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Gli artisti di corte di Ferdinando IV

Nel cuore del XVIII secolo, sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone (1759-1806; poi Ferdinando I delle Due Sicilie dal 1816), la corte napoletana conobbe un vero e proprio splendore artistico. Il giovane re, salito al trono a soli otto anni, fu affiancato da consiglieri e reggenti che contribuirono a trasformare Napoli in un centro culturale di primo piano in Europa. 

Attorno a lui si raccolsero pittori, architetti, musicisti e scultori che seppero coniugare il gusto barocco con le nuove tendenze del Neoclassicismo, in una corte brillante e cosmopolita.

Il trionfo dell’arte pittorica: Hackert e il paesaggio ideale

Uno dei nomi più noti tra gli artisti di corte fu Jakob Philipp Hackert, pittore tedesco arrivato a Napoli nel 1786. Fu nominato pittore ufficiale di corte e accompagnò il re in numerosi viaggi, documentando con precisione e poesia i paesaggi del Regno. Le sue vedute, spesso idealizzate, esaltavano la bellezza della natura campana, da Caserta alla Costiera, fino alla Sicilia, e contribuirono a costruire l’immagine mitica del Mezzogiorno borbonico.

Pittura di corte: tra classicismo e decorazione

Tra i pittori più importanti al servizio della corte borbonica spiccano:

  • Fedele Fischetti, autore di affreschi eleganti e luminosi in stile rococò e neoclassico. Sue opere si trovano nella Reggia di Portici, nel Palazzo Reale di Napoli e nella Reggia di Caserta, dove affrescò sale e soffitti con scene mitologiche e allegoriche.
  • Giuseppe Cammarano, noto per i suoi affreschi teatrali e per il suo talento scenografico, lavorò anche come decoratore alla Reggia di Caserta e al Teatro San Carlo, dove fu scenografo e pittore ufficiale. La sua pittura fondeva elementi barocchi con aperture verso il neoclassicismo.
  • Carlo Beccalli, meno noto al grande pubblico ma presente nei cantieri reali, fu attivo come decoratore e pittore d’ambiente, collaborando spesso con altri artisti della corte in complessi cicli decorativi.
  • Angelo e Carlo Brunelli, artisti di fiducia della corte, furono coinvolti in progetti decorativi sia a Napoli che nelle residenze reali periferiche. Sebbene le notizie biografiche siano scarse, i loro nomi compaiono nei documenti di pagamento per lavori commissionati dalla famiglia reale.
  • Domenico Chelli, valente scultore e decoratore, realizzò opere per chiese e palazzi nobiliari. Fu apprezzato per la sua abilità nel modellato e nella resa espressiva, e la sua carriera si svolse a stretto contatto con l’ambiente artistico promosso dai Borbone.

Architetti e scultori: il sogno neoclassico

Il rinnovamento urbanistico e architettonico voluto da Ferdinando IV passava anche per grandi nomi dell’epoca. Tra questi spicca Luigi Vanvitelli, che pur essendo attivo soprattutto sotto Carlo di Borbone (padre di Ferdinando), lasciò un’impronta indelebile nel Regno, specialmente con la maestosa Reggia di Caserta, completata sotto il regno di Ferdinando. I lavori furono poi proseguiti da suo figlio Carlo Vanvitelli, anch’egli architetto di corte.

Anche la scultura rifiorì grazie a figure come Antonio Canova, che benché non stabilmente alla corte, intrattenne rapporti con l’élite artistica napoletana e influenzò profondamente gli scultori locali. Angelo Viva e Tito Angelini, attivi nella Napoli borbonica, ne furono degni seguaci.

Musica e spettacolo: Paisiello e Cimarosa al servizio del re

La corte di Ferdinando IV non era solo un trionfo di arti visive. La musica occupava un posto centrale, e il re non esitò ad attirare a Napoli alcuni tra i più grandi compositori del tempo. Tra questi, Giovanni Paisiello, nominato maestro di cappella reale, fu autore di opere celebri e si esibì al Teatro di San Carlo, il più importante palcoscenico musicale del Regno. Al suo fianco, Domenico Cimarosa, altro gigante della scuola napoletana, contribuì a rendere l’opera buffa uno dei simboli dell’arte italiana nel mondo.

Il mecenatismo borbonico tra innovazione e conservazione

Il mecenatismo di Ferdinando IV fu, nel complesso, coerente con lo spirito dell’epoca: guardava alle corti europee, cercando di emularle, ma restava legato alla tradizione figurativa locale. L’arte prodotta alla sua corte è il riflesso di un regno in bilico tra l’ancien régime e le novità dell’Illuminismo. La presenza di artisti italiani e stranieri, la varietà degli stili – dal rococò al neoclassico – e l’intensa attività costruttiva e decorativa rendono l’epoca di Ferdinando IV un momento di grande fermento culturale nel Regno di Napoli.

Lucia Russo

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Lucia Russo

Lucia. Amante della luce per destino: nomen omen. Tuttavia crede che per arrivare a quella luce ci sia bisogno del caos e della contraddizione, scrutarsi dentro, accettarsi e avere una profonda fiducia in sé stessi. Il rimedio a tutto il resto: una buona porzione di parmigiana di melanzane.
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