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Ecco perché alle donne non piacciono i porno (o almeno non quelli mainstream)

È vero, i porno le donne non li guardano. Non perché non gli piacciano, ma piuttosto perché non si rivolgono a loro. Il target è l’uomo, i suoi desideri e le sue fantasie ed in questa rappresentazione la donna non è nulla di diverso da un arredo.

Tutti guardiamo i porno. Tutti parliamo di sesso e dei modi più diversi per farlo. 

Forse, mai come ora l’argomento è così frequente e “libero”. 

Eppure il piacere femminile sembra essere sconosciuto ancora a molte piattaforme porno. 

I contenuti proposti sono sempre gli stessi: uomo con qualche legame famigliare con la donna (qualcuno mi spieghi il motivo) che la penetra per poi venire. E si chiude il sipario. 

Della donna non sappiamo nulla e nessuno sembra essersene preoccupato.

Insomma, Pornhub e tutto l’universo del porno mainstream taglia fuori una buona fetta di popolazione e di orientamenti sessuali. 

Forse è il caso di parlarne.

Perché il porno mainstream non ci piace?

Innanzitutto, proviamo a fare un po’ di chiarezza sulle ragioni per cui il porno più diffuso non è adatto a buona parte della popolazione.

Le grandi aziende di produzione pornografica hanno tradizionalmente puntato sul bacino d’utenza che per lungo tempo è stato il maggiore: quello eterosessuale maschile. 

Questo ha condotto a una progettazione delle scene, delle inquadrature e delle azioni totalmente maschile. Riprese con meno POV, spesso nell’atto della penetrazione e molto spesso prive di quelli che vengono chiamati “preliminari” (impropriamente). 

Una progressione dell’eccitazione creata ad arte e funzionale certo, ma solo per l’uomo.

Lo stesso utilizzo del termine “preliminari” è scorretto, perché associa pratiche piacevoli per una donna (cunnilingus, stimolazione clitoridea di vari generi, sex toys) a una veloce attività preparatoria, slegata dal vero e proprio atto sessuale. 

Ci spiace informarvi che gran parte delle donne NON raggiunge l’orgasmo tramite l’esclusiva pratica penetrativa.

In questo tipo di rappresentazione qual è dunque il ruolo della donna se non quello di attrice secondaria e non di cooprotagonista, o peggio, di oggetto

Ulteriore problema è quindi l’immagine che viene data della donna in determinati video: una bambola gonfiabile, priva di richieste o desideri, sempre accondiscendente e in una sorta di connessione mentale superiore che le permette di raggiungere il piacere in sincronia perfetta con l’uomo. 

Certe rappresentazioni si spingono tanto all’estremo da mostrare donne provare piacere ed eccitazione per azioni di stupro, di violenza o persino di incesto

Scene simili di fatto rendono accettabile e normale una violenza assolutamente priva di consenso (diversa quindi da BDSM e correlati) e in modo ancor più grave, correlano atteggiamenti di abuso all’eccitazione femminile. 

È evidente che attraverso contenuti del genere la grande narrazione del porno come forma di emancipazione femminile non stia più in piedi. 

Il porno emancipa solo se lascia la donna libera di sessualizzarsi, libera di scegliere che immagine dare di sé. 

Se reputate secondario il rapporto donna nei porno- immagine nella società, allora mi viene spontanea una domanda: in che modo avete scoperto il mondo del sesso? 

Se siete nati nell’era del web sicuramente la risposta è “Google” e “navigazione in incognito”.

È innegabile che il primo contatto col sesso e la prima, spesso unica, educazione sessuale che riceviamo sia proprio quella dei video porno. Non lo dovrebbe essere, ma è così. 

Pertanto, non possiamo aspirare a una società paritaria se in uno degli ambiti più permeanti della nostra vita la donna continua ad essere Barbie passione fai-di-me-quel-che-vuoi.

Ora che abbiamo preso coscienza del problema, resta da capire come rivoluzionare il mondo dell’intrattenimento per adulti. 

Per poter fare ciò è necessario partire da una domanda: che cosa vorrebbero le donne dal porno?

I gusti sono gusti ovviamente, ma ci sono basi solide condivise da tutte.

In primis sicuramente un POV non totalmente maschile, che includa quindi anche tutte quelle pratiche per il piacere femminile, ponendole allo stesso livello di quelle virili e non piccole azioni facoltative marginali. 

Che porno è se non mi eccita? Se in quel video non c’è nulla che parli di me?

Altro tema fondamentale il consenso, che deve partire dalla realizzazione alla fruizione dei contenuti stessi. 

Molto di frequente le pornoattrici non vengono informate dei particolari delle scene che andranno a girare, degli attori che prenderanno parte o del setting. Lo status di attrice tuttavia non include automaticamente che non si abbia potere di scelta sulle scene che si andranno a girare o che si debba acconsentire a collaborare con tutti i pornoattori.

Anche per quanto riguarda il consumo, il consenso deve sempre essere ben presente e chiaro. Non sono ammissibili video con titoli e scene esplicitamente riferiti all’incesto o al limite dello stupro. Allo stesso modo la violenza deve emergere in modo sempre chiaramente accettato da entrambe le parti e nei limiti della sicurezza. Si deve esplicitamente capire la dimensione ludica e il mutuo accordo tra le due parti.

Per fare chiarezza, meglio di qualsiasi spiegazione c’è la pratica. 

Diversi sono i siti di porno femminista, ovvero porno che si fondano su valori di:

  • eticità, che nessuno sia stato sfruttato o obbligato in alcun modo alla pratica
  •  autenticità, che si rappresentino situazioni il più possibile vicine a una dimensione reale e con la quale si possa empatizzare. Che siano quindi inclusivi e paritari.
  •  Contesto, che sia sempre chiaro ed esplicito agli attori il setting, i collaboratori, le scene previste ecc… 
  •  Fairtrade, che il prezzo, per quanto possibile, sia popolare in modo da diffondere il più possibile gli ideali legati al progetto.

Giusto per fare un po’ di nomi:

  • Lust Cinema: dove un equipe di registe donne tenta di rappresentare realisticamente la sessualità e il sesso. Troverete quindi diversi corpi, gusti sessuali, etnie… 

Per usufruire in prova del servizio è sufficiente iscriversi con la mail.

  • Bellessa: gratuito, permette analogamente di accedere a porno con un punto di vista femminile.
  • No Fauxxx: il più vecchio sito porno a gestione queer, dove si possono trovare contenuti (anche gratuiti) gay, lesbici, etero, trans, kinky e BBW.

Affinchè la concezione e il trattamento delle donne, così come di tutte le comunità discriminate, cambi è fondamentale che queste categorie abbiano il potere di poter scegliere come rappresentarsi e di poter far capire cosa piace loro. 

Siamo stat* capaci di rompere molti taboo e di parlare in modo sempre più open minded di sessualità.

Se davvero siamo così aperti e libertini come professiamo di essere, allora è giunto il momento di accettare che entrambe le parti abbiano equa importanza e si vedano parimenti rappresentate.

Ci avete volute emancipate e sessualizzate, dissolute e puttane. Ora però dovete accettare tutto ciò che questo comporta.

Noi il porno lo guardiamo, il porno guarderà mai a noi?

Sofia Seghesio

Leggi anche: Educazione sessuale in Italia, un tabù duro a morire

Sofia Seghesio

Classe 2001. Non sono assolutamente in grado di definirmi. Pessima partenza per un* scritt*, lo so. So di me che sono curiosa ma a volte superficiale ed è proprio scrivere che mi aiuta ad andare in fondo alle questioni per capirle veramente. Nutro un interesse magnetico verso le persone: per quello che fanno e pensano. Per questo non posso fare a meno di interagirci, che sia attraverso un libro, un film, una chiacchierata. Spero dunque di potervi portare con me all’interno di qualche fantastica storia o che possa avere l’onore di raccontare la tua.
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