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Il mito di Bacco

Dio del vino e dei misteri, Bacco anche chiamato Dionisio preserva nel suo culto il concetto di uva come simbolo di fertilità.

Egli é simbolo di ebrezza, sensualità e vitalismo sfrenato, dove nei suoi riti si celebrava Dionisio stesso, il quale rappresentava una divinità legata alla caratteristica principale di sua madre: la linfa vitale della flora.

Per lui difatti i frutti ricchi di succo erano fondamentali in quanto ricordano l’essenza della vita, e l’uva stessa, il melograno, riportano alla sensazione di libertà, istinto e natura primordiale dell’uomo. Bacco crea il vino strizzando i grappoli d’uva dalle mani, e il suo nettare divino diventa protagonista di lunghe serate, feste dove chiunque poteva godere di questa abilità per dimenticare la stanchezza e pensieri negativi.

Allevato da ninfe e satiri, Dionisio attraversò l’Oriente e arrivo in Grecia, divulgando la conoscenza e potere del vino: per via degli effetti inebrianti della bevanda e la particolarità dei riti che celebravano Bacco stesso, il culto incontra inevitabilmente delle resistenze che contrasta con amarezza, come il re Licurgo e il re Tebe Penteo.

Si narra inoltre che da giovane fosse stato rapito da pirati e si liberò magicamente, e la nave prese nel legno tratti di vite, edera, mentre il dio prese sembianze di un leone spaventando i presenti, trasformati poi in delfini. 

L’ebrezza dunque diventò qualcosa di sempre più integrante nel culto di questo Dio, si stabilirono persino dei ritrovi annuali, le così chiamate “Feste Dionisiace”, in autunno e primavera, dove si celebravano i Ditirambo e dai quali nacque il Dramma. 

Edoardo Iodice

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Edoardo Iodice

Classe 01. Illustratore e aspirante fumettista, frequento l’Accademia di Belle Arti di Napoli per perseguire i miei sogni creativi, per dare vita ai miei personaggi e le loro storie. Talvolta a sostituirmi è il mio alter ego, Hazo.
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