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Altroché ASMR! La misofonia, quando i suoni quotidiani sono intollerabili

Le persone affette da misofonia provano sentimenti di rabbia, disgusto o ansia estrema in risposta ad alcuni rumori che la maggior parte delle persone trova insignificanti e tollerabili, come il masticare, il respirare rumorosamente, o il cliccare di una penna.

Siamo nell’era dei video ASMR (acronimo di Autonomous Sensory Meridian Response, la risposta autonoma del meridiano sensoriale), i quali generano una sensazione di rilassamento grazie a dei suoni flebili, sospiri, voci sussurrate, impercettibili movimenti labiali o unghie che picchiettano, accarezzano o grattano determinate superfici. 

Però esistono tante persone che questi suoni li odiano.

COS’È LA MISOFONIA

La misofonia, o ridotta tolleranza ai suoni, è un termine derivato dal greco e che significa letteralmente «odio per i suoni». È una condizione neuropsicologica caratterizzata da una reazione emotiva intensa e sproporzionata a determinati rumori quotidiani, generalmente molto comuni.

I suoni scatenanti (chiamati anche trigger) variano da persona a persona, ma spesso includono suoni ripetitivi e prodotti da altre persone. Tra i più comuni ci sono:

  • suoni orali, come mangiare, sorseggiare una bevanda, deglutire, baciare, bere dalla cannuccia, mangiarsi le unghie, sputare, leccare, masticare, raschiare i denti sulle posate, sgranocchiare cibi croccanti;
  • Le voci nasali o sibilanti, il cantare stonato e i suoni di interiezione;
  • suoni nasali, ossia emessi dal naso, come respiri profondi, sbuffi, fischi, russamento, singhiozzo, respiro congestionato, sbadigli, starnuti e il tirare su col naso.
  • Alcuni versi degli animali;
  • suoni emessi con il corpo, come scrocchiare le dita, il rumore delle unghie che battono sul tavolo, il rumore dei tacchi sul pavimento;
  • suoni emessi dai bambini piccoli e dai neonati;
  • suoni ambientali, come le suonerie dei cellulari, il ticchettio degli orologi, il rumore delle stoviglie, delle motoseghe, il fruscio della carta, il rumore del tosaerba, lo sbattimento di porte e finestre, i clacson, il rumore emesso dai frigoriferi, il rumore della tastiera del computer ecc…

LE CONSEGUENZE

La reazione a questi suoni non è semplicemente un fastidio leggero: le persone con misofonia possono sperimentare emozioni intense, come ansia, rabbia o persino odio, e in alcuni casi possono provare il desiderio di allontanarsi rapidamente dalla fonte del suono o addirittura di reagire verbalmente o fisicamente. Questo può portare a situazioni socialmente imbarazzanti e al conseguente isolamento.

I misofonici possono trovare difficile vivere in ambienti sociali, lavorativi o familiari. I rumori comuni, come quelli prodotti durante un pasto o in un ufficio, possonodiventare insopportabili, portando chi ne soffre a evitare situazioni sociali o a indossare cuffie con cancellazione del rumore per proteggersi dai suoni scatenanti.

Il disturbo può influenzare negativamente anche le relazioni personali: convivere con qualcuno che non tollera i suoni più comuni può generare incomprensioni, tensioni e conflitti. Purtroppo, poiché la misofonia è ancora poco conosciuta, molte persone affette non vengono comprese e possono sentirsi isolate.

LE CAUSE

Le cause della misofonia non sono ancora del tutto chiare, ma recenti ricerche suggeriscono che il disturbo possa essere legato a un’anomalia nel modo in cui il cervello elabora determinati suoni. Si ipotizza che nei misofonici ci sia un’interazione anomala tra le aree del cervello responsabili dell’elaborazione dei suoni e quelle deputate alla gestione delle emozioni. Alcuni studi hanno rilevato una maggiore attività nella corteccia insulare anteriore, la regione del cervello che regola le emozioni e la consapevolezza corporea: questo potrebbe spiegare perché i misofonici sperimentano reazioni emotive così forti e immediate.

La misofonia è un disturbo spesso frainteso, che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne soffre. Una maggiore consapevolezza e comprensione del problema è fondamentale per aiutare le persone affette a gestire le proprie reazioni e a vivere in modo più sereno.

Elisabetta Carbone
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Elisabetta Carbone

Elisabetta Carbone è psicologa clinica e sessuologa con orientamento sistemico-relazionale. Si occupa di relazioni, identità, narrazioni individuali e familiari, con uno sguardo attento alle dinamiche culturali e sociali che attraversano la psiche. Fondatrice dello studio Oikos, scrive di salute mentale con un linguaggio accessibile ma rigoroso, costruendo ponti tra psicologia e società. Vegetariana convinta, non fa un passo senza Teo, il suo inseparabile compagno a quattro zampe.
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