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Vivere su Marte: un sogno possibile e sconsigliato!

Siamo sinceri, abbiamo desiderato tutti di andare nello spazio. La luna era la meta perfetta per i bambini sognatori, Saturno per quelli alternativi e il Sole per quelli che non avevano studiato benissimo la lezione.

Ma appena si nominava Marte si rimaneva universalmente folgorati da quel pianeta che era sempre sulla bocca di tutti, sia nei libri di fantascienza che nei film. La domanda a quel punto diventava inevitabile: quando ci andremo?

Ebbene, alla luce delle conoscenze attuali la domanda sarebbe dovuta essere: ma conviene andarci?

Inutile girarci attorno. Marte è stato il pallino fisso di molti dei più eminenti scienziati, astronauti e pionieri, sia prima che dopo lo sbarco dell’uomo sulla luna. Raggiunto il nostro satellite, nulla sembrava impossibile per i viaggi spaziali. Anzi, arrivare su Marte era considerata solo una questione di tempo.

Purtroppo il tempo ha smentito queste aspettative. Gli innumerevoli progetti per raggiungere il pianeta rosso sono stati abbandonati o messi in stallo uno dopo l’altro. Questo è accaduto non solo per delle ragioni puramente tecniche, ma anche per motivazioni economiche.

Infatti si è capito che solo delle cifre astronomiche -perdonate il simpatico gioco di parole- avrebbero potuto permettere un effettivo viaggio, per non parlare poi dei costi del necessario rientro.

Ma l’uomo dà il meglio di sé quando è contrastato e soprattutto quando deve esagerare, perciò dal 2016 il miliardario Elon Musk ha deciso non solo di utilizzare la sua azienda aerospaziale, la Space X, per progettare dei viaggi su Marte, ma ha addirittura rivolto le sue energie ad una possibile colonizzazione del pianeta rosso.

E mentre sempre più date di un possibile viaggio spaziale continuano ad apparire per poi essere posticipate poco dopo in una spirale senza fine, a tutto il grande pubblico sfugge cosa significherebbe davvero raggiungere Marte.

Soprattutto cosa significherebbe per la nostra salute.

Partiamo dalla questione tempo. I pianeti vagano e nelle condizioni mediamente accettabili un viaggio dalla Terra a Marte durerebbe 6 mesi. E qui sta il primo problema, ovvero la perdita della massa ossea a cui gli astronauti sono soggetti durante i viaggi nello spazio.

Stare molto tempo con una gravità diversa da quella terrestre è qualcosa a cui ovviamente il corpo umano non è abituato e di conseguenza le ossa iniziano a diventare più fragili. Dopo sei mesi in orbita gli astronauti, nonostante l’intensa attività fisica, rimangono sempre vittima di questo fenomeno. Al loro rientro sono così costretti ad estenuanti esercizi di riabilitazione.

E non dimentichiamoci che per quanto riguarda Marte parliamo anche del viaggio di ritorno, ovvero di un anno completo con questa perdita di massa ossea nella migliore delle ipotesi, quattro anni in quella peggiore.

Anche sperando di restare integri durante il viaggio, con ogni probabilità tornando a casa il nostro scheletro sarebbe praticamente distrutto.

Non più così avvincente, vero? Ma c’è dell’altro.

Stare su Marte significherebbe infatti restare in un territorio bombardato costantemente da radiazioni solari molto più forti di quelle terrestri e continuamente esposto al pericolo dei meteoriti.

Praticamente, nonostante le alte misure di sicurezza, correremmo il rischio di morire durante il viaggio, all’arrivo e anche al ritorno.

A pensarci bene, il desiderio del bambino di andare in vacanza sul sole non era poi così terribile.

Gabriel Santomartino

Immagine di copertina: Pixabay

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Gabriel Santomartino

Classe 97, aspetto di laurearmi in lettere moderne e nel mentre mi nutro di romanzi, racconti e miti come ci si potrebbe nutrire solo di ambrosia. O di una pasta al forno, volete mettere? Appassionato in maniera megalomane di letteratura, fumetti e film col segreto proposito di conoscere un giorno una formula per leggere le emozioni all’interno dell’anima. E di diventare scrittore, ovviamente. Quando le idee sono troppe mi rifugio nella natura, magari con una cioccolata calda.
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