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Sorsi di storia: 4 storie di cocktail

Compagni di tante serate e notti di euforia, i cocktail raccontano molto più di quello che possiamo immaginare.

Oggi andremo alla scoperta delle storie dietro alcuni dei cocktail più famosi di sempre.

Il bisogno aguzza l’ingegno – Moscow Mule

Il “mulo di Mosca” è in realtà nato nel 1941 a Los Angeles. Gli inventori furono Jack Morgan e John G. Martin all’epoca presidente della Heublein, ditta di import-export di alcolici che aveva acquistato qualche anno prima l’azienda Smirnoff. Martin, in pieno clima pre Guerra fredda, cercava in tutti i modi di piazzare sul mercato le sue bottiglie di vodka mentre Morgan voleva vendere la sua marca di ginger beer, dal gusto pungente che “picchiava” come un calcio di un mulo. Dall’unione delle due bevande nacque il primo Moscow Mule.

E l’iconica tazza di rame?

Un’imprenditrice che conosceva martin e Morgan aveva un magazzino pieno di calici di rame da smaltire. Su cui calici era stampata l’immagine di un mulo.

Il resto è storia.

¡Viva la revolución cubana! – Cuba Libre

Anno 1898: dopo la guerra ispano-americana Cuba si stacca definitivamente dalla Spagna ed entra sotto il protettorato americano. In quegli anni ingenti quantità di Coca Cola vengono esportate dall’America a Cuba dove si brinda ¡Por Cuba libre!

Per festeggiare questo sodalizio nasce una nuova bevanda che unisce il meglio delle due nazioni. Dalla mescita del rum cubano con la Coca Cola ecco che nasce il Cuba Libre. La paternità di questa bevanda, però, è incerta: c’è chi dice si debba all’intuizione di uno sconosciuto soldato americano, chi ad un generale cubano e chi ancora ad un intraprendente barman. Ciò che è sicuro è che ancora oggi il Cuba Libre è uno dei cocktail più amati e riprodotti… e non chiamatelo rum e cola!

Un “sugo” alcolico – Bloody Mary

Il celebre cocktail a base di pomodoro venne inventato da George Jessel intorno agli anni ‘40, ma la versione moderna e completa si deve di certo al francese Fernand Petiot, che aggiunse le spezie. Il sedano entra a far parte della bevanda intorno agli anni ‘60 quando ad un lussuoso ricevimento all’Ambassador East Hotel di Chicago un commensale decise di girare il cocktail con un gambo di sedano, servito prima come stuzzichino.

Per via dei richiami “sanguinari del nome” il cocktail venne inizialmente chiamato Red Snapper. Sull’origine del nome attuale ci sono diverse ipotesi: quasi certamente il nome si rifà alla celebre figura Maria I Tudor d’Inghilterra, che tra i vari appellativi aveva anche quello di Bloody Mary per aver fatto giustiziare centinaia di oppositori religiosi. Un’altra ipotesi vede come protagonista Mary Pickford, attrice hollywoodiana a cui potrebbe essere stata ispirata questa bevanda.

Il the di Rosebud – Long Island Iced Tea

Nonostante la diceria che vede il Long Island come un’invenzione del periodo proibizionista, in realtà questo cocktail venne inventato negli anni ‘70 da Bob “Rosebud” Butt nel suo bar per partecipare ad un contest indetto da una marca di triple sec.

Bob decise di mettere insieme alcuni dei distillati chiari in suo possesso a cui aggiunse limone, zucchero e (ovviamente) triple sec. Il colore, però, non era dei migliori e quindi Bob aggiunse anche un po’ di Coca Cola, per dare colore. La bevanda, per via della sua colorazione simile ad un the freddo, venne chiamata Long Island Iced Tea ed è ancora oggi uno dei cocktail più alcolici al mondo.

Davide Cacciato

Vedi anche: Storia a morsi – Parte 1 

Davide Cacciato

Sono Davide Cacciato, siciliano trapiantato a Napoli classe ‘97. Laureato in lingue e culture orientali, so dire “ho sonno, lasciami stare” in 10 lingue diverse. Copywriter e content maker freelance, redattore e vice art-director per La Testata fin dalla sua nascita. Il mio maggior pregio? Senz’altro la modestia!
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