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Moda e controversie sul Red Carpet Venezia 2025

Dal punk di Rose Villain al minimalismo etereo di Tilda Swinton, il Red Carpet Venezia 2025 svela moda, contraddizioni e messaggi sociali dietro le luci e i flash.

Non è più soltanto un corridoio che accompagna attori e registi verso le proiezioni ufficiali: il tappeto rosso è diventato un evento nell’evento, spesso più commentato dei film stessi.

red carpet venezia 2025

Il Red Carpet Venezia 2025 come passerella parallela

Il tappeto rosso funziona oggi come una vera passerella, dove la moda è protagonista assoluta.
Non parliamo di moda come ricerca o arte, ma di trend immediati: abiti pensati come storytelling visivi da condividere sui social, corpi e volti trasformati in mosaici mediatici.
I brand comprano attenzione, le celebrity capitalizzano notorietà, e l’apparenza diventa specchio ambiguo del nostro tempo.

Rose Villain e il punk prêt-à-porter

Il primo outfit a colpire al Red Carpet Venezia 2025 è quello di Rose Villain, arrivata a Venezia con un look strong tra punk e haute couture. La cresta scolpita e il corsetto Westwood richiamano ribellione, ma addomesticata: un punk perfetto per Instagram, più spettacolo che dissenso.
Il suo abito in georgette metallizzata e paillettes dorate cattura lo sguardo, ma la provocazione resta estetica. Quello che un tempo era grido di resistenza, oggi appare come ribellione confezionata per i feed.

Cate Blanchett e il paradosso del greenwashing elegante

Con un abito verde smeraldo Armani Privé, Cate Blanchett ha incarnato eleganza e precisione.
Il dettaglio più discusso? L’abito era già stato indossato ai SAG Awards del 2022.
Un gesto che parla di sostenibilità e riuso, ma che sul tappeto rosso si trasforma in cifra stilistica più che azione concreta. Il “greenwashing elegante” dimostra come anche il re-use diventi estetica scintillante, invece che pratica reale.

Heidi e Leni Klum, la lingerie come provocazione

Madre e figlia hanno scelto abiti lingerie firmati Intimissimi, tra corsetti trasparenti e dettagli sensuali.
Una risposta diretta alle polemiche sulle loro campagne pubblicitarie considerate “inappropriate”.
Qui la moda diventa dichiarazione di libertà: chi guarda ci vede trasgressione, chi marketing, chi empowerment. Un gesto che divide, ma che dimostra quanto il Red Carpet Venezia 2025 sia anche terreno di dibattito sociale.

Tilda Swinton e la forza del minimalismo

Spesso provocatoria e performativa, Tilda Swinton ha sorpreso con un abito Chanel minimale, dalle linee e dal colore perlato. Un’eleganza eterea che comunica senza ostentare: la moda può essere politica anche senza slogan, ricordandoci che talvolta i messaggi più radicali si pronunciano a bassa voce.

Il red carpet come specchio del nostro tempo

Il Red Carpet Venezia 2025 si conferma specchio spietato della società. Tra paillettes e corsetti, tra sostenibilità patinata e provocazioni calcolate, emerge la tensione tra immagine e contenuto. La moda non si limita a vestire: divora, interpreta, teatralizza. E la domanda resta aperta: applaudire un vestito basta ancora? O il tappeto rosso dovrebbe diventare, finalmente, una scena di confronto reale?

Serena Parascandolo

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Serena Parascandolo

Serena Parascandolo, classe ’89, napulegna cresciuta tra vicoli, sottoculture di locali underground e sogni infranti. Scrivo di moda, politica e sottoculture con una penna affilata e un cuore malinconico e sorridente, come un ossimoro. Femminista, queer, terrona, mamma. Studio e imparo ancora, perché la strada è lunga e il mondo troppo complicato per accontentarsi. La mia scrittura prova a essere un atto d’amore e una piccola rivolta.
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