Ciao, sono Sara e ho l’endometriosi

Ciao, sono Sara e ho 21 anni.
Oggi voglio parlare di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, l’endometriosi, e voglio farlo con te che mi stai leggendo.
Ciao, sono Sara e ho nove anni e mezzo. Ogni anno mia mamma e mia zia organizzano una festa di carnevale nella piccola taverna del nostro condominio, è un momento di pura gioia, partecipano tutti i miei compagni di classe e la parola d’ordine è divertimento! Uno dei miei momenti preferiti è quello che precede la festa, quando andiamo a comprare i costumi per travestirci, e quel giorno è oggi. Sono felice, ma non mi sento troppo in forma: ho mal di testa e mal di pancia. Abbiamo scelto i vestiti e quando sono tornata a casa ho capito il perché di quel malessere fisico: ho il ciclo! Mia mamma mi ha spiegato tutto e mi ha detto che può capitare di avere un leggero mal di testa e di sentirsi stanche; perciò, non mi preoccupo ma anzi sono contenta perché significa che sto diventando grande, sono diventata ‘’una signorina’’ come hanno detto le mie nonne e quindi penso di poter sopportare quel mal di pancia.
Ciao, sono Sara e ho 14 anni, oggi è il primo giorno di ciclo e mi scoppia la testa. È un po’ irregolare ma sapevo che sarebbe arrivato perché durante i giorni precedenti ho avuto dolori al seno e alla schiena, inoltre mi sono spuntati diversi brufoli in fronte e qualcuno sul viso e non riesco a coprirli neanche con i trucchi che ho trovato in bagno, ma questo è il male minore: a stento riesco a tenere gli occhi aperti, non riesco ad andare a scuola, ma ho una verifica importante e devo farlo per forza, il prof ha detto che non sarà possibile recuperarla, quindi prenderò un antidolorifico e via.
Sono Sara e sono veramente felice ed emozionata, la scorsa settimana ho compiuto diciotto anni, sono maggiorenne! Durante questi anni ne sono successe di cose, ho conosciuto nuovi amici, mi sono fidanzata, ho imparato a conoscere il mio corpo, ho avuto la mia prima volta e ho partecipato a qualche seminario sull’educazione sessuale organizzato dalla scuola: è importante avere consapevolezza e adottare precauzioni, ci hanno spiegato che le malattie sessualmente trasmissibili non sono uno scherzo e che può capitare di non sapere di averne una. Durante questi anni è cambiato anche il mio corpo e i miei dolori a causa delle mestruazioni. Ho fortissimi mal di testa, vertigini e spesso mi capita di vomitare. Ho iniziato l’università e vorrei seguire tutte le lezioni per prendere appunti e facilitarmi lo studio a casa, ma è impossibile: almeno due giorni al mese devo assentarmi perché i dolori non mi permettono neanche di uscire di casa. Ieri è stato il compleanno della mia migliore amica, non vedevamo l’ora e non potevo mancare per nulla al mondo, e infatti ci sono andata ma avevo i medicinali in borsa e la pancia gonfissima, non mi sentivo bella ma la felicità della mia amica in quel momento era più importante dei miei ‘’complessi’’.
Sono andata dal medico, credevo di trovare una soluzione ai miei crampi e alla nausea costante ma tutto ciò che mi ha detto è stato ‘’lei sta esagerando. È normale avere dei dolori durante il ciclo, prenda questo antidolorifico e poggi una borsa d’acqua calda sul ventre. Passerà.’’ In quel momento avevo dolori fisici ma quello emotivo per qualche minuto li ha superati. Non mi sono sentita capita, è stato come se avesse sminuito il problema, anzi, lo ha fatto. E non è stato l’unico. Mille volte mi sono sentita dire ‘’stai esagerando, che vuoi che sia’’, ‘’ti lamenti continuamente’’, ‘’smettila di essere così pesante’’, e non è finita qua. Non posso avere una giornata no, quando sono nervosa la frase standard che mi viene rivolta è ‘’quanto sei nervosa, hai il ciclo eh?’’ tutto ciò è sinonimo di una totale mancanza di empatia e io mi sento come se stessi gridando e nessuno ascolta, grido ma la voce non esce, sono un personaggio scritto benissimo nella sfera psicologica, eppure gli spettatori guardano solo ciò che indosso.
Mi chiamo Sara e ho quasi vent’anni. Ho iniziato a lavorare perché voglio avere una mia piccola indipendenza, ho trovato un lavoro che non mi tiene impegnata tutti i giorni e quindi mi lascia il tempo di studiare e uscire. È un lavoro a chiamata, e se questa è la cosa positiva allo stesso tempo si è rivelata essere anche quella negativa. Funziona così, mi chiamano quando c’è la necessità e do la mia disponibilità, nonostante siano molto flessibili però, dopo due ‘’no’’ non mi richiamano; quindi, nel mio caso assentarmi più di una volta, che sia per dolori, problemi o qualsiasi evento, significa perdere il lavoro. Non sono l’unica: tantissime donne non possono assentarsi dal lavoro, qui non esiste il congedo mestruale e quindi che tu stia bene o male, devi presentarti e dare il massimo. Ho girato diversi studi medici e la diagnosi è stata dismenorrea, sono i dolori che accompagnano il ciclo e a soffrirne è circa il 90% delle donne ed è il primo motivo per il quale ci assentiamo dal luogo di lavoro o dalla scuola. Non bastava. Mi chiamo Sara e dopo sette anni i miei dolori hanno un nome specifico: soffro di endometriosi.
L’endometriosi è una malattia cronica causata dalla presenza di un tessuto simil-endometriale in cavità extra-uterina, come tube, ovaie, peritoneo e vagina. Solo in Italia, a soffrire di endometriosi sono circa tre milioni di donne, è una malattia spesso invalidante e non ha una cura, solo terapie per ‘’tenere a bada’’ i sintomi, in attesa di una soluzione, una cura definitiva.
Ho passato anni a sentirmi dire che fosse normale e invece non è così.
Mi chiamo Sara e ho l’endometriosi e come me tantissime altre donne. L’endometriosi è una malattia invisibile, ma c’è. Noi non siamo invisibili. Da bambini spesso si pensa ‘’se chiudo gli occhi non lo vedo e quindi non esiste’’ lo abbiamo fatto con il mostro sotto al letto o con i broccoli che non volevamo mangiare, credevamo che non vedendoli sarebbero spariti, e invece restavano lì. E così è anche con le malattie, non le vediamo ma ci sono e le sentiamo, le sentiamo forte e non basta chiudere gli occhi per farle sparire; tuttavia, possiamo imparare a riconoscerle e a lottare perché gli sia data la giusta importanza. Il dolore che provi non è normale ed è giusto chiedere aiuto, sempre.
Mi chiamo Sara e non sono guarita, ma so che ciò che sento ha un nome.
Sono Sara e ho scritto queste parole per noi e forse Sara sei anche tu. E io, te e tutte le altre -insieme- non siamo sole.
L’argomento mestruazioni è estremamente importante e non deve in alcun modo essere un tabù, bisogna parlarne e spiegare tutto anche ai bambini, sia femmine che maschi, per formare le menti del futuro che cresceranno più aperte e consapevoli. A questo proposito, consigliamo la lettura di Si può dire? Mestruazioni! Un libro adatto soprattutto ai bambini che affronta l’argomento attraverso gli occhi di questi ultimi in maniera semplice ed efficace, protagonisti sono una donna, una mamma con il ciclo e i suoi due bambini che, curiosi, le pongono domande alle quali ricevono risposte immediate ed efficaci, aprendo un dialogo caratterizzato da tranquillità, sana informazione e naturalezza.
Marianna Russo
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