SocialeDisegniExtraPrimo Piano

Addio a Olivia Newton-John, la stella di Grease muore a 73 anni

Icona di stile, artista di fama internazionale, “si è spenta in pace nel suo ranch a sud della California, circondata da amici e parenti”.

È stato annunciato così, con un post sui social e una foto che la ritrae bella e sorridente proprio come la ricordiamo noi.

“Per trent’anni è stato un simbolo di trionfo e speranza per tutti” scrive John Easterling, suo marito, ricordando gli anni di lotta contro il cancro al seno di cui Olivia era diventata testimone. 

Era noto a tutti, infatti, che l’artista da tempo combatteva con questa malattia. Nonostante ciò, la sua voce non si è mai spenta e per anni è stato un punto di riferimento per tutte le donne che, come lei, lottano ogni giorno senza mai perdere le speranze.

Divenuta popolare tra gli anni 70 e 80, Olivia Newton-John si mostra incline al mondo dello spettacolo sin dalla tenera età. Dopo il suo trasferimento in Australia, fonda, infatti, la sua prima band e l’interesse per la musica, insieme al suo incredibile talento, la porteranno ben presto a vincere un concorso, il cui premio è un viaggio in Inghilterra, dove inciderà il suo primo singolo Till You Say Be Mine.

Da quel momento comincia la sua ascesa: Olivia prende parte a una band e inizia a collaborare con John Farrar che diventerà il suo produttore. La sua voce, insieme il suo fascino, arrivano fino all’Eurovision song contest dove si aggiudicherà il quarto posto con Long Live Love che, insieme a I Honestly Love you, brano che le farà vincere un Grammy per migliore interpretazione, la porterà in cima alle classifiche, ampliando la sua notorietà fino agli Stati Uniti.

Il 1978 segna la svolta della sua carriera. Olivia, viene scelta per il ruolo di Sandy, una timida ragazza australiana che si innamora di un bullo dai capelli gelatinati interpretato da un giovanissimo John Travolta, sulla cresta dell’onda dopo il successo de La febbre del sabato sera.

La coppia diventa una vera e propria iconografia e You Are The One That I Want, il duetto in cui lei, giacca in pelle e capelli sciolti, va a riconquistarsi il suo Danny, diventa un cult, conferendo a Grease il titolo di spettacolo musicale più amato e più popolare di tutta la storia del cinema. 

Nel 1983 riproverà con John Travolta a emulare lo stesso successo di Grease con Two Of A Kind ma, nonostante la riuscita della colonna sonora, il film non sembra nemmeno lontanamente paragonabile a quello del musical che li aveva visti protagonisti qualche anno prima.

Olivia, però, non si ferma e negli anni successivi continua a promuovere la sua musica fino al 1992, l’anno in cui, per la prima volta, viene messa faccia a faccia con il cancro. Da lì comincia la sua battaglia che, inizialmente, sembra essere sotto controllo. Due anni dopo, infatti, riprende la sua vita tra gli schermi, collezionando svariati successi tra cinema e musica. 

Purtroppo, però, l’illusione che potesse essere stato solo un brutto incubo, passa in fretta, perché, 13 anni dopo, la cantante è costretta a sospendere il tour per una recidiva che si rivelerà essere più terribile di quello che sperava. Il cancro al seno si è esteso, provocando metastasi al sacro. 

Nel corso degli anni successivi, Olivia inizia la sua cura, scomparendo quasi del tutto dagli schermi. Apparirà solo in uno show in cui dichiarerà di avere anche una terza recidiva, ancora più aggressiva. 

Olivia ha lottato con audacia per molti anni della sua vita, aiutata dalla morfina, con cui riusciva ad attenuare il dolore e circondata dall’affetto della sua famiglia, il marito John e la figlia Chloe Lattanzi, da sempre il suo punto di forza.

Esempio di vita e di perseveranza, Olivia è stata per tutti noi un racconto coraggioso che non ha mai smesso di sperare e una voce, adesso silenziosa, ma che non dimenticheremo mai.    

“Grazie Sandy” scrive John Travolta. “Hai reso le nostre vite migliori. Ci vedremo lungo la strada e saremo di nuovo tutti insieme”.  

Donatella Casa 

Illustrazione di Alice Gallosi

Leggi anche: CineByte: Grease

Donatella Casa

Leggo per conoscere e scrivo per mettere ordine. Da 28 anni sono il rifugio dei miei pensieri. Viaggio per scoprire, sogno per viaggiare e credo nell’oroscopo, anche se detesto ammetterlo. Odio lo sport ma corro sulla tastiera, mi piace l’alba ma a quell’ora dormo sempre. Trascorro la maggior parte del tempo a gestire le mie contraddizioni. Credo nella gentilezza come atto di ribellione e diffido da chi dice di sapere sempre tutto.
Back to top button