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Sentinellesi: l’ultima tribù isolata dal mondo

Quando pensiamo agli indigeni la prima immagine che ci affiora in mente è sicuramente quella di una società isolata e legata alle sue tradizioni in maniera tenace e superstiziosa.

Pochi però si fanno illusioni sull’esistenza di tribù non ancora sudiate.

Le televisioni, gli antropologi e la semplice curiosità popolare hanno scandagliato praticamente tutti i luoghi remoti.

Tutti, tranne uno: i Sentinellesi.

Il mistero che avvolge l’isola di North Sentinel potrebbe benissimo essere trascritta in un romanzo di avventura. Situata nel golfo del Bengala, nessuno è mai riuscito ad esplorarla.

Non è stata solo la difficile posizione geografica a scoraggiare tutti i tentativi di approdo, ma la presenza dei suoi bellicosi abitanti, pronti a scagliare mortali frecce a chiunque tenti anche solo di avvicinarsi.

Uno dei tentativi più famosi di contatto fu quello provato nel 1974 da una troupe televisiva, in cui furono lasciati anche dei doni per ingraziarsi i nativi, tra cui delle pentole, delle noci di cocco, delle bambole ed un maiale.

Con grande sorpresa gli isolani uccisero il maiale e lo seppellirono assieme alle bambole con chiaro intento superstizioso, ma alla fine accettarono di buon grado le pentole ed il cocco. Contatto riuscito, quindi?

Assolutamente no.

Dopo poco i Sentinellesi scagliarono frecce contro tutta la troupe, ferendo il regista ad una gamba.

La loro aggressività rende quindi impossibile effettuare dei veri e propri studi sulle loro usanze e credenze, con l’ovvio esito di aumentarne il mistero.

Secondo alcune teorie i Sentinellesi vivrebbero su quell’isola da 60.000 anni, praticamente isolati da qualunque evento storico.

Fermi a prima dell’età del ferro, i Sentinellesi vivono della pesca, della caccia e della raccolta dei frutti nei dintorni dell’isola. Con ogni probabilità non hanno conosciuto l’allevamento o l’agricoltura.

La loro stessa numerosità è solo frutto di stime. Secondo alcuni si aggirerebbero verso i 50 individui, secondo altri toccherebbero almeno i 500.

Tra le curiosità più affascinanti vi è la lingua sentinellese, unica al mondo e incomprensibile anche alle tribù più vicine dal punto di vista geografiche. Le origini dello stesso ceppo linguistico rimangono tutt’oggi un mistero.

I Sentinellesi sono stati per molti anni il sogno di ogni antropologo, ma dal 2005 il governo indiano ha vietato qualunque studio scientifico e imposto il divieto di navigazione nei pressi dell’isola per almeno tre miglia.

I motivi? La pericolosità per gli abitanti.

Avete capito bene, non solo degli abitanti, ma per gli abitanti.

Infatti secondo gli studi i Sentinellesi non sono stati solo considerati come il popolo più isolato del mondo, ma anche il più vulnerabile. Infatti, non essendosi mai allontanati in tutta la loro storia da North Sentinel, sarebbero facile preda anche delle più semplici malattie.

E come la storia dei Conquistadores ci insegna, una malattia potrebbe decimare un intero popolo molto più di qualunque attacco militare.

Ma quindi, i Sentinellesi non rivedranno mai più l’uomo?

In realtà i divieti non reggono per sempre e nel 2018 un missionario di soli 27 anni, John Allen Chau ha provato ad approdare sulle rive di North Sentinel per convertire gli isolani al cristianesimo. Appena toccate le rive, però, il giovane è stato trafitto a morte dalle frecce degli indigeni.

E mentre il governo indiano si sforza di tenere curiosi e avventurieri lontani dall’isola per evitare altre tragedie, l’isola North Sentinel ed il suo popolo rimangono ancora lì, da 60.000 anni come custodi di un mondo che reclama il suo ultimo lembo di territorio mai toccato dalla modernità.

E forse il suo mistero è destinato ad accompagnarlo per sempre.

Gabriel Santomartino

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Gabriel Santomartino

Classe 97, aspetto di laurearmi in lettere moderne e nel mentre mi nutro di romanzi, racconti e miti come ci si potrebbe nutrire solo di ambrosia. O di una pasta al forno, volete mettere? Appassionato in maniera megalomane di letteratura, fumetti e film col segreto proposito di conoscere un giorno una formula per leggere le emozioni all’interno dell’anima. E di diventare scrittore, ovviamente. Quando le idee sono troppe mi rifugio nella natura, magari con una cioccolata calda.
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