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Mediatori linguistici didattici: chi sono e a cosa servono

Negli ultimi tempi il sistema scolastico sta diventando sempre più inclusivo, grazie alle nuove generazioni che si aggiungono ai banchi di scuola. Sono tantissimi, infatti, gli studenti stranieri nelle classi. Cosa propone il Ministero per sostenerli?

Ecco che entrano in scena i mediatori linguistici culturali.

Questa figura è nuovissima in ambito scolastico e fa da tramite tra la scuola e la famiglia di riferimento dell’alunno. Il suo compito è appunto quello di mediare la comunicazione tra le parti e favorire l’inserimento e l’inclusione dello studente.

I mediatori linguistici devono avere un’ottima conoscenza della lingua di riferimento dell’alunno e famiglia, proprio per agevolare la comunicazione e coinvolgere il nucleo familiare nelle attività scolastiche.

Hanno tantissimi ruoli, per esempio si occupano di sostenere psicologicamente ed emotivamente l’alunno, fare da tramite tra il docente e lo studente e favorire il dialogo con le famiglie.

Ricordiamo inoltre, che gli studenti con svantaggio linguistico rientrano nella categoria dei BES, ovvero i bisogni educativi speciali, che necessitano un’attenzione maggiore, in quanto la difficoltà relativa alla lingua non permette agli studenti di inserirsi, non solo nel contesto scolastico, ma anche quello sociale.

Il mediatore, quindi, si rivela una figura di riferimento per alunni e famiglie, ma anche per i docenti stessi.

Tutto fantastico, ma viene attuato? 

Anche in questo caso la risposta è “ni”.

I mediatori linguistici sono davvero pochissimi e la richiesta è molto alta. C’è inoltre un grosso problema: chi media dovrebbe conoscere la lingua d’origine dello studente proprio per aiutarlo durante le lezioni.

Beh, questo non avviene quasi mai. I mediatori linguistici spesso non comprendono alcune lingue, per esempio cinese o pakistano, e questo può comportare un’enorme difficoltà sia per il docente che media, ma soprattutto per l’alunno.

Il ruolo del mediatore, negli ultimi tempi, è fondamentale. Sono tantissimi gli studenti nelle scuole che provengono da famiglie straniere, nelle quali si parla unicamente la lingua d’origine.

Abbandonare questi alunni significa condannarli all’emarginazione, non solo in ambito scolastico, ma sociale. La lingua è il primo modo di comunicare che abbiamo, e togliere agli studenti questo insegnamento equivale a privarli di un diritto fondamentale.

Insomma, le idee le abbiamo, bisogna solo attuarle. 

Martina Maiorano

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Immagine generata da AI

Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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