Libri second-hand: quando il prezzo è troppo alto

Con l’ascesa dei prezzi dell’editoria, quasi tutti i lettori accaniti, almeno una volta nella vita, hanno ceduto all’acquisto di libri di seconda mano. Un toccasana anche per la natura e per la tasca. Ma cosa accade quando i venditori eccedono un po’ troppo col prezzo?
Strano sentirlo dire, vero?
Si mira sempre a pensare che acquistare libri di seconda mano sia un vantaggio per la tasca, ma non è sempre così. Vi siete mai chiesti cosa accade quando ad essere messo in vendita è un libro fuori catalogo? I pochi che sono incappati nella disavventura di voler acquistare un libro momentaneamente in pausa stampa – fuori catalogo, appunto – conoscono già la risposta. La persona che vende il libro si fa garante del valore dell’oggetto e decide, troppo spesso, per prezzi altissimi. Ma è eticamente giusta questa dinamica?
Libri nuovi, tutto un altro mondo
Il mondo dell’editoria è un microcosmo con diverse gerarchie e ruoli, piccole api operaie che lavorano a ogni dettaglio di un libro e, in base ai costi di produzione, ne decidono anche per il costo di copertina.
Insomma, quando entriamo in libreria e leggiamo un dato prezzo per un libro, quello è la sintesi di quanto lavoro è costato alla casa editrice che ha deciso di pubblicarlo.
I fattori di scelta di costi, ovviamente, sono tantissimi, tra cui la corposità del libro, eventuali commenti da terzi autori, accuratezza di traduzione e il lavoro di grafica, più o meno presente in base all’edizione.
Insomma, il prezzo è deciso a tavolino con dei criteri importanti e non sottovalutabili, gli stessi che oggi stanno accrescendo il valore medio dei libri stampati.
Un mondo molto complesso e spesso sconosciuto ai lettori.
Ma i second-hand, invece?
Quando ci si rivolge ai second – hand, il criterio non è uguale e, spesso, non ha reali fattori di valutazione. Se il libro è molto popolare e ancora in piena stampa, il prezzo scende spesso vertiginosamente; tuttavia, quando è fuori catalogo, questo cresce senza alcun reale motivo. Dunque, il venditore decide senza alcuna competenza che il valore di un libro possa essere addirittura il triplo del costo iniziale di copertina, stimolando un senso di enorme frustrazione nel lettore che vuole acquistarlo. Non sappiamo con precisione cosa spinge le persone ad agire in tale modo, soprattutto quando si parla di libri che, appunto, torneranno in stampa e non hanno un valore ben precisato poiché recenti e senza alcun fattore distintivo. Sappiamo – o almeno possiamo ipotizzare – che nell’Era del pieno consumismo, anche la più pura delle passioni viene sfruttata senza alcun senso, semplicemente per estorcere somme di denaro maggiori.
Un lavoro di coscienza
Chiamiamolo così, rivolgendoci ai venditori di questi fantomatici libri “di lusso”, che tali sono diventati solo per mano loro. Per quantificare il valore di un libro, ci sono persone addette con anni di studio ed esperienza alle spalle, le stesse che applicano il loro lavoro con testi che davvero hanno un valore aggiunto, come quelli antichi e rarissimi. Inoltre, è bene informarsi sullo stato del libro che si sta vendendo, se indicato come fuori catalogo o fuori stampa e se, eventualmente, i diritti di quel libro sono stati acquistati da un’altra casa editrice, che lo porterà nuovamente in stampa. Insomma, piccole accortezze che renderebbero il mondo del second-hand più pulito e vicino ai valori che accomunano molti – se non tutti – i lettori: una passione antichissima, a cui si sta dando un prezzo troppo alto senza alcuna ragione.
Valeria Ruggiano
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