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La satira di Saltykov-Ščedrin: ridere del potere, oggi come allora

Quando si parla della Russia e della sua letteratura, il nostro pensiero va direttamente a libri quali Delitto e Castigo di Dostoevskij o Guerra e Pace di Tolstoj.

Ma se ti dicessi che nel pantheon della letteratura russa si trova un autore che non solo ha composto opere incredibili ma è anche riuscito a criticare apertamente lo Stato e le ingiustizie sociali grazie all’utilizzo della satira? 

C’è un momento nella storia di ogni popolo in cui la risata diventa un vero e proprio atto di resistenza. Nella Russia del diciannovesimo secolo – oppressa dalla burocrazia e dall’autocrazia zarista –  fu Michail E. Saltykov, noto con lo pseudonimo Ščedrin, a usare questo potente strumento per denunciare i soprusi del potere. Ma qual è la peculiarità della satira di Saltykov? E in che modo riesce ancora a comunicarci qualcosa a distanza di tempo? 

Se sono queste le domande che ti stai ponendo in questo momento, resta con me. In questo articolo scoprirai chi era Saltykov-Ščedrin e in che modo è riuscito a rendere le proprie opere un potente antidoto contro ogni forma di ingiustizia legittimata.

Saltykov-Ščedrin e l’utilizzo della satira come arma

Quale sia la paradossalità della figura di questo autore si capisce già dal duplice cognome. Nato nel 1826, crebbe negli anni più rigidi della Russia zarista in termini di libertà di espressione. Dopo gli studi e un impiego da funzionario statale, toccò con mano i meccanismi dello Stato russo: vide la corruzione e l’assurdità insita in ogni angolo della struttura gerarchica russa. Tutto ciò gli consentì di rappresentare con una precisione impressionante non soltanto la Russia del diciannovesimo secolo, ma anche le società successive. 

La sua produzione letteraria si concentrò su temi universali: funzionari dispotici, la totale passività del popolo e l’automatismo ottuso delle leggi e delle tradizioni.

Storia di una città: il limite dell’assurdo

Tra le opere più rappresentative dell’autore troviamo Storia di una città (1870), una denuncia feroce del potere in ogni sua forma. Ambientato nella città di Stupidonia (Glupyj), il romanzo ci presenta un mondo al contrario, dove si susseguono governatori così surreali da risultare quasi inquietanti. Ad esempio, il governatore Borodavkin aveva una strana passione: costruire sulla sabbia sapendo che ogni cosa sarebbe subito crollata. Oppure il suo successore, Ugrjum-Burčejev, che aveva costretto gli abitanti ad arare la terra tracciando le iniziali di personaggi storici che si erano distinti per la loro inflessibilità e gli era permesso di riposare, di tanto in tanto, solo marciando.

Sembra un’invenzione, eppure non lo è. Sono ritratti fedeli della Russia imperiale, ridicolizzati solo quel tanto che basta per non finire esiliati in Siberia.

Allo stesso modo viene rappresentato il popolo. Cittadini liberi che si sottomettono di propria spontanea volontà, incapaci di qualsiasi ribellione alle ingiustizie perpetrate dal potere e profondamente incapaci di qualsiasi autogestione. Un racconto ironico e grottesco in grado di scardinare con forza le credenze e le abitudini comuni. É importante sottolineare che l’obiettivo ultimo di Saltykov non è quello di provocare la risata, ma un barlume di consapevolezza collettiva

Perché la satira di Saltykov-Ščedrin è ancora attuale?

In un’epoca come la nostra, in cui la disinformazione e gli slogan accattivanti sono diventati una vera e propria arma di controllo collettivo, Saltykov risulta incredibilmente attuale. 

La sua satira risulta di un’attualità sconvolgente proprio perché Saltykov non si è mai concentrato su un singolo aspetto della società ma ha criticato apertamente i meccanismi del potere in quanto tali. I suoi personaggi non sono individui, ma funzioni sociali.

L’elemento del ridicolo e del grottesco è lo stesso che percepiamo oggi durante i dibattiti politici, quando sentiamo parlare di leggi assurde oppure vediamo dinamiche collettive in cui spesso la ragione abdica di fronte all’autorità.

Pensiamo alla propaganda spacciata per informazione o ai ruoli pubblici troppo spesso assegnati per fedeltà piuttosto che per competenza. Pensiamo per un attimo a tutti i cittadini che per quieto vivere voltano lo sguardo altrove. 

Rileggere le sue opere, oggi come allora, rappresenta uno strumento di difesa contro la stupidità organizzata, l’obbedienza cieca e di paternale fine a sé stessa. In tempi di retorica insensata e di intrattenimento sterile, leggere Saltykov-Ščedrin è un esercizio di lucidità

Per questo oggi la sua voce ci serve più che mai.

Ilenia Carratù

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Foto copertina: Fatta da me su Canva

Ilenia Carratù

Ilenia, classe 1998. Laureata in Lingue e Culture Comparate, è sempre stata attratta più dalle storie che dalle opinioni altrui. Appassionata di letteratura anglosassone e russa cerca, tra parole e silenzi, quel tipo di verità che solo quest’ambito sa suggerire. Oltre alla lettura, ama il cinema, la musica e il mondo esoterico.
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