Costituzione di Melfi: Federico II e le donne

Monarca illuminato, riformatore per eccellenza e personaggio di grande fama.
Federico Ruggero di Hohenstaufen, più conosciuto come Federico II di Svevia, è uno dei sovrani più importanti e rinomati nel nostro paese.
Nacque nel 1194 a Jesi, da Costanza d’Altavilla ed Enrico VI, figlio del celebre Federico Barbarossa.
La sua fama fu talmente importante che passò alla storia con l’appellativo di Stupor Mundi, ovvero “meraviglia del mondo”. Questo per la sua grande personalità e l’immenso intelletto.
Era un grande intenditore di filosofia, astrologia e scienze, accolse alla sua corte artisti e poeti, rendendo il suo regno ricco di cultura.
Tutto ciò probabilmente già lo sapete.
C’è però un argomento molto particolare che riguarda Federico II, ed è relativo alle Costituzioni di Melfi, anche dette Liber Augustalis, promulgate da lui stesso nel 1231.
Si trattava di una raccolta di leggi emanate nella città di Melfi che volevano rafforzare il potere del re limitando quello dei feudatari. Federico si ispirava al Corpus Iuris Civilis di Giustiniano, mirando proprio a riprendere i privilegi regali “rubati”, secondo lui, dai nobili locali.
Sembra una cosa normalissima, che qualunque sovrano avrebbe fatto. C’è però un punto particolare in queste leggi, ovvero alcune norme che riguardano le donne.
Sconvolgente vero?
Federico II di Svevia fu il primo a dettare una sorta di legge per la tutela delle donne.
Le vedove, per esempio, potevano rimanere a casa del marito e godere di una parte dei beni. Ancora, si legge, che l’adulterio era punito da entrambe le parti, ovviamente in maniera più severa per le donne, le quali erano fustigate o veniva loro tagliato il naso, ma siamo pur sempre nel 1200.
Punto importante fu la tolleranza per la prostituzione, pur sempre regolamentata, in quanto le prostitute non potevano mescolarsi alle altre donne.
Nelle Costituzioni di Melfi, il monarca condannò con la pena di morte chi rapisce le donne o le spose, revocò anche il matrimonio riparatore:
“Cessante quell’antiqua consuetudine che voleva che, si lo rapitore la pigliasse per mogliere, non fosse tenuto ad alcuna pena”.
Morte anche per la violenza sessuale e sanzioni per chi non interveniva in caso di grida d’aiuto da parte di donne.
Insomma, Federico II è stato un sovrano davvero rivoluzionario, in ogni ambito del suo operato.
Sebbene, ad oggi, queste leggi ci sembrano assurde, bisogna ricordare il contesto storico del re, e i cambiamenti che ha messo in atto, dando un piccolo barlume di speranza e aprendo un po’ la strada verso il progresso.
Martina Maiorano
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