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Il Postino: la “poetica” di Massimo Troisi

Il primo settembre del 1994 Il Postino con Massimo Troisi e Philippe Noiret fu presentato fuori concorso al Festival di Venezia. 

Il Postino rappresenta il testamento artistico e morale della poetica cinematografica di Troisi, letteralmente il film della vita.

Si tratta di un film che ha fatto la storia del cinema italiano, ma che necessita di una lettura articolata, essendo suddiviso in quelli che si possono definire più livelli.

Il film, proiettato la prima volta il primo settembre del 1994, trae ispirazione dal libro di Antonio Skarmeta “Il postino di Neruda”. Un aspetto interessante è quello basato sul rapporto tra libro e film, che permette di individuare le caratteristiche e valutarne l’incidenza dal punto di vista prettamente comunicativo.

Il postino si basa su una profonda mescolanza tra finzione e realtà e fa emergere quello che dalla critica è definito un radicamento del film nella cultura partenopea, di cui rappresenta un simbolo.

Le riprese del film ebbero inizio a marzo, ma furono rallentate a causa delle precarie e preoccupanti condizioni di salute di Massimo Troisi. 

Proprio per i problemi al cuore di cui era affetto il celebre attore napoletano, molte scene, specialmente quelle che lo vedono in bicicletta, sono state girate da una controfigura e tra una ripresa ed un’altra l’attore si aiutava nella respirazione con l’ossigeno.

Ben dodici settimane di lavoro con l’ultimo ciak battuto il 3 giugno di quello stesso anno, da Massimo Troisi, che morì ad Ostia, a casa della sorella, a causa di un infarto fulminante.

La storia si svolge a Salina, un’isola del Sud Italia, dove negli anni del secondo dopoguerra si rifugia in esilio Pablo Neruda con la giovane moglie Matilde.  Fu proprio in quell’occasione che a Mario Ruoppolo, disoccupato, figlio di un pescatore locale, viene affidato l’incarico di consegnare la posta al poeta, dalla cui figura Mario è fortemente incuriosito.

Cosa succederà dopo è tutto da scoprire… verrà fuori pian piano, tra sentimenti unici e rari, scenari suggestivi, silenzi che talvolta parlano più di mille parole e tanto altro ancora.

Il postino è poesia e proprio come un componimento, si compone di versi, concretizzati nelle scene che si susseguono lentamente, senza mai annoiare, in modo musicale, uno dopo l’altro. 

Il postino può definirsi un elogio al potere della poesia. Poesia che, come dice il protagonista Mario in una scena: “non è di chi la scrive…è di chi gli serve “. Così si giustifica in un modo sgrammaticato, ma sincero, il postino di Neruda, quando, appropriandosi di una sua poesia, la dedica all’amata.

Un film di estrema bellezza che ha tanto da insegnare e che non smette mai di sorprendere. 

Tutti, esattamente come succede a Mario, possono essere dei poeti; l’uomo spesso non trova le parole adatte, è come se non riuscisse ad esprimersi, ma in realtà non è così. Riesce eccome. Spiega bene ciò che sente.

Le emozioni permettono di dare forma alle parole, così… in modo semplice e diretto, tutto in resto verrà da sè. Non occorre un linguaggio aulico per esprimersi nel modo giusto, di certo aiuta, favorisce la comunicazione e la comprensione di quanto viene detto, ma l’amore non ha bisogno di parole. Non si spiega. Si vive e si percepisce, nell’aria, nelle gesta, nei panorami, in un incrocio di sguardi che volgono all’orizzonte, nel mare che “abbraccia” la battigia, nel sole che piano piano si “nasconde” all’orizzonte.

Un film monografico, inusuale, originale, dove è l’amore, in tutte le sue sfumature, il protagonista indiscusso.

L’interpretazione de Il Postino, rappresentò per Massimo Troisi, l’ultimo lavoro svolto. Il famoso comico napoletano purtroppo morì prima che si concludessero le riprese del film, nel quale però, c’è, come l’attore stesso disse: “Tutto il suo cuore”, quello di un Troisi interprete che padroneggia la scena con l’ironia e la semplicità che l’hanno sempre contraddistinto.

Ricordiamo che Il Postino, presentato per la prima volta il primo settembre 1994 fu girato in gran parte a Procida e ha saputo conquistare sia il pubblico che la critica, in particolare modo americana, ottenendo cinque nomination agli Oscar e una “statuetta” per la splendida colonna sonora firmata da Luis Bakalov. 

Con Il Postino, il talento di Troisi (doppiato nella versione inglese da Robert De Niro) si afferma anche oltreoceano con un record d’incassi a livello mondiale, tra i maggiori nella storia del cinema italiano.

GERARDINA DI MASSA

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La Redazione

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