziano.  Difatti, Ponyo sulla scogliera è un racconto che parla certamente ai bambini, ma al contempo spinge gli adulti a riflettere sul rispetto per la natura, sull’importanza della gentilezza in un mondo che spesso dimentica cosa significa ascoltare.

Children of the Sea, oltre il blu, il mistero

E se il mare non fosse solo acqua? Se fosse l’origine di una storia a sé? Children of the Sea non è un semplice film anime: è un’esperienza sensoriale, un sogno che ti trascina nelle profondità dell’ignoto. Ruka, adolescente inquieta, incontra due misteriosi fratelli, Umi e Sora, che sembrano essere nati dal mare stesso. Attorno a loro, eventi inspiegabili iniziano a scuotere l’equilibrio del mondo. Le balene si radunano, i pesci migrano come spinti da un richiamo, e l’oceano diventa un portale tra visibile e invisibile. Con uno stile visivo mozzafiato, che fonde arte tradizionale e digitale, Children of the Sea è un inno al legame tra vita e universo. Il mare è madre, è confine, è luogo di nascita e di ritorno, e guardare questo anime è come perdersi in apnea nei propri pensieri.

BONUS: Nadia – Il Mistero della Pietra Azzurra, tra onde e leggende

«Sei uno spirito avventuroso? Allora è me che cercherai.»

Se avete più di 20 anni, vi ricorderete sicuramente di uno degli anime che ha segnato la nostra infanzia: Nadia – Il mistero della pietra azzurra, un inno all’avventura, ma anche un tributo a Jules Verne, arricchito dall’inconfondibile magia dell’animazione giapponese.

È il 1889, Parigi. Jean e Nadia si incontrano tra i fuochi dell’Esposizione Universale, per poi lanciarsi in un viaggio ai confini del mondo e della conoscenza. Sottomarini che solcano abissi sconosciuti, isole perdute, la mitica Atlantide, battaglie e infine il cuore profondo dell’oceano: tutto in Nadia è un crescendo di meraviglia.

Il mare dunque, in Nadia, non è mera ambientazione. L’oceano custodisce segreti millenari, e ogni onda porta con sé una rivelazione. Un’opera a tratti epica, ma che si tinge di romanticismo, mistero e quel senso di stupore che solo i veri viaggi sanno regalare.

Un mare di protagonisti

In ognuna di queste opere, il mare non è solo sfondo: è esso stesso protagonista, talvolta alleato, talvolta minaccia. Può essere sinonimo di festa sfrenata come in Grand Blue, o abisso di segreti come in Nadia, o addirittura culla come in Ponyo, o mistero come in Children of the Sea.

Pertanto, che sia tra le risate goliardiche, le sfide sportive, le fiabe o i viaggi filosofici, l’oceano dell’animazione giapponese ci invita sempre a spogliarci delle nostre certezze, e lasciarci portare dalla corrente. Perché là, in mezzo al Grande Blue, c’è sempre una nuova storia che ci aspetta.

Federica Polino

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Federica Polino

Federica Polino, "per gli amici Polly", appassionata di anime e manga sin dal lontano 1992. Diplomata al liceo classico, dopo una breve tappa all'Accademia di Belle Arti sono tornata all'ovile, iscrivendomi a Lettere Moderne. Affamata di conoscenza, giustizia e divoratrice di libri, siano essi di storia, fantasy o classici, non fa differenza: sono da sempre i miei fedeli compagni d'avventure.
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