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Baby Reindeer e l’attenzione morbosa sulla storia reale

La vicenda di stalking raccontata in “Baby Reindeer” sta appassionando tantissimi spettatori. Eppure, la morbosa caccia alle streghe alla ricerca della vera stalker coinvolta ci dovrebbe far riflettere.   

Un uomo si presenta dalla polizia per denunciare la sua stalker. Alla domanda: “Per quale motivo ha aspettato 6 mesi per denunciarla?”, tuttavia, deve iniziare a ragionare su tutto ciò che gli è successo.

È questo l’incipit di “Baby Reindeer”, la nuova serie tv prodotta da Netflix che sta scalando le classifiche globali. Il protagonista si chiama Donny ed è un barista che sogna di diventare un comico. Un giorno, nel bar in cui lavora si presenta una donna molto bizzarra.

Dice di chiamarsi Martha ed è evidente che abbia molta voglia di parlare. Si professa un avvocato di successo, ma non ha nemmeno i soldi per permettersi una tazza di tè. Donny, quindi, la prende in simpatia ed inizia a darle attenzioni. La donna, tuttavia, si illude di avere una storia d’amore con Donny, iniziando una vera e propria persecuzione nei suoi confronti, fatta di appostamenti e messaggi molto insistenti ed inopportuni, a cui l’uomo non sa come rispondere. 

Gli episodi sono molto avvincenti ed il ritmo è a dir poco incalzante, mentre i temi affrontati non scadono mai nella banalità. I personaggi, infatti, non sono stereotipati e, nel corso delle puntate, lo spettatore avrà modo di scoprire diverse sfaccettature dei vari personaggi.

Oltre al delicato tema dello stalking, sono inoltre affrontate tematiche legate alla droga, agli abusi sessuali, al body shaming e ai pregiudizi sulla comunità LGBTQ+. Oltre alla bravura degli interpreti e alla sceneggiatura travolgente, tuttavia, questa serie sta facendo parlare di sé per un motivo in particolare: si tratta di una storia realmente accaduta.

Per giunta, l’attore protagonista è la vittima reale della vicenda e racconta le sue vicissitudini in prima persona. Donny è infatti interpretato da Richard Gadd, che figura anche come ideatore e produttore di questa miniserie. Si tratta di un attore e comico che, nel 2019, ha portato in scena uno spettacolo teatrale in cui narrava la sua turbolenta esperienza come vittima di stalking e di abusi.

Lo show ha riscosso da subito molta popolarità, vincendo diversi premi e ricevendo il plauso della critica, tanto da spingere Netflix a produrne una trasposizione televisiva. Come era prevedibile, tuttavia, il successo della serie ha portato con sé anche la curiosità di scoprire i dettagli della vicenda reale. Richard Gadd ha immediatamente specificato che molti dei dettagli presenti all’interno degli episodi sono fittizi, soprattutto per una questione di tutela della privacy.

L’attore ha inoltre invitato il pubblico a godersi la storia narrata, evitando speculazioni ed un’inutile caccia alle streghe. Qualche giorno fa, tuttavia, la vera stalker ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee ad alcuni tabloid inglesi, sottolineando di essere profondamente offesa dalla rappresentazione dei fatti proposta in “Baby Reindeer”. Oltre a ciò, si è anche professata innocente, sostenendo persino che alcuni utenti l’hanno riconosciuta, mandandole messaggi contenenti diverse minacce. Ad oggi Richard Gadd non ha ancora risposto a queste affermazioni.

Tuttavia, tutta questa vicenda ci dimostra quanto l’attenzione mediatica odierna sia morbosa e ossessiva. I social network ci hanno dato l’illusione di poter sapere tutti i dettagli di una vicenda, violando la privacy e la riservatezza delle persone coinvolte.

Siamo alla ricerca ossessiva di dettagli scabrosi e di storie dolorose, scordandoci che dietro agli episodi che commentiamo si nascondono persone reali. Il fatto che una persona abbia deciso di raccontare pubblicamente la sua storia personale non ci da il diritto di indagare sui particolari di tale caso, arrivando a minacciare qualcuno per semplici speculazioni e pettegolezzi.

Da spettatori, dovremmo semplicemente focalizzarci sui tanti spunti di riflessione che la serie offre, anche perché, probabilmente, la vicenda reale ha già avuto un processo giudiziario che merita rispetto e riservatezza. 

Stefania Berdei

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Stefania Berdei

Classe 2000, scrivo di tutto ciò che solletica la mia fantasia. Studio Mediazione linguistica e culturale, poiché penso che la diversità e la ricchezza culturale siano il motore del mondo. In attesa di un ritiro spirituale su un’isola tropicale, cerco di essere ogni giorno la versione migliore di me stessa. Nel resto del tempo, mi nutro di serie televisive, film e libri.
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