Figli riconosciuti anagraficamente da entrambe le madri: la nuova sentenza della Corte Costituzionale

La Consulta dà il permesso di riconoscere, in qualità di “figlio”, i bambini nati da PMA – procreazione medicalmente assistita – all’estero da entrambe le madri.
Sembra che si respiri un’aria diversa, fatta di progresso per le coppie omosessuali e di tutela per l’identità e i diritti dei minori.
In un’Italia che solitamente non si è mai risparmiata di mostrare dissenso verso le famiglie arcobaleno, possiamo dire di star calpestando un altro gradino per raggiungere la vetta: l’uguaglianza.
Questa sentenza rivoluzionaria va a sconvolgere un modello familiare esclusivo, determinando un principio importante: ogni bambino ha diritto di riconoscere due genitori, anche se dello stesso sesso.
Tutto è cominciato nel 2024, quando il Tribunale di Lucca ha sollevato una questione importante. Oggi, quella battaglia trova finalmente risposta nella sentenza n. 68/2025: una decisione che segna un punto di svolta per tante famiglie. La Corte ha giudicato incostituzionale il divieto di riconoscimento della madre “intenzionale”.
“Chi sarebbe?”: la donna che, pur non portando in grembo il nascituro, ha assicurato il proprio contributo e la propria partecipazione al progetto genitoriale. Questa negazione, secondo la Consulta, non garantisce le tutele affettive, legali ed economiche del minore.
È un chiaro segnale, indice di progresso, poiché fino ad oggi la legge italiana – la 40/2004 – consentiva il riconoscimento anagrafico esclusivamente alla madre biologica. Grazie alla nuova sentenza n. 68/2025, invece, si è dato il via ad un processo di sradicamento da una condizione di discriminazione grave.
In questo caso il bene del bambino diventa il punto focale della questione, andando al di là della famiglia “standard” che per anni si è considerata l’unica forma valida.
La Corte che afferma: “Il figlio ha diritto a essere riconosciuto da entrambe le madri sin dalla nascita”, si rende promotrice dell’ideale che la genitorialità non è un dato esclusivamente biologico.
Tanti sono gli aspetti che ti rendono genitori, quali la presenza, la responsabilità, la cura e l’amore, fattori che dovrebbero essere posti alla base di ciascun nucleo familiare senza distinzione alcuna.
La comunità LGBTQ+ aggiunge un nuovo tassello al mosaico dei diritti per cui lotta ogni giorno con determinazione.
Il fatto che l’amore per un figlio non si cancella da un atto di nascita, ne prende atto anche lo Stato e per le famiglie omogenitoriali equivale a ricevere parità dei diritti e del riconoscimento di dignità. Soprattutto all’interno di una società che può diventare più inclusiva, dove ciò che lega una famiglia è l’amore e non dinamiche sociali retrograde.
Alessandra Lima
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