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10 film che hanno segnato la storia del cinema

Una selezione di opere cinematografiche che si sono distinte nel tempo per la loro bellezza e importanza, divenendo vere e proprie pietre miliari

Numerosi sono i film che nel corso della storia del cinema hanno segnato dei cambiamenti fondamentali, entrando nella lista dei cult assoluti da vedere almeno una volta nella vita.

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C’è chi con le proprie tecniche innovative ha contribuito a delle grandi svolte nell’assetto produttivo, chi con la bellezza della narrazione è rimasto nel cuore del pubblico per generazioni, e chi invece ha segnato un’epoca trasformandosi in una vera icona. Abbiamo selezionato dieci titoli imperdibili, che riassumono a pieno la bellezza dell’esperienza cinematografica.

Quarto potere (Citizen Kane, Orson Welles, 1941)

Il geniale regista americano Orson Welles porta sullo schermo nel 1941 un film rivoluzionario per l’epoca, considerato ad oggi uno dei caposaldi della regia e del montaggio cinematografici. La storia si sviluppa attorno alla ricostruzione della vita del magnate dell’industria Charles Foster Kane, che in punto di morte ha lasciato dietro di se un mistero irrisolvibile. La narrazione si alterna tra flashback e presente, raccontando le luci e le ombre di un uomo all’apparenza sotto gli occhi di tutti, ma con dei segreti inconfessabili.

2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odissey, Stanley Kubrick, 1969)

Quella attuata da Stanley Kubrick nel 1969 con questo film fu una vera e propria rivoluzione tecnica e culturale per il genere fantascientifico. Un capolavoro filosofico sul senso dell’umanità, sul progresso e sul nostro destino, una favola kolossal apocalittica che approfondisce il rapporto tra uomo e macchina e fa una riflessione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Esso si compone di quattro episodi che attraversano la storia umana dalla preistoria fino alla sua fine. La famosa sequenza finale dei fasci di luce è stata realizzata con una tecnica innovativa, lo slit-scan, che consiste nel posizionare una fessura di scorrimento tra cinepresa e piano da riprendere.

Il padrino (The Godfather, Francis Ford Coppola, 1972)

Il primo titolo della trilogia di Coppola, ispirato al romanzo omonimo di Mario Puzo del 1969 ha ottenuto ben 10 nomination agli Oscar, conquistando 3 vittorie. Uno dei gangster movie più influenti della storia del cinema, in cima all’elenco di molte liste sui film migliori del Novecento, che narra la storia di Vito Corleone, un immigrato siciliano e padrino della famiglia Corleone, diventato nel 1945 uno dei più potenti capi-mafia italo-americani della città. Questo film ha segnato per Al Pacino e Marlon Brando, una svolta significativa delle loro carriere, che li hanno consacrati tra i migliori delle star hollywoodiane.

La dolce vita (Federico Fellini, 1960)

Colonna portante della storia del cinema italiano in un periodo in cui il paese si risollevava lentamente dalle macerie del Secondo conflitto mondiale. Il film mostra le due facce della medaglia della società romana del dopoguerra attraverso gli occhi del giornalista di cronaca mondana Marcello Rubini, il quale coltiva l’ambizione di diventare romanziere. Il dizionario Morandini descrive il film come una rappresentazione della Roma di quegli anni, raccontata come una “Babilonia precristiana” e “una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica”, e il film è un viaggio nel suo disgusto; il Morandini afferma che La dolce vita è uno “spartiacque del cinema italiano” e “un film cerniera” nella carriera di Fellini.

Cantando sotto la pioggia (Singin’ in the rain, Stanley Donen e Gene Kelly, 1952)

Pellicola ambientata nel periodo che segna il passaggio del cinema da muto a sonoro, in una Hollywood in subbuglio che fa da sfondo al racconto di un celebre attore del cinema muto che viene scritturato per recitare in un film parlato per la prima volta. Uno dei musical più rilevanti della storia e ritenuto dalla critica uno dei film più belli mai realizzati. Il critico cinematografico Franco La Polla lo definisce come «un omaggio affettuoso a un cinema che non c’è più nel momento in cui si pone come registrazione di una transizione drammatica ed epocale…», che rivela in una seconda chiave di lettura i drammi subiti dall’industria cinematografica americana degli anni Cinquanta, in seguito all’arrivo della televisione e alla nuova generazione di spettatori.

Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello (The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring, Peter Jackson, 2001)

Il fortunato adattamento cinematografico della prima parte del romanzo di J. R. R. Tolkien ha ottenuto un grande successo da parte della critica e degli incassi, tra cui la vittoria di quattro premi Oscar su tredici candidature. Il film è caratterizzato da un uso degli effetti speciali assolutamente innovativi per l’epoca, impiegati soprattutto nella rappresentazione della differenza di altezza tra umani, nani e hobbit, con la costruzione di set separati in diverse grandezze scalari. Questa pellicola rappresenta ancora oggi uno degli esempi più grandi dell’uso della CGI per personaggi e scenografie digitali. Da guardare assolutamente se si è amanti del settore VFX (visual effects) e, soprattutto, del genere fantasy.

Guerre stellari: V Episodio – L’Impero colpisce ancora (Star Wars: Episode V – The Empire Strikes Back, Irvin Kershner, 1980)

Il regista Irvin Kershner prende le redini dell’opera di George Lucas per dirigere il quinto episodio della saga (secondo in ordine di produzione), ambientato tre anni dopo le vicende del primo atto (quarto episodio). L’impero galattico si trova ora sotto la guida di Dart Fener e sono alla ricerca dell’Alleanza Ribelle e di Luke Skywalker. Il giovane viene invitato da Obi-Wan Kenobi e dal maestro Yoda a completare l’addestramento da cavaliere Jedi. Il film ha segnato l’intera generazione degli anni ‘80, diventando il dodicesimo film con maggiore incasso di sempre, grazie anche alle sue strategie di marketing e merchandising ufficiali, una campagna pubblicitaria costata ben dieci milioni di dollari. Questo capitolo di Star Wars è oggi definito dalla National Film Registry della Biblioteca del Congresso americana come «film culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo».

Il buono, il brutto, il cattivo (Sergio Leone, 1968)

Preceduto dai film Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più. Il buono, il brutto, il cattivo completa la trilogia del dollaro di Sergio Leone, ed è divenuto uno tra i film western più celebri della storia del cinema, considerato la quintessenza del genere spaghetti western. Leone qui ripropone il personaggio dell’uomo senza nome, interpretato da un giovane Clint Eastwood, ponendolo a metà strada tra un cacciatore di taglie e un giustiziere, rendendolo una figura ambigua. La scena del cosiddetto triello (lo stallo alla messicana) nel finale del film è rimasta esemplare sia per il modo in cui è stata ripresa, sia per il montaggio, sia per l’uso della colonna sonora di Ennio Morricone, che aggiunge al film tensione e potenza evocativa. Anche uno dei maggiori cineasti al mondo, Quentin Tarantino, lo considera tra i migliori film di tutti i tempi, nonché una fonte d’ispirazione.

Quei bravi ragazzi (Goodfellas, Martin Scorsese, 1990)

I gangster movies tornano a riposizionarsi nella classifica dei migliori film di sempre, questa volta con Goodfellas del siculo-americano Martin Scorsese, basato sulle vicende del pentito Henry Hill raccontate nel romanzo Il delitto paga bene dello scrittore e criminologo Nicholas Pileggi. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al novantaquattresimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi. Goodfellas è visto dalla critica come un saggio antropologico sulla mafia, che va a fondo sulle abitudini, i comportamenti e la mentalità della delinquenza italo-americana di Manhattan. Nel 1991 il film ha ottenuto numerose candidature, vincendo quelle di Miglior attore non protagonista per Joe Pesci agli Oscar e quella di Miglior film e Migliore regia ai BAFTA.

Blade Runner (Ridley Scott, 1982)

Il lungometraggio fantascientifico distopico che negli anni ‘80 divise la critica. La storia è ambientata in una Los Angeles futuristica di un ipotetico 2019, in cui androidi con sembianze umane vengono fabbricati e utilizzati come forza-lavoro nelle colonie extra-terrestri; i replicanti ribelli che si danno alla fuga vengono cacciati ed eliminati fisicamente da agenti speciali chiamati “blade runner”. Il poliziotto fuori servizio Rick Deckard (interpretato da Harrison Ford) decide di accettare un’ultima missione per eliminare un gruppo di androidi in fuga. Ridley Scott considera Blade Runner il suo film più completo e personale, nonostante le controversie che hanno portato alla distribuzione di molteplici versioni in diversi paesi e alcuni pareri della critica discordanti. Ad oggi questo film è considerato uno tra i maggiori capolavori della fantascienza, poiché è stato in grado di lasciare il segno in un genere dalle infinite declinazioni, approfondendo anch’esso sulla scia di molte altre opere, le implicazioni morali ed etiche della clonazione degli esseri umani e dell’eugenetica.

Ilaria Perris

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Ilaria Perris

Classe 2003, cinefila, sognatrice e napoletana. Studentessa di cinema e audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Appassionata di letteratura, arte, critica cinematografica e musica. Credo fortemente nel potere e nella libertà della scrittura e della corretta informazione.
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