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Congedo mestruale: anche in Portogallo è stato approvato

In Portogallo è stato accettato il congedo mestruale: tre giorni al mese di assenza giustificata e retribuita. Un progresso importante per le donne, ancora incompleto in Italia.

Per tanto tempo i dolori mestruali sono stati trascurati e ritenuti di poco conto, considerando la sofferenza delle donne come un’esagerazione.
Talvolta, dietro forti dolori si nascondono delle vere patologie croniche, come l’endometriosi e l’adenomiosi che impossibilitano lo svolgimento delle attività quotidiane. Sulla base di questo, in Portogallo è stata approvata la legge che concede tre giorni al mese di congedo per le donne.
Con questa notizia si assiste ad un passo in avanti sia perché viene affrontato un argomento ritenuto tabù, sia perché viene data voce alle sofferenze e al disagio che una donna vive.

Alla Spagna è succeduto il Portogallo, dove il parlamento ha supportato ampiamente la decisione presentata dal partito di sinistra Bloco de Esquerda.

Cosa è previsto dal congedo mestruale?

Oltre ad essere un permesso lavorativo retribuito, la legge prevede che il Servizio Sanitario Nazionale garantisca l’accesso a diagnosi, trattamenti e visite specialistiche, adottando entro 90 giorni delle linee guida cliniche specifiche. Inoltre, i farmaci prescritti dai medici del sistema pubblico sono rimborsabili e c’è per i pazienti con necessità cliniche la possibilità di usufruire della crioconservazione degli ovociti.

Il Portogallo si unisce alle altre nazioni che già in precedenza hanno adottato il congedo mestruale. Negli ultimi tempi si è parlato spesso della Spagna, ma è bene sapere che non è l’unico paese ad aver introdotto questa misura: anche Giappone, Indonesia, Twain e Corea del Sud hanno supportato le donne promuovendo questa legge.

“E in Italia?”, attualmente in Italia il congedo mestruale non è riconosciuto.
Stando all’indagine condotta da WeWorld e Ipsos, in Italia il 32% delle donne sono colpite da forti crampi e dolori durante il ciclo mestruale.
A quanto pare, non è sufficiente perché venga approvato un provvedimento che tuteli la salute di noi donne in Italia.
Se in Portogallo si è sviluppata una maggiore consapevolezza riguardo ai diritti delle donne, tale da trattare le conseguenze del ciclo mestruale con l’importanza che meritano, in Italia sembra ancora un obiettivo lontano. Una conclusione davvero demoralizzante. Non poter avere il diritto di assentarsi a lavoro o a scuola equivale a minimizzare la dolorosa condizione di salute a cui una donna è sottoposta ogni mese.

Alessandra Lima

Immagine generata con AI

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Alessandra Lima

Sono Alessandra, classe 2001 e studentessa di lettere moderne all’Università di Napoli “Federico II”. Mi interessano la letteratura, l’arte e la fotografia, da cui quasi sempre traggo ispirazione per la scrittura che è, a sua volta, una mia passione. Rendo la penna un tramite per lasciare a chi mi legge la possibilità di comunicare col mio mondo interiore e i miei interessi.
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