Napoli è con la Palestina: alcuni comuni che hanno espresso solidarietà alla causa

Noi scendiamo in piazza per le manifestazioni e le proteste per la Palestina, cerchiamo in ogni modo di aiutare, di informare e sensibilizzare, di fare ciò che è in nostro potere…
Ed è molto sconfortante poi guardarsi intorno e notare che le istituzioni restano immobili e silenziose, chiuse nella loro bolla di privilegio mentre è in corso la pulizia etnica di un intero popolo dall’altro lato del Mediterraneo.
Parliamo dello stesso governo italiano che ha appena rinnovato i legami con Israele, e ovviamente anche del governo americano…
Per fortuna, però, la luce trova sempre il modo di farsi vedere. Napoli è una città che combatte, che si fa sentire, che grida contro le ingiustizie; lo ha fatto e lo fa anche per la Palestina. Durante i festeggiamenti per lo scudetto vinto dal Napoli, le bandiere palestinesi ondeggiavano in alto insieme a quelle calcistiche. Le troviamo anche appese ai balconi, così come troviamo le spille e i ciondoli sugli zaini degli studenti e dei lavoratori…e allo stesso modo troviamo sempre tante facce agli eventi organizzati da associazioni che fanno sensibilizzazione ed informazione sulla causa palestinese.
Anche le piccole istituzioni politiche si sono schierate dalla parte giusta della storia.
Partendo in grande, il 23 maggio 2025 il Consiglio Comunale di Napoli, riunitosi nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, ha approvato la mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Un gesto simbolico ma importantissimo, una risposta politica importante che mostra che Napoli vuole libertà e la vuole per tutti.
Anche a Sant’Agnello, dal 27 maggio 2025 sventolano la bandiera palestinese e la bandiera della pace sul balcone del Palazzo Municipale. Queste le parole del sindaco di Sant’Agnello, Antonino Coppola:
“È un piccolo gesto simbolico. Il rispetto dei diritti umani è un valore fondamentale che ogni democrazia ha il dovere di sostenere e di promuovere, senza colori politici, senza distinzioni geografiche. In questa fase storica “la cultura della Pace” non può essere veicolata da un silenzio equidistante. È necessario dimostrare sensibilità e vicinanza in maniera esplicita, diretta e manifesta. A Gaza è in atto un genocidio. A pagarne un prezzo altissimo sono soprattutto i bambini. Non siamo contro un popolo, ma contro un governo che attua crimini e politiche di oppressione e contro ogni forma di organizzazione terroristica. Non c’è spazio per neutralità e indifferenza. Noi ci schieriamo dalla parte di tutte le vittime innocenti”.
E ancora il Consiglio Comunale di Quarto; nella seduta nel 6 maggio 2025, il sindaco Antonio Sabino, la segretaria comunale, gli assessori e i consiglieri comunali hanno posato con la bandiera della Palestina prendendo posizione contro il genocidio in atto.
Le parole del consigliere comunale di maggioranza Davide Secone:
“Da più di due mesi Israele nega l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Non restare in silenzio e prendere posizione è un dovere morale. Prendere posizione come ha fatto Nives Monda, proprietaria della Taverna Santa Chiara, cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Raccontare la verità di quanto sta accadendo oggi per mano del governo di Netanyahu, confutando la tesi mistificatrice dei turisti israeliani a pranzo nel suo locale. Nives ha subito un attacco non solo verbale, ma anche mediatico importante, venendo accusata di antisemitismo. Condannare i crimini di guerra di Israele verso il popolo palestinese vuol dire essere antisionisti e rivendicare il diritto di autodeterminazione del popolo palestinese”.
Napoli non resta in silenzio di fronte al genocidio del popolo palestinese e di fronte all’oppressione sionista e colonialista di Israele.
PALESTINA-LIBERA!
Marcella Cacciapuoti
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