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Segreti dal sottosuolo: la necropoli di Roccagloriosa, viaggio tra vita e morte

Nel cuore del Cilento vi è una delle testimonianze archeologiche più significative della cultura lucana tra il V e il III secolo a.C.

Attraverso le sue tombe, riccamente corredate, il sito offre uno spaccato della società preromana, rivelando aspetti importanti della vita, delle credenze e dei riti funerari.

Gli scavi archeologici, condotti a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, hanno riportato alla luce una comunità che ha lasciato tracce profonde nel paesaggio dell’intera Italia meridionale.

LA STORIA DELLA NECROPOLI

Là dove riposano gli antichi, nel Cilento misterioso e arcaico, ritroviamo la necropoli di Roccagloriosa, uno dei siti più preziosi per vivere e scoprire la società e la cultura delle comunità italiche prima della romanizzazione. Tra le valli del Mingardo e del Bussento dopo una serie di prime segnalazioni e di sopralluoghi, nel 1971 l’archeologo Mario Napoli avviò la prima vera esplorazione archeologica dell’area. In quella occasione furono intercettati e messi in luce alcuni tratti della cinta muraria e dopo i primi risultati fu data la conferma della presenza di un antico insediamento.

Nel 1976 a seguito di queste prime evidenze fu avviata nell’area individuata una campagna di scavi a opera della Soprintendenza archeologica di Salerno: i risultati delle indagini confermarono l’esistenza, nel territorio di Roccagloriosa, di un ricco agglomerato frequentato dall’uomo sin dalle epoche più remote. Mura di fortificazione, nuclei abitativi e anche una necropoli fanno parte delle ricerche e scoperte del sito: insieme scopriremo i segreti che si celano nella necropoli di Roccagloriosa. Ubicata all’esterno nel circuito murario, nell’attuale località La Scala, la necropoli ha restituito numerose tombe di età lucana divenute famose per la ricchezza dei corredi e per il loro carattere monumentale; significative sono le tombe a camera 19 e 24.

Le tombe rinvenute all’interno dello stesso recinto hanno fatto ipotizzare che i proprietari delle due sepolture appartenessero allo stesso nucleo familiare. In entrambe sono state rinvenute crateri, i vasi all’interno del quale durante i banchetti si mescolava il vino con l’acqua, vasi che testimoniano la nobiltà dei defunti e l’autorevolezza della loro stirpe. Emblematica è la Tomba 24, la più grande delle tombe a camera di Roccagloriosa, la quale apparteneva a una donna. La ricchezza del corredo rivela che la donna, al momento della morte poco più che quarantenne, rivestisse un ruolo eminente nell’intera comunità: coppe di bronzo, vasi, gioielli e oli profumati. Una chiara testimonianza di come il ruolo delle donne nella società fosse ampiamente riconosciuto e celebrato.

LA STORIA DI ROCCAGLORIOSA

Nonostante le dimensioni attuali, in passato il territorio di Roccagloriosa ha rivestito un ruolo di grande rilievo, in particolare durante l’età ellenistica quando fu sede di un importante insediamento lucano. La sua protezione strategica tra la costa e l’entroterra ne ha sempre fatto un punto chiave tant’è che tra il V e il III secolo a.C. visse un periodo di grande insediamento.

Questo centro urbano fu progressivamente influenzato dalla cultura greca così come testimoniato dai ritrovamenti all’interno della necropoli; a partire dal III secolo fu progressivamente abbandonato probabilmente con l’avanzata dei romani nella regione. Dopo secoli di silenzio la zona tornò a essere popolata in età medievale e il borgo attuale nacque tra il IX e l’XI secolo, durante l’epoca longobarda. Il nome Roccagloriosa si diffuse in questo periodo: il termine rocca, usato per indicare la fortificazione sull’altura, si unisce all’epiteto gloriosa, forse legato alla devozione mariana o testimonianza di un origine religiosa del sito.

“…a tramontana trovasi la Roccagloriosa; paese grande, ed in bellissimo sito allogato: Ad esso sta quasi unito un altro piccolo paese chiamato la Rocchetta, ed ambedue hanno la veduta ne’ piani del Menicardo, delle montagne di Cuccaro, e di Laurito, come del mare sul seno Vibonese, o sia golfo di Policastro, ecc. Fu paese cosiddetto della Rocca, che i Bulgari vi fabbricarono, di cui ancora le vestigia si vedono il castello.”

La Lucania – discorsi di Antonini G.

Durante il medioevo il paese fu soggetto a varie dominazioni feudali; con l’Unità d’Italia Roccagloriosa seguì il destino del Regno delle due Sicilie divenendo parte dello stato italiano. Attualmente il paese ha una popolazione di 1500 abitanti ed è possibile visitare e vivere a pieno la sua storia sia sul campo, che al Museo Archeologico di Roccagloriosa.

Antonietta Della Femina

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immagine generata con AI

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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