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Oscar Wilde: una vita alla luce della luna 

“And as the moon from some dark gate

Darts a sharp stiletto’s thrust,

There was no life in Joan of Arc

But in the house of dust.”

Questi sono i versi che scrive l’icona del ‘900 e maggior esponente dell’estetismo inglese nella sua ultima opera; la figura della luna è ricorrente nei suoi scritti, ma non solo.

La sua biografia personale sembra essere adornata dal nostro satellite naturale, in tutte le sue sfumature.

Nato il 16 ottobre 1854 a Dublino, Wilde crebbe in una famiglia benestante che gli permise di studiare al Trinity College di Oxford, un ambiente che lo avrebbe portato a sviluppare la sua straordinaria vena creativa. Durante gli anni della sua giovinezza, la luna era associata alla sua passione per la poesia e inclinazione artistica.  Wilde dimostrò una straordinaria capacità di catturare l’essenza della luna in modo poetico e malinconico nei suoi scritti, scrivendo alcune delle sue prime poesie – riflettendo l’ammirazione per la bellezza della natura.  Il suo poema “The Harlot’s House” ne è un esempio eloquente, in cui la luna è descritta come un simbolo di bellezza eterea e decadente.

Nello stesso periodo della sua vita, Wilde fu addolorato dalla morte della sorella Isola, per cui scrisse la poesia “Requiescat” anni dopo, nel 1881 – in essa viene trasmesso un senso di quiete e riposo associato alla luce notturna della luna.

Negli anni del suo successo letterario e anni di celebrità come autore e drammaturgo, la luna continuava ad essere una figura ricorrente nelle sue opere. Nel suo romanzo “The Picture of Dorian Gray” del 1890 è utilizzata come simbolo di eterna giovinezza e bellezza, parallelo alla decadenza morale del protagonista – rappresentando anche l’ideale estetico di Wilde.

Nel suo dramma “Salomè”, la luna è associata alla protagonista stessa. Di fatti, essa è descritta come “pallida come il viso di un morto” e “fredda come il marmo”, in contrasto con la bellezza sensuale di Salomè. Nel dramma, la luna agisce come simbolo potente che contribuisce a creare un’atmosfera di sensualità, mistero e ribellione di genere, in quanto la figura della luna – in molte culture associata al genere femminile, – rispecchia la sensualità utilizzandola come ‘arma’ per rovesciare il potere maschile e influire sul destino degli uomini intorno a lei.

Una delle ultime fasi della sua vita fu segnata da scandali personali e persecuzioni legali per “grossolana indecenza”, a causa della omosessualità e la sua relazione con Lord Alfred Douglas. In questi anni, la luna assume un tono più malinconico e simboleggia il lato oscuro e oppressivo della società vittoriana. Dai versi citati sopra, riprendiamo l’opera “The Ballad of the Reading Gaol”, scritta nel 1898 – durante la sua prigionia, che riflette la sofferenza di Wilde: la luna è rappresentata come simbolo di libertà perduta e speranza infranta, sentimenti che adornano la vita di Wilde fino alla sua morte nel 1900, a Parigi.

Ezra Casa

Illustrazione di Edoardo Iodice

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