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Reverse zoo, uomini in gabbia e animali in libertà

Dalla Cina, al Sudafrica, al Cile: gli zoo “al contrario” spopolano in tutto il mondo, raccogliendo sempre più consensi e riscontri positivi.

Suona paradossale, ma i reverse zoo sembrano eticamente corretti o, almeno, meno scorretti degli zoo tradizionali a cui siamo da sempre abituati. La differenza sostanziale è una, i significati implicati in questa modalità tanti: uomini in gabbia e animali (quasi) liberi.

Avete mai pensato a come sarebbe trascorrere la vostra intera vita rinchiusi in qualche metro quadro, tra sbarre di ferro, in un habitat che non è il vostro, senza nessuna possibilità di vedere il mondo esterno? Ci ha sicuramente riflettuto chi ha concepito gli zoo “al contrario”, costruendo recinti di ferro su piccoli camion, all’interno dei quali sono i visitatori ad essere ingabbiati e portati in giro per il parco, tra animali in libertà che incuriositi si avvicinano ad osservarli. L’obiettivo è la sensibilizzazione verso il mondo naturale nel suo complesso e la sollecitazione del doveroso rispetto che dobbiamo riservare nei suoi confronti. 

Si sperimenta, così, quella sensazione di oppressione e costrizione che gli animali tenuti negli zoo più comuni devono sopportare per soddisfare l’insulso e ingiustificato piacere di noi umani. 

L’esperimento della gabbia per esseri umani dura però a malapena due ore, il che non è nemmeno lontanamente paragonabile alla vita claustrofobica che l’animale è costretto a vivere, in tutti i tipi di zoo: si tratta di una prigionia, a prescindere da qualunque forma, ai nostri occhi più decente, essa assuma.

Fatta eccezione per i santuari, pensati per la salvaguardia di animali (spesso in estinzione), gli zoo non hanno nulla di positivo, men che meno di educativo: sono solo la messinscena di un mondo faunistico creato su misura di turista.

Eppure, i reverse zoo riescono ad apparire un po’ più convincenti e in qualche modo più giusti. L’idea di persone intrappolate ci piace di più, probabilmente perché suona quasi come una meritata punizione, una sorta di piccolo riscatto per tigri e leoni sfruttati e martoriati. La nostra coscienza si sente più appagata, più serena.

Non dobbiamo allontanarci troppo per esplorare zoo di questo tipo, perché, nonostante siano strutturati diversamente, anche alcuni parchi in Italia, come lo ZooSafari a Fasano, in provincia di Brindisi, condivide lo stesso concetto di base: si viaggia in auto per contemplare la bellezza degli animali, i quali diventano a loro volta attenti osservatori.

Il capovolgimento della prospettiva, insomma, dà vita ad un compresso decisamente più digeribile e meno sofferto, soprattutto per le tante associazioni animaliste che si professano fermamente contrarie ad ogni tipo di violazione della libertà animale.

Maria Paola Buonomo

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Maria Paola Buonomo

Laureata in Lettere Moderne, filologa in fieri, scrivo per sperimentare e accrescere il mio ego. Tra un esame e l’altro, mi cimento ai fornelli come piano b per il futuro (ma qual è il piano a?!). Sono una fastidiosissima ritardataria cronica, ma non è certo un difetto, anzi, è il mio punto forte: vivo con calma… Nel sangue mi scorre indecisione mista ad incoerenza. Il caos è il mio spirito guida. Rispetto la natura e ogni forma di vita, tranne gli esseri umani. Condivido il cuore con il mio cane.
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