#PILLOLADICULTURAExtraPrimo Piano

Gli assiomi della comunicazione

Anche se comunicare è innato possiamo imparare a farlo meglio. Le basi della comunicazione ce le insegna Watzlawick. 

Conoscere i processi di comunicazione è fondamentale per comprendere le relazioni che abbiamo con gli altri. Il termine comunicare infatti deriva dal latino, e significa letteralmente “mettere in comune”, condividere informazioni, emozioni, esperienze, parole e pensieri. 

Paul Watzlawick, assieme al suo team di psicologi della scuola di Palo Alto, ha identificato i 5 assiomi della comunicazione umana, cioè delle verità incontestabili che caratterizzano tutti i processi della comunicazione. 

  1. È impossibile non comunicare 

Sembra quasi paradossale, ma qualsiasi nostro comportamento è una forma di comunicazione. Se, ad esempio, fossi seduta su un treno osservando fuori dal finestrino, starei comunicando agli altri passeggeri che non ho voglia di parlare con loro. Anche il silenzio, quindi, serve a comunicare qualcosa: se non-comportarsi è impossibile, è quindi impossibile non-comunicare. 

  1. Ogni comunicazione ha una relazione e un contenuto 

Ogni comunicazione è composta da due livelli: il contenuto vero e proprio (ciò che vogliamo dire) e la relazione tra i comunicanti, che può essere di subordinazione o superiorità. Per esempio, una madre che ordina al figlio di riordinare la sua cameretta ci permette subito di capire la relazione di superiorità/subordinazione. 

  1. La natura della relazione dipende dalla punteggiatura della comunicazione 

La comunicazione è sempre un processo circolare, in cui emittente e ricevente del messaggio creano una punteggiatura della sequenza comunicativa, stabilendo un flusso causa-effetto. 

Difficile? Faccio un esempio. Un’azienda decide di aprire una nuova sede. Un gruppo di manager mette in risalto come il nuovo stabilimento porterà a un picco di assunzioni, mentre un altro gruppo si concentra sul fatto che costruire un nuovo capannone porterà all’aumento di inquinamento danneggiando la biodiversità. 

L’evento è lo stesso, ma la prospettiva è diversa. 

Ok, ma nel pratico? Ogni volta che litighiamo, stiamo ignorando il terzo assioma, per cui ognuno è convinto di avere ragione, dimenticando il punto di vista dell’altro. 

  1. La comunicazione può essere sia analogica che digitale 

Watzlawick definisce la comunicazione digitale come verbale e analogica come non verbale (immagini, gesti, tono della voce e così via). Quando comunichiamo dobbiamo scegliere bene come farlo: a volte le parole sono indispensabili, altre volte possiamo farne a meno. 

Certe volte l’emoji di un cuore è più immediata di un “ti voglio bene”, un sorriso stampato in volto è più efficace di un “sono felice”. Altre volte, invece, verbalizzare può aiutare l’altro a comprendere i messaggi non verbali: dire “non mi piace quello che stai facendo” è più chiaro che fare una smorfia di disappunto. 

  1. Le interazioni possono essere simmetriche o complementari 

Tutti gli scambi comunicativi si basano sulla differenza/uguaglianza dei ruoli

La comunicazione simmetrica si verifica quando gli interlocutori sono sullo stesso piano, mentre è complementare quando uno dei due si pone su un piano superiore. 

Ad esempio, una riunione tra colleghi è una situazione simmetrica, mentre una riunione in cui il datore di lavoro spiega la mission aziendale è complementare. 

Nella vita vera però non è sempre così lineare, e possiamo switchare la nostra posizione. Mio padre mi ha insegnato ad andare in bici a 5 anni (comunicazione complementare in cui mio padre era superiore), ma l’anno scorso gli ho insegnato ad utilizzare lo SPID (comunicazione complementare in cui io ero superiore). Però con mio padre mi piace andare a passeggiare con il cane (comunicazione simmetrica). Insomma, la simmetria-complementarità della comunicazione è qualcosa in continuo cambiamento, in base al ruolo che ricompriamo in quel preciso momento. 

A cosa serve conoscere questi assiomi? 

A comunicare in maniera efficace. La comunicazione efficace parte proprio dal primo assioma: noi comunichiamo continuamente, anche in modo inconsapevole, ed è impossibile interrompere il processo di comunicazione. Conoscere le basi della comunicazione è un ottimo punto di partenza per risolvere le situazioni di conflitto che si creano, inevitabilmente, nelle interazioni quotidiane. 

Elisabetta Carbone 

Leggi anche: Pubblicità: la regina della comunicazione

Elisabetta Carbone

Sono Elisabetta Carbone, classe ’93, milanese di nascita ma cittadina del mondo. Mi sono diplomata al conservatorio per scoprire che volevo laurearmi in storia. Mi sono laureata in storia per scoprire che volevo laurearmi in psicologia. Dopodiché ho scoperto la sessuologia, ma questa è tutta un’altra storia. Non faccio un passo senza Teo al mio fianco, la mia anima gemella a 4 zampe. Docente, ambientalista, riciclatrice seriale, vegetariana.
Back to top button