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La vera storia de “La ragazza nella foto”

Questa è la storia di una tragedia, perpetrata per anni. Si parla di abusi, rapimenti, omicidi, segreti e bugie. Recentemente è stata raccontata nel docu-film La ragazza nella foto, disponibile su Netflix.

Partiamo dal presupposto che la vicenda in questione è molto intricata, ma anche tremenda e molto dolorosa. Proviamo a fare ordine nei fatti, seguendoli in ordine cronologico.

Tutto parte nel 1943, anno di nascita di Franklin Floyd. La sua vita non fu facile, poiché venne abbandonato dai suoi genitori e portato in una casa famiglia. Qui venne torturato, picchiato e violentato. Ciò fu la causa di diversi traumi ed è, probabilmente, il motivo scatenante dei suoi crimini. Infatti, a partire dal 1962 venne accusato di rapina, aggressione e violenza sessuale. Quest’ultima ai danni di una bambina di appena 4 anni. Venne poi arrestato e rimase in carcere per 10 anni, per poi diventare un vero e proprio latitante. Nel corso del tempo ha cambiato diversi pseudonimi.

Uscito di prigione, si spacciò per un autista di autobus, facendosi chiamare Brandon. Conobbe una donna, di nome Sandra, a cui i servizi sociali avevano tolto le tre figlie. Floyd decise di aiutare la donna, sposandola e prendendosi cura delle sue figlie. Tuttavia, mostrò presto la sua indole violenta, minacciando spesso Sandra e arrivando a scappare con le tre bambine. La donna decise allora di chiedere aiuto alla polizia, che però, poiché i due erano sposati, non volle aiutarla. Floyd, allora, portò in orfanotrofio due delle tre figlie di Sandra, tenendo con sé solamente una di loro, Suzanne.

Suzanne si affezionò molto a Floyd, credendo che fosse a tutti gli effetti suo padre. Tuttavia, poiché Floyd l’aveva rapita, i due cambiarono identità. Suzanne diventò Sharon Marshall, mentre Floyd si spacciò per Warren Marshall. Gli anni passarono, e negli anni 80 Suzanne iniziò a frequentare il liceo, in Georgia. Qui si fece molti amici, dimostrando anche la sua notevole intelligenza. Era molto matura per la sua età ed il suo grande sogno era quello di diventare ingegnere aerospaziale. Con numerosi sacrifici, Suzanne riuscì ad ottenere una borsa di studio in una prestigiosa università.

Nel corso degli anni di liceo, Floyd ebbe continui rapporti sessuali con Suzanne, pur spacciandosi all’esterno come suo padre. In un episodio, un’amica di Suzanne andò a dormire da lei. In camera da letto, Suzanne mostrò all’amica della lingerie pregiata, dicendo che era un regalo di suo padre. Poco dopo, Floyd entrò in camera con una pistola, minacciando l’amica di Suzanne e arrivando a violentare Suzanne stessa. Questo episodio sconvolse moltissimo la ragazza, che non ne fece parola con nessuno. Ad un certo punto del liceo, Suzanne rimase incinta e Floyd decise di dare in adozione il bambino, una volta nato. Per farlo, i due partirono per l’Arizona.

Qui i due si stabilirono, facendo perdere le proprie tracce ai propri conoscenti in Georgia. In Arizona, Suzanne venne obbligata da Floyd a diventare una spogliarellista. In un club, Suzanne conobbe Cheryl Commesso, una ragazza che faceva il suo stesso lavoro. Cheryl divenne una presenza fissa a casa di Suzanne e Floyd, facendosi scattare anche delle foto pornografiche da quest’ultimo. Floyd mostrò, anche con Cheryl, il suo lato violento, insistendo affinchè avesse rapporti intimi con lui. Ad un certo punto Cheryl scomparve misteriosamente.

Nel frattempo, Suzanne diede alla luce un altro bambino, chiamato Michael. A questo punto, Suzanne e Floyd cambiarono nuovamente nome e identità. Suzanne diventò Tonya, mentre Floyd Clarence. I due si unirono in matrimonio. Suzanne continuò a lavorare come spogliarellista. Una sua collega racconta che, durante una festa privata, in cui doveva solo ballare ed esibirsi, Suzanne venne sorpresa a offrire prestazioni sessuali in cambio di 50 dollari. Suzanne, per giustificarsi, sottolineò come venne spinta a fare ciò dal padre.

Nel 1990, nello stato di Oklahoma, venne ritrovato sulla strada il corpo di una ragazza, ancora in vita. Presentava un trauma cranico e diversi graffi sul corpo, che non corrispondevano al presunto incidente stradale di cui sarebbe stata vittima. La ragazza in questione era proprio Suzanne, che in quel momento era conosciuta come Tonya. Floyd, suo marito all’epoca, accorse in ospedale. Poco prima dell’incidente, aveva stipulato curiosamente un’assicurazione sulla vita di Suzanne. Quest’ultima, purtroppo, non riuscirà a sopravvivere a questo incidente e morirà.

In seguito, Michael venne allontanato da Floyd e venne affidato ad una nuova famiglia, che si prese cura di lui per 4 anni. Floyd, tuttavia, non accettò questa soluzione e cercò in tutti i modi di riprendersi il bambino. Nel 1994, infatti, si presentò nell’ufficio del preside della scuola di Michael, pretendendo di vedere suo figlio. Successivamente, sequestrò il preside e lo legò ad un albero nel bosco. Fece poi perdere le sue tracce e quelle di Michael. Il mistero, da questo punto in poi, si infittisce nuovamente. La polizia cercò in tutti i modi di ritrovare i due. Ad un certo punto, però, ci fu l’impressione di aver trovato una soluzione.

Floyd richiese il rinnovo della patente, sotto il nome di Warren, in Kentucky. Venne, in questo modo, incastrato dalla polizia e arrestato. Venne dichiarato colpevole per il rapimento di Michael, che però continuava ad essere disperso. Nel 1995 venne ritrovato uno scheletro, che presentava segni di violenza, compatibili con un omicidio. Questo scheletro venne fatto risalire proprio a Cheryl Commesso, scomparsa 6 anni prima. Floyd venne quindi accusato anche di questo omicidio e condannato a morte.

Con il passare degli anni, molti si appassionarono a questo caso. Una giovane, di nome Megan, si fece avanti sostenendo di essere la figlia di Suzanne. È arrivata a questa conclusione leggendo un libro su questo caso e mappando il suo DNA. Megan è, quindi, frutto di un’altra gravidanza di Suzanne. Si tratta del terzo figlio nato dagli abusi di Floyd. Successivamente, due agenti dell’FBI andarono ad interrogare Floyd, nel braccio della morte. A loro l’uomo confessò tutto, raccontando la sua storia sin dall’infanzia e rendendo pubblico il vero nome di Suzanne, che era rimasto ignoto fino a quel momento. In questo modo, finalmente, venne ricomposto il puzzle di questa incredibile e drammatica storia. Infine, Floyd confessò di aver ucciso, con una pistola, Michael. Tuttavia, il suo corpo non venne mai ritrovato. Questo è rimasto, purtroppo, l’unico mistero irrisolto.

Stefania Berdei

Stefania Berdei

Classe 2000, scrivo di tutto ciò che solletica la mia fantasia. Studio Mediazione linguistica e culturale, poiché penso che la diversità e la ricchezza culturale siano il motore del mondo. In attesa di un ritiro spirituale su un’isola tropicale, cerco di essere ogni giorno la versione migliore di me stessa. Nel resto del tempo, mi nutro di serie televisive, film e libri.
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