La storia dimenticata: il massacro di Sand Creek

Il massacro dei nativi americani è uno dei più atroci mai accaduti fino ai giorni nostri.
Fin dalla scoperta delle Americhe, da parte di Cristoforo Colombo nel 1492, gli europei hanno iniziato la colonizzazione e l’espansione ai danni delle popolazioni originarie di quella zona, per esempio Maya, Inca e Aztechi.
Oltre ai massacri fisici, i colonizzatori hanno portato numerose malattie ai nativi, come il vaiolo, causando tantissimi morti e un calo demografico molto alto.
Uno degli episodi più tragici di quel periodo fu il cosiddetto “massacro di Sand Creek”, in Colorado, dove persero la vita circa 200 persone, maggiormente donne e bambini.
Ma partiamo dall’inizio.
Il Colorado era conteso tra colonizzatori e nativi, popolazioni Chayanne e Arapaho. I capi tribù cercavano la pace e trovarono diversi compromessi per non perdere i propri territori.
Ovviamente ai coloni questa situazione non andava bene, e continuavano a considerare i nativi come nemici ed ostacoli alla loro espansione.
Nel 1864, il colonnello John Chivington guidò diversi soldati contro gli Chayanne sul fiume Sand Creek, violando ogni trattato con i nativi.
L’attacco non fu rivolto contro i guerrieri, ma al resto della popolazione, principalmente donne, anziani e bambini, che, disarmati, innalzarono le bandiere bianche contro l’esercito americano.
Tutto questo non servì a nulla.
Chivington e i suoi uomini uccisero brutalmente circa 200 nativi, mutilando i corpi per portarli come trofei di guerra.
Le conseguenze per il colonnello non furono buone, infatti, l’opinione pubblica americana si oppose a questo gesto condannandolo e non ritenendolo una vittoria di guerra.
In realtà Chivington non ebbe mai un processo penale, e poco dopo lasciò l’esercito. La situazione per i nativi non migliorò, portando a guerre continue per l’appropriazione di territori che appartenevano agli indigeni da secoli.
Oggi il governo americano ha riconosciuto ufficialmente quell’episodio come un grave massacro ed è possibile leggerne la storia proprio a Sand Creek, diventato National Historic Site.
Altro riferimento a questo triste aneddoto è la canzone di Fabrizio De André, “Fiume Sand Creek”, pubblicata nel 1981 che narra il massacro dal punto di vista di un bambino Cheyenne.
“Si sono presi il nostro cuore sotto una coperta scura
Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
Fu un generale di vent’anni
Occhi turchini e giacca uguale
Figlio d’ un temporale.
Ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek”
Fabrizio De André – Fiume Sand Creek
Martina Maiorano
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Immagine generata da AI